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Quei passi lì sentì sempre più vicini a me, tentai di ignorarli, ma non riuscì.
Stetti per voltarmi fin quando percepì una mano appoggiarsi sulla mia spalla, mi voltai credendo di ritrovarmi davanti Bill, ma non fu così.
Era Tom.

Lo fissai per un paio di secondi negli occhi senza dire una parola, e prima che potessi aprire bocca lui era già intento a farmi mille domande
T: - ho visto come eri nervosa prima - mi disse continuando a tenere il suo sguardo fisso sul mio, mentre io mi ero già girata altrove
- quindi fumi anche tu -
T/n: - mh, così sembrerebbe - risposi secca. Per non bastare, tutto quel nervoso che era sparito precedentemente, ritornò in un attimo, con un battito di ciglia.
E se devo dirla tutta sta volta più che nervoso, si trattava di agitazione.
T: - al momento non sembra tu sia in vena di parlarne, e tantomeno di rispondere a delle mie vaghe domande, ma lo farò comunque - buttai la mia sigaretta a terra spegnendola - ti sei per caso ingelosita per quel bacio di prima con quella ragazza? - mi disse cercando di trattenere il sorriso che si stava creando sul suo volto.
T/n: - perché mai dovrei, ti conosco a malapena - dissi evitando ad ogni costo il suo sguardo, come se non avessi appena negato l'evidenza - sarà stato per l'alcol di troppo - mentì di nuovo.
T: - qualcosa mi dice che tutto quello che mi hai appena detto non è la verità, o almeno, non in parte - smise di guardarmi - beh d'altronde quel bacio di prima, fra me e te, non era male sai -

Sentì di nuovo quella strana sensazione farsi spazio in tutto il mio corpo, ma stavolta era diversa, non si trattava di gelosia e nessuna delle altre provate prima.
Era una sensazione ancora più strana di tutte quelle messe insieme precedentemente, mi voltai verso di lui
T/n: - che cosa vuoi Tom Kaulitz - stavolta iniziai io a guardarlo negli occhi senza un briciolo di timidezza - a che gioco stai giocando? -
T: - nessuno - si fermò - nessun gioco -
Per qualche strano motivo il mio cuore iniziò a battere più forte e veloce del normale, le mani che mi tremavano dall'adrenalina e la voce che a malapena usciva dalla mia bocca.
T/n: - non hai idea dell'effetto che mi stai facendo Tom - dissi, stupendomi di me stessa e delle mie stesse parole che pronunciai senza alcuna vergogna
T: - allora mostramelo - si avvicinò lentamente verso di me - tu invece non hai idea di quanto io voglia assaggiare di nuovo quelle tue labbra Tn -
Restammo entrambi in silenzio per un millesimo di secondo, fin quando Tom non cedette.

Le nostre labbra si unirono nuovamente le une sulle altre, rendendo il tutto più movimentato.
All'inizio era un bacio lento e bisognoso ma poco dopo si trasformò in tutt'altro.
Tom mi prese in braccio e mi poggiò con calma su un muretto lì vicino, preso dal momento poggiò nuovamente una sua mano sul mio fianco mentre l'altra vagava sotto la mia maglietta attillata.
Poco dopo si staccò dalle mie labbra, passando al collo. Una delle mie più grandi fottutissime debolezze.
Inziò piano piano col baciarlo lentamente anche se poco dopo sentì le sue labbra bagnate lasciarmi succhiotti ovunque, nel mentre una mia mano si era "aggrappata" ai suoi dread e l'altra al suo collo.

Continuammo così a tempo indefinito fin quando, a causa di una notifica emessa dal mio telefono, mi distaccai da lui.
Era una chiamata in arrivò da parte di Bill, restai impalata a fissare lo schermo come un'idiota pensando a cosa fare e a cosa dire, ma nulla. Il vuoto totale.
Era ormai passato un po' di tempo da quando gli avevo detto che sarei uscita per un po' fuori a fumare.
Si sarà preoccupato, immaginavo.

