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Fui felice di udire quelle sue parole, tant'è che sorrisi involontariamente, di nuovo.

Ci iniziammo ad incamminare verso casa mia, e dato che ormai eravamo piuttosto vicini, non fu difficile ritrovare la via di ritorno.
Per tutto il tragitto nessuno dei due osò aprire bocca, l'imbarazzo era davvero troppo. Fin quando Tom non fiatò
T: - Bill mi ha detto che ti piace suonare la chitarra, in particolare quella elettrica - si soffermò - è così? -
T/n: - Bill ti ha parlato di me? - chiesi sorpresa - comunque si, suono la chitarra elettrica - accennai nuovamente un sorriso
T: - vedo che abbiamo già una cosa in comune allora - distolse lo sguardo mentre sorrise di ricambio
T/n: - direi di sì -
T: - c'è qualche altro tipo di strumento che ti piacerebbe suonare? o che comunque hai provato? - chiese interessato all'argomento
T/n: - mh si, direi il pianoforte. Prima di trasferirmi qui, nella mia città avevo un'amica che suonava il pianoforte, si chiama Ellie. Spesso veniva a casa mia, o io a casa sua e provavamo a suonare qualcosa insieme. Alle volte mi faceva provare qualcosa alla sua pianola, oppure lei mi suonava un brano a sua scelta, e ne rimanevo sempre stupita - iniziai a risentire la sua mancanza - era l'unica amica che avevo lì, o per lo più l'unica in cui riponevo fiducia, in fondo siamo cresciute insieme -
Tom non disse nulla, ma mi seguiva con lo sguardo, rimase attento tutto il tempo ad ascoltare ciò che gli dissi
T/n: - invece tu? c'è qualche strumento che suoni o che ti piacerebbe suonare? - chiesi interessata
T: - la chitarra acustica -
- anche se la chitarra elettrica è più nel mio stile, alle volte cambiare non è male, devo dire che mi piace molto -

Continuammo così per tutto il resto della camminata verso la via del ritorno, ed una volta arrivati lì lo ringraziai
T/n: - grazie per avermi accompagnata
fino a casa -
T: - non c'è bisogno di ringraziarmi, in fondo mi sono offerto io di accompagnarti,
e poi siamo vicini di casa oramai, prendilo come un gesto carino fatto da un'amico - disse in un lieve sorriso
- mi sono divertito sta sera -
gli sorrisi a quelle sue parole
T/n: - sei stranamente gentile quando bevi più del dovuto o sbaglio - lo guardai dritto negli occhi - ti ho conosciuto oggi, ma non mi dai l'impressione di essere quel solito ragazzo angelico - dissi con un sorrisetto stampato sul volto cercando di stuzzicarlo un pochino
T: - chi lo sa - disse facendo una smorfia - ad ogni modo, se ti va un giorno posso insegnarti a suonare qualcosa con la chitarra acustica - affermò, facendomi un'occhiolino
T/n: - lo apprezzerei - dissi sarcasticamente - grazie -

Nel mentre frugai con una mano nella mia borsa per trovare le chiavi di casa, ma indovinate?
non le trovai.
Ritentai di nuovo, ma nulla.
Mi accasciai a terra svuotando nervosamente la borsa, mentre Tom era ancora lì fisso a guardarmi con uno sguardo confuso
T: - c'è qualche problema Tn? -
Non risposi.

In un attimo mi ricordai di quando uscì qualche ore fa da casa insieme a Bill per raggiungere il posto in cui si sarebbe tenuta la festa, ed ebbi quella strana sensazione di aver dimenticato qualcosa di piuttosto importante, e fu proprio così.
Mi scordai le chiavi di casa.
T/n: - cazzo -
T: - Tn che succede -
T/n - mi sono dimenticata le chiavi di casa - dissi frustrata - mi sono completamente chiusa fuori casa, e non ho la più pallida idea a che ora tornino i miei - dissi iniziando ad agitarmi più del dovuto.
I miei si fidano di me, e nonostante non avessi un gran rapporto con loro, l'idea di deluderli in qualche modo mi faceva ribollire il sangue dalla rabbia. Mi chiesero di tornare ad una buona ora, ed è ciò che avevo intenzione di fare, se solo non avessi dimenticato quelle sante chiavi.
T/n: - non appena lo scopriranno si arrabbieranno a morte con me -
T: - non c'è proprio nessuno da cui puoi stare? qualche parente o amica? -
T/n: - Tom sono letteralmente arrivata oggi, qui in Germania, non conoscono nessuno a parte te e Bill - aspettai 2-3 secondi per riprendere fiato - invece per i parenti si, avrei qualcuno, il problema è che diranno tutto ad i miei il giorno successivo, sono appena arrivata e già mi ficco nei casini così facilmente? Mi chiedo come faranno a fidarsi ancora a pieno di me d'ora in avanti -
- E poi, dubito che i miei zii siano svegli a quest'ora della notte - mi massaggiai le tempie nel frattempo, cercando di trovare una soluzione e mantenere
la calma.
Iniziò a salirmi un mal di testa allucinante per tutta la rabbia e l'alcol che avevo bevuto, tutto ciò che avrei voluto in quel momento era solo sdraiarmi sul mio comodo letto e smettere di pensare.
Ma prima avrei dovuto risolvere il problema in cui mi ero cacciata.

T: - Vieni da me -
Avevo sentito bene?
T/n: - cosa? -
T: - Non è un problema -
T/n: - Tom ne sei sicuro?, e se i tuoi dovessero fare domande o comunque- -
Non ebbi il tempo di finire la frase che Tom era già intento a darmi una risposta
T: - i miei hanno il turno di notte -
Lo guardai perplessa, non ero ancora del tutto sicura di quella opzione, e se il tutto si fosse spinto oltre? dato quel che accade alcuni minuti fa..
La mia testa era ancora bloccata lì, fissa, in quell'instante, quel preciso momento in cui persi il totale controllo di me stessa, del mio corpo, e lo affidai completamente a lui, lasciandomi andare come non avevo mai fatto con nessuno prima d'ora.

Smisi di navigare nei miei pensieri e ritornai alla realtà. Dovevo prendere una decisione nonostante le poche opzioni che avevo. Non avevo posto in cui andare al momento, e non avrei voluto di certo dormire fuori in strada come una senzatetto disperata dando una brutta impressione a chiunque fosse passato di lì, non che avessi qualcosa contro di loro, ma cosa avrebbe pensato la gente di me vendendomi in quello stato? sicuramente non si sarebbero fatti una buona idea sulla mia persona.

T/n: - sei sicuro? -
T: - davvero ti spaventa dover dormire per una notte a casa mia? A casa del tuo vicino? - disse in una piccola risata - non preoccuparti, se vuoi ho anche qualcosa per il mal di testa, basandoci su quel che hai bevuto, domani mattina, avrai un mal di testa lancinante per non parlare del mal di stomaco -
T/n: - Se è per questo, è già iniziato - dissi sbuffando
T: - avanti entriamo - disse per poi mettermi una mano sul mio fianco invitandomi ad entrare dentro casa con cautela.

Ed eccola lì. Quella forte sensazione che mi provocava ogni volta anche solo sfiorandomi, così forte da farmi dimenticare i miei dolori corporei che avevo proprio in quegli istanti. Quel ragazzo mi provocava un effetto decisamente strano, inspiegabile a parole, ma mi piaceva, ed anche molto. E sapevo anche fin troppo bene che sarebbe stato piuttosto difficile ignorarlo d'ora in avanti.

...

Scusate per il ritardo del sesto capitolo con la scuola di mezzo è difficile aggiornare, ma fortunatamente oggi è venerdì, e da domani ritornerò ad essere più attiva!
Questo capitolo non mi è molto piaciuto per come è uscito, ma spero che possiate comunque apprezzarlo, ci vediamo al prossimo ;)

Il suo sorriso | tom kaulitz x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora