You're mine, me yours (Past)

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Niall mi convinse più e più volte ad affittare una villetta per organizzare una festa per dare "fine" all'estate. Avevamo il vantaggio di essere abbastanza conosciuti ed i primi invitati furono: Luke, Ashton, Calum, Michael e Josh.

Quando la festa iniziò, vidi che gruppi di ragazzi giungevano già mezzi fatti, sia di alcool che di fumo. Lo ero anche io, quindi mi misi subito alla ricerca di qualcuno che fosse più grande. Camminando notai la presenza di un ragazzo, seduto su un divanetto, isolato, completamente fatto. Lo raggiunsi sedendomi affianco.

"Ciao." Lo salutai ed egli mi guardò quasi perso e rise.

"Ciao." Ricambiò allungandosi sulle mie gambe. "Non sapevo esistessero le fate!" Esclamò indicando le stelle. Io risi.

"Ti posso mettere le fate negli occhi?"
"Perché?" Chiesi confuso. Lui mi guardò.

"Per illuminare i tuoi occhi e nascondere il velo di tristezza che hai."

Mi si fermò il cuore, mille altre volte ancora.

"Sei fatto, non credo tu possa distinguere-" Mi interruppe baciandomi. Sgranai gli occhi ricambiando. Divenne sempre più bramoso, voglioso, le nostre lingue erano in un gioco di danza, come i nostri respiri. I suoi occhi azzurri, le sue labbra rosee, i suoi zigomi, la sua bellezza in quell'istante erano mie. Ed io, ero suo. Si fermò, sedendosi e prendendomi in braccio per farmi appoggiare con le gambe divaricate. Potei sentire le nostre erezioni già essere a contatto, a quel tocco gemetti leggermente. Lui mi accarezzò i capelli, portandomeli all'indietro e mi fissò negli occhi, percependo tutta quell'anima e il caos che i suoi invece, avevano.

"Sei bellissimo." Mi sussurrò dolcemente abbracciandomi. Rimasi immobile, non lo conoscevo e viceversa, eppure sembrava che ci fossimo incontrati già in un'altra vita. Per fortuna, grazie a me che chiusi la porta alle mie spalle, eravamo soli, nel silenzioso più totale.
La sua stretta era così delicata, così dolce e protettiva che ci volli rimanere in eterno. Tremante gli accarezzai i capelli e lui mi fece affondare la testa nell' incavo del suo collo. Non avrei mai immaginato che potesse percepire quel turbamento che mi invadeva, ero tra le sue braccia, con il cuore galoppare e le mani tremanti. Come se oltre fisicamente, mi stesse abbracciando il dolore e davvero...non riuscivo a capire perché lui lo stesse facendo, ma sentii singhiozzare, tanto che strinsi la presa.
Mi si spezzò inspiegabilmente il cuore.

***
Volevo solo distrarmi e stare per conto mio in un modo ben diverso dal scopare con qualcuno. Quella sera non avrei scopato nessuno. Mi fiondai sul tavolo degli alcolici, con Zayn e Liam dietro di me che mi seguirono a ruota. Bevvi un drink uno dietro ad un altro.

"Wow Lou, calmati." Disse Zayn. Io non gli diedi retta e trovando Calum mi feci dare del fumo. Liam mi raggiunse dopo che ci buttammo nella mischia del ballo. Ogni genere mi si strusciava addosso e io non potei che inebriarmi di quel momento.

"Louis, stai esagerando."Risi come un ebete.

"Oh andiamo Liam! Rilassati."
"Sì, sono rilassati e anche mezzo fatto, ma tu stai superando il limite. Si può sapere che cosa è successo oggi?"

Smisi di ridere e scossi la testa, uscendo da quel casino, con dietro Liam richiamarmi. Camminai, con altri drink in mano, fino a trovarmi in una stanza isolata, dove aveva delle grandissima vetrate, da permettere alle persone di guardare un paesaggio magnifico. Rimasi a contemplarle per un bel po', pensando a quanto mia mamma le amasse, le avrei prese a miliarde per illuminarle gli occhi, proteggerla e toglierle quel velo di tristezza.

Per colpa mia.

Lei mi aveva assicurato più volte, che la crisi tra lei e Mark, non c'entrava con me, ma in generale. In parte però, sentivo che lo fosse lo stesso, con Lottie piangere a dirotto nella sua stanza, Fizzy litigare con nostra madre e le gemelle insieme alla prima. Io in quella situazione, ero l'unico a non fare nulla, se non sentirmi il cuore spezzare ad ogni lacrima che minacciava di uscire per trattenerla. Salii nella mia stanza, quando Lottie si presentò, con i suoi occhi critallini, pieni di lacrime davanti alla mia porta. Era arrabbiata, triste e delusa.

Delusa da me.

"Perché non potete andare d'accordo?"

Mi si fermò il cuore. "Tu e Fizzy, con mamma e papà, perché?"

"Non è solo colpa nostra!" Mi resi conto di aver urlato troppo. Lei sgranò gli occhi sbigottita.

"S-scusa Lottie io-" Scosse la testa andando via. Mi passai le mani fra i capelli e sbattei la porta entrando nella stanza proprio per prepararmi a quella serata.

Nelle stelle ci vidi proprio quella scena, di quello stesso giorno, straziante e come un incubo.

Tornai alla realtà, quando un ragazzo giunse chiudendo la porta verso di me. Dolcemente si avvicinò salutandomi ed affiancandomi. Mi soffermai sugli occhi, davvero belli, unici, anzi rari.
Però erano così, tristi, come quelli di mia mamma e non feci altro che trattenere quel groppo alla gola che mi si era creato. Una creatura del genere, davanti ai miei occhi, preoccupata forse per me, tento a darmi attenzioni, era sofferente. Tremendamente bellissimo che quasi avevo paura persino di toccarlo. Non stetti però, ad ascoltare quel sentimento e lo baciai dolcemente. All'inizio non sembrava ricambiare, ma dopo, avendo la conferma che gli stesse piacendo, lo trasformai in voglia, come se volessi assaporare le sue labbra rosee, i suoi occhi verdi e i suoi ricci su di me. Sembravo essere suo per un momento e lui era mio. Senza pensarci due volte, lo presi delicatamente in braccio, sedendomi e facendolo appoggiare con le gambe divaricate su di me. Le nostre erezioni si toccarono e io sentii il riccio gemere lievemente. Non volevo farci nulla, non in quello stato. Era così sofferente che mi salivano i sensi di colpa solo al pensiero di potergli levare ciò che indossasse in quel momento.
Così, lo abbracciai, come se lo potessi toccare più nel profondo. Guidai la sua testa nell'incavo del mio collo e lo strinsi ancora di più a me, abbracciando anche il suo dolore.
Era il primo ragazzo che restava così, senza andare oltre, portandomi a singhiozzare e crollare in un pianto. Mi accarezzò i capelli, stringendo l'abbraccio e rimanendo in silenzio.

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