CAPITOLO 42

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KEIRA

Oggi...

Ero nervosa ma non era una novità, poche volte riuscivo a trovare pace. Quel giorno desideravo che nulla andasse male, tutto doveva essere sempre perfetto ma in quel momento volevo qualcosa che superasse persino la perfezione. Avrei fatto aggiungere sul dizionario una nuova parola che rispecchiasse come volevo che le persone che pagavo, facessero ciò che dicevo quel giorno. Che non era uno qualunque, bensì il compleanno del mio adorato nipotino. Tutto doveva rispecchiare l'idea di paradiso del mio piccolo bimbo preferito.

Che stava crescendo sempre di più, giorno dopo giorno sotto i nostri occhi. Era il suo nono compleanno, mi sembrava ieri quando era ancora un piccolo fagottino che stringevo tra le braccia, pensai. Gli anni passavano con una rapidità disarmante ed era meraviglioso e spaventoso al tempo stesso.

In casa era il caos più totale, i miei lavoratori girovagavano quasi correndo per riuscire a preparare tutto al più presto, la festa sarebbe cominciata due ore dopo, e ancora mancavano vari ritocchi qui e là. Ero talmente attenta che non mi facevo sfuggire neppure un granello di polvere sui mobili sempre tirati a lucido dalle nostre cameriere, non transigevo mai su nulla ma quel giorno ero ancor più severa sugli errori che facevano.

<<La macchina dello zucchero filato?>> Mi guardavo intorno mentre domandavo a Mya, la mia assistente che mi seguiva con il fiatone e il tablet in mano, rispondendo ad ogni mia domanda con risposte secche e sbrigative come avevo richiesto. <<E' in giardino con l'addetto pronto ad azionarla.>> In casa tutto era decorato di celeste e verde smeraldo, festoni, palloncini, piattini, bicchieri e tovaglioli. Tovaglie e persino le divise dei camerieri che avevo assunto per non far mancare nulla agli invitati. Avevo pensato a tutto.

<<I gonfiabili a forma di castello e quello a forma di nave dei pirati?>> Il rumore dei miei tacchi rintoccava sul sottofondo della gente che si muoveva alla svelta per preparare tutto al più presto. <<Gonfiati.>> Mi confermò. <<La tavolata di cibi salati?>> Avevo richiesto un'intero tavolo ricoperto di qualsiasi schifezza adorata da bambini. <<La stanno apparecchiando.>> Alzai lo sguardo per controllare che appendessero bene i grandi palloncini a forma di supereroi. <<Quella dei dolci con la fontanella di cioccolato?>> Una fonte di diabete assicurato, ma Jack ne andava pazzo. <<Pronta.>> Mi assicuro.

<<La torta a cinque piani?>> Ne avevo ordinata una dalla pasticceria più prestigiosa dello stato, era praticamente una torre decorata così bene che dispiaceva persino tagliarla. <<Ecco...>> La sua esitazione blocco la mia marcia di colpo, fermando di conseguenza anche la sua che non aspettandoselo rischiò di cadere con il culo a terra. <<Ecco cosa?>> Tentò di guardarmi ma la vergogna la portò a riabbassare lo sguardo. <<Durante il trasporto il quinto strato ha toccato la scatola e si è leggermente rovinata.>> La torta di compleanno, la cosa fondamentale mancava, sentii la rabbia assalirmi.

<<Falla rifare, da capo.>> Fui irremovibile. <<Ma->> <<Ho detto da capo e la voglio qui tra meno di un'ora e mezza.>> Annuì tacendo senza ribattere nient'altro. Chiedevo l'impossibile ma non importava, ciò che ordinavo per la gente era ancor più importante delle parole di Dio se era possibile.

<<Fai anche spostare le statue dei supereroi all'entrata, fai stendere il tappeto rosso nel vialetto e chiama il resto della servitù che ancora non vedo, non sopporto i ritardi.>> Si appuntò tutto. <<Fai posizionare le casse per la musica in giardino, e assicurati che ci sia sempre qualcuno a controllare che nessuno si faccia male.>> Ci mancava solo che uno degli invitati si sbucciasse un ginocchio o peggio, che fosse Jack a farsi male. <<Ah e fai cambiare tutte le cose verdi, ho cambiato idea, voglio che tutto sia di celeste e rosso ciliegia.>> Mi piaceva di più. <<Subito.>> La sua accondiscendenza mi soddisfava parecchio. <<Bene ora vai, ho altro a cui pensare.>> Si dileguò dopo il mio congedo andando ad far sapere a tutti di smontare ogni addobbo verde per cambiarli con quelli rossi, non chiedevo troppo, semplicemente che una villa intera fosse smontata e risistemata in meno di un'ora.

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