Do good for the heart

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Decisi di raccontare a Louis cosa fosse successo. Mi fidavo di lui, era così protettivo nei miei confronti, non mi avrebbe giudicato.

Forse lo avrebbe fatto...

Forse pensava che fossi un pazzo, un fallito, ma non lo diceva, affermava solo cose carine per farmi stare meglio. Strinsi il cuscino, trattenendo altre lacrime che minacciavano di uscire. Sospirai, con ancora Louis girato di spalle, in attesa di una mia parola.

Forse si sarà già addormentato, chi mai mi sentirebbe se non solo gemere. Infondo andava a finire sempre così, sesso e frequentazione di pochi giorni o addirittura ore. Con Louis invece, era rimasta un'amicizia strana, era proprio l'aggettivo giusto per definire il nostro legame, poiché i migliori amici non si baciano e non fanno sesso di continuo. La nostra amicizia era basata sulla virtù del bene e del piacere, un piacere da soddisfare per entrambi. Feci un altro respiro, con gli occhi pizzicare.

"Non sei obbligato a dirlo se non sei sicuro, io aspetterò."

Mi si fermò il cuore e poi accelerò all'impazzata. Aveva detto che avrebbe aspettato? Non mi aveva obbligato? Un piccolo sorriso mi si propagò sul volto, ma scossi la testa.

"No,tu devi sapere."
"Non sei obbligato Harr-"
"Voglio dirtelo, ma per favore non guardarmi, rimani così."

"Va bene, ti ascolto."

Feci un altro respiro profondo. Iniziando a proferire parola. "Io vivo con mia mamma e mia sorella, ma questo già lo sai. Ma ti staresti chiedendo dove sia mio padre. Bene, quando ho dichiarato di essere gay, mi ha letteralmente schifato. Quando le due donne non c'erano e lui era in casa, per me era impossibile uscire, ogni volta, mi trovavo con dei lividi ad ogni parte del corpo, tranne in faccia. Morivo dentro ogni volta, non ne proferivo parola, tranne con Niall. Un giorno, mia mamma si scordò delle chiavi, ed entrò qualche minuto dopo in casa. Sentendo delle urla, salì lentamente le scale fino ad arrivare in camera mia, dove sbraitò verso mio padre. Mi stava picchiando e peggio delle altre volte." Mi fermai, tossendo per far ritornare la mia voce com'era prima. Louis non proferì parola per tutto il discorso, rimase in silenzio, ancora girato di spalle, fermo ed immobile. Poi ripresi."Ero senza forze, con le sue parole nella mia testa. -Mostro, frocio, annulità, vergogna, errore...- Ogni giorno, nascondevo quel dolore, iniziando a non uscire nemmeno dalla mia stanza, ero solo lì, sul mio letto a piangere e ogni volta che mi venivano in mente quelle parole, aprivo l'applicazione dove si poteva scopare online, sai com'è. L'assenza di mio padre ha influito molto, tanto che ogni volta che quei tizi mi facevano complimenti io ne rimanevo subito affezionato. -Sei bellissimo, piccolo come ti farei in questo momento e tenerti tra le mie braccia, ti abbraccerei fino a fartelo diventare duro e stare qui con me.- Erano più grandi e mi piaceva. -Sei così giusto che ti avrei qui con me adesso. Scopami la vita. Sei così carino che vorrei vederti gemere davanti a me. Ti voglio.- Non mi interessava che dopo avrebbero voluto fare sesso, a me piaceva il modo in cui mi trattavano, perché per loro ero perfetto e no un mostro. Un giorno mamma e Gemma, parlarono con me, per convincermi che la vita deve essere vissuta nonostante il dolore. Così, anche se con molta fatica, presi il mio dolore e lo imoacchettai nel mio cuore, facendo nascere un sorriso. Iniziai ad uscire, a frequentare di nuovo i miei amici contenti del mio ritorno, perché gli mancavo un sacco. Niall soprattutto passava ogni giorno a casa, ma io lo rifiutavo, rifiutavo qualsiasi visita. E da quelle uscite, iniziai a scopare davvero e a vivere storie di poche ore, ma mi stava bene, perché mi apprezzavano e mi davano attenzioni. È successo anche con Nick, in un pub, ero così fatto che nemmeno mi ricordavo fosse lui, così mi buttai nella mischia, da quel giorno anche lui fece la stessa routine e adesso, dov'è? Andato via anche lui. Poi ho incontrato te..." Mi fermai.

"Posso- posso girarmi?" Io annuii e il suo braccio mi avvolse il fianco. Mi strinse così forte, che il mio cuore non cessava di fermarsi.

Mi sono incantato dal primo sguardo, forse innamorato. Con lui era tutto così diverso.

"Sai perché sono pieno di lividi Lou? Sono andato in un oub e c'era mio padre. Mi ha visto e mi ha picchiato tantissimo, prendendo in conto anche il mio stato di ebrezza." Louis affondò la testa sulla mia schiena, sentendo il suo respiro, provocandomi mille brividi.

"Quel signore, non è mio padre..."Iniziò."È il mio patrigno. Non c'è l'ho con lui, è perfetto, mi ha trattata come un figlio e lo fa ancora, infatti porto il suo cognome. Il mio padre biologico è una merda, ha abbandonato me e mia madre quando io ero ero piccolo e ora non si sa nemmeno che fine sia fatto, se sia vivo o morto. Ho sempre avuto questa tendenza nel proteggere le mie sorelle e mia madre soprattutto. Invidio come loro possano dire con facilità papà. Così un giorno successe che i miei decisero di porre fine, lasciandosi, ma sono comunque in buoni rapporti. Io e Lottie continuiamo a litigare sempre, per lo stesso motivo. Sembra che la colpa sia solo mia, ogni volta mi sento un peso, come se non fossi nato, fosse stato meglio per tutti."

Mi girai di scatto stringendolo a me."Non dire mai più una cosa del genere, tu fai bene al cuore Louis."

Sorrise leggermente e mi accarezzò i capelli delicatamente. "Fizzy è una delle mie sorelle, vive con Mark."Continuò con quel gesto che mi rilassava."Lei a differenza mia ha più coraggio di me, sta chiarendo con mia mamma. È bello vederla felice, almeno Fizzy ci riesce, io vorrei solo darle più luce, ma ogni volta, per colpa della mia rabbia repressa, vedo nei suoi occhi solo sofferenza. Mi sono arrabbiato così tanto quando ha detto che avremo passato le vacanze natalizie da Mark. Non volevo vedere mia mamma così malinconica nel vedere la famiglia riunita. Hai ragione Harry, tendo ad proteggere gli altri e non prima me. Per questo anche nek sesso mi rifugio nei coetanei un po' più piccoli, perché ognuno di essi hanno delle debolezze, ma quelli che ho incontrato, sono solo assetati di sesso e basta, così ho spento definitivamente i sentimenti. E poi ho incontrato te." Sorrise alla fine.

Abbassai un po' lo sguardo, un po' perché ero arrossito, un po' perché ero triste dell'ultima frase che avesse detto. Come mi avrebbe mai potuto amare?

"Ti posso chiedere una cosa?" Io annuii con ancora le sue carezze. "Domani, prima che finisca la scuola, vorrei andare da Mark, mi faresti compagnia? Poi entrerò da solo in casa, voglio solo qualcuno di speciale e io mi fido di te Harry."

Il mio cuore fece una grande capriola. "Ma certo!" Dissi con troppo entusiasmo. Lui rise dandomi un bacio sulla fronte. "Fai bene al cuore anche tu Harry. Un grazie non basta." E da lì si strinse di più addormentandosi.

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