Ritornai in me, nonostante i forti giramenti di testa causati dall'alcol, ero intenta a rientrare dentro da Bill per dirgli che era tutto apposto ma fui fermata immediatamente.
Sentì Tom prendermi per il polso
T: - dove vai? - disse con tono calmo
ma confuso
T/n: - dentro, da Bill -
- sono, o forse dovrei dire, siamo scomparsi per un bel po' di tempo dalla sua visuale, non pensi si sia preoccupato? non gli ho fatto sapere più nulla da quando gli ho detto che sarei uscita fuori a fumare, non ho neanche risposto alla sua chiamata -
T: - vuoi rientrare in quel modo? - disse con un sorrisetto malizioso
T/n: - di che parli -
T: - ti serve uno specchio? - affermò con tono sarcastico.
Non capì di che diavolo stesse parlando, fin quando non mi vidi sul riflesso del mio telefono. Avevo tutto il rossetto sbavato, per non parlare del collo ricoperto da succhiotti ed i capelli leggermente spettinati. Cazzo.
E ora che diavolo avrei dovuto raccontare a lui e a tutto il resto del gruppo? Non che dovessi dare obbligatoriamente chissà quante risposte o spiegazioni, ma di certo avrebbero fatto domande a non finire.
Non ci vidi più dall'ansia
T/n: - Cazzo e adesso? che faccio? Non appena rientrerò faranno tutti mille domande ed in più non ho nulla per coprirmi o per renderlo un po' meno visibile.. chissà dove andranno a parare -
- merda, non era di certo questa la prima impressione che volevo dare. -
T: - che c'è di male, ti sei solo lasciata andare giusto un pochetto, capita a tutti
in fondo -
T/n: - un "pochetto"? - dissi mimando le virgolette con le dita
- Tom, non adesso, non è proprio il momento. -

Mise finalmente da parte l'ironia e iniziò a comportarsi in maniera seria cercando di aiutarmi ad uscire da quella situazione e a trovare una soluzione, in cui in fondo, mi ci ero cacciata da sola.. o almeno credo.
T: - Se passiamo da dietro per il parcheggio, in cui siamo adesso, e facciamo il giro largo dovremmo passare inosservati senza destrare sospetti -
T/n: - mh, tu credi? - dissi un po' incerta
T: - fidati di me -
T/n: - e che cosa diremo quando ci chiederanno del perché c'è ne siamo andati? per di più senza dire nulla -
T: - mhh - ci pensò sù un attimo
- dirò loro che ti ho aiutato a ritornare verso casa, dato che eri ubriaca marcia -
T/n: - vedo che il ragazzo vuole salvarsi il culo facilmente - dissi, sospirando a braccia conserte - non importa, andiamocene e basta da qui.. Altrimenti mi saliranno ulteriori sensi di colpa per aver lasciato Bill solo alla festa
senza alcuna spiegazione -
T: - hey guarda che quel ragazzo ha diversi amici, troverà un modo per intrattenersi fino a fine serata - disse in una mezza risata

Uscimmo da lì facendo il giro lungo, come suggerì Tom, senza destrare alcun sospetto.
Stranamente filò tutto liscio.
T/n: - Grazie Tom -
T: - di nulla figurati - mi sorrise
T/n: - ora dovrei riuscire a tornare tranquillamente a casa senza problemi, se ti va puoi rientrare dentro dagli altri -
puro silenzio
T: - e se volessi accompagnarti fino a casa? cosa faresti? - disse quasi con tono titubante.
Mi bloccai un secondo a quelle sue parole; per quale motivo avrebbe voluto di sua spontanea volontà accompagnarmi fino a casa? Iniziai a vagare nella mia testa ad una possibile risposta alla mia domanda che mi feci tra me e me.
Ma ovviamente, non ci riuscì.
Poco dopo riprese a parlare
T: - reggerai bene l'alcol come dici tu, ma chissà potresti ritrovarti a terra da un momento all'altro, perdere i sensi.. - disse guardandosi attorno, come per evitare il mio sguardo - e poi non mi fido delle persone che ci sono in giro a quest'ora di notte, e non dovresti farlo neanche tu -
T/n: - ne sei così sicuro? non nego che un po' di compagnia in questo momento non mi farebbe male, ma non voglio "costringerti" in alcun modo - dissi onestamente cercando di nascondere il sorriso che avevo in volto
T: - non mi stai costringendo, ti accompagno volentieri, se per te non è
un problema. -

...

Scusate per il ritardo del quinto capitolo, con la scuola di mezzo è piuttosto difficile aggiornare, ma c'è l'ho fatta.
Come al solito, spero vi sia piaciuto ;)

Il suo sorriso | tom kaulitz x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora