Non si è mai pronti

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            Sotto casa dei Lenzi sembrava che avessero organizzato il festival della Polizia. Il richiamo alle finestre, con comprensibile curiosità, era dettato dalla presenza delle auto della scorta e di quelle che avevano riportato a casa Martha, Giulia, Elena, e i gemelli.

D'accordo, non era la prima volta vedere il dottor Lenzi che arrivava e andava scortato da un paio di volanti, a quello, i vicini, ci erano orgogliosamente abituati, quasi appartenessero anche loro alle forze dell'ordine per il semplice fatto di essere vicini di casa di Giacomo, ma il via vai di quella sera era stato senza precedenti.

Alcuni dei vicini meno riservati si erano affacciati ai balconi, altri con o senza la scusa di possedere un cane erano scesi in strada, retaggio del covid. In tutti i casi, come detto, non avevano tutti i torti della curiosità. Dalle auto della Polizia erano infatti scesi poliziotti particolarmente guardinghi e visibilmente armati. Segno di preoccupazione e nervosismo.

Le persone scese in strada, si avvicinarono anche troppo, poi un omone in divisa si era sbracciato mandando a monte la biglietteria con tutti gli spettatori paganti.

E finalmente era sceso un silenzio ed un minimo di privacy per tutti, anche perché la scorta non aveva perso tempo ad infilare la famiglia Lenzi dentro il portone di casa.

La normalità, se così si poteva dire in un momento come quello, poteva dunque riprendere.

Il vociare di Diego e Stefano nell'androne.

"Mamma! Mamma!"

Martha li prese quasi in volo con le lacrime al viso. Anche Elena si era stretta al groviglio di braccia e di baci. Giuliana era rimasta a parlare con i poliziotti ringraziando. Questi, con grazie inaspettata, trasformarono le loro facce rudi con sorrisi gentili.

"Ciao tesori, dai saliamo, c'è papà sopra! Mamma, non stare lì a parlare adesso!", la voce di Martha a richiamare Giuliana che avrebbe perso volentieri tempo con quelle facce da poliziotti.

"Dobbiamo andare", aggiunse Martha con un'euforia forzata, dissimulando stanchezza e nervi a fior di pelle.

"Forza! Diego e Stefano, staccatavi da vostra madre e salite svelti su per le scale", disse imperiosa Giuliana per potersi affrancare dal richiamo precedente di Martha.

"Sì, sì, dai!", fece eco Elena che mirava unicamente concludere quella brutta giornata e di cercare la sicurezza delle mura di casa.

Mentre tutti salivano le scale, Giacomo era alla porta ad aspettarli.

"Ciao!".

"Ciao papà!", il coro unico e inconsapevolmente felice dei piccoli gemelli.

"Ciao, papà", il bacio di Elena ricambiato.

"Ciao, Giacomo", il saluto di Giuliana.

Poi, finalmente, gli occhi che tanto aspettava.

"Ciao, Martha"

Le labbra di Martha vibrarono per l'ansia.

"Ciao".

Giacomo la guardò con uno sguardo interrogativo. Poi a bassa voce: "Dobbiamo parlare, devi dirmi cosa è successo, i colleghi che mi hanno informato non mi è parso sappiano molto", disse serio Giacomo.

"Adesso entriamo", rispose con un soffio di voce Martha. Il sì, pleonastico, di Giacomo quasi non si sentì.

In casa, Giuliana aveva già preso il controllo delle operazioni, e in meno di un amen, Diego e Stefano si trovarono proiettati in bagno senza alcuna possibilità di rimostranze.

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