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Entrammo insieme dentro casa, e non appena misi piede all'interno di essa, non poté notare quanto fosse grande e spaziosa la loro abitazione. In fondo era molto simile alla mia, in fatto di proporzioni, e quella coincidenza in un certo senso, non mi dispiaceva affatto.

T: - Vieni, seguimi - disse non appena entrammo. Tom mi fece segno di seguirlo fino alla cucina e così feci
T: - ho qualche pasticca da far sciogliere in un bicchiere d'acqua per il mal di testa se ne hai bisogno - disse mentre prendeva una scatoletta ed un bicchiere da un'armadietto. Non risposi, mi ero fermata ad osservare l'interno della casa e le varie foto appese ed appoggiate sui dei mobili
T/n: - questi siete tu e Bill? da piccoli? - dissi divertita e con un piccolo sorriso che non riuscì a trattenere
T: - ahh speravo non le notassi - disse con tono ironico
T/n: - eravate così simili da piccoli -
Tom accennò un sorriso ma non disse nulla, si limitava solo ad ascoltare e guardare le mie reazioni esagerate alle varie foto sue e di Bill da bambini.

T: - vedo che il mal di testa ti è passato allora - incrociò le braccia
T/n: - come? oh si giusto la pasticca -
T: - ecco tieni - mi porse in mano il bicchiere con la pasticca ormai già sciolta nell'acqua. Odiavo quel forte sapore di medicina, ma non feci storie inutili ed ingoiai tutto in un solo sorso.
T/n: - grazie, di nuovo -
T: - è il minimo che potevo fare -
Ci fu un silenzio tombale, un totale imbarazzo appena percepibile nell'aria, restammo a fissarci negli occhi per un po' fin quando entrambi tornammo alla realtà l'istante dopo
T: - sei stanca? -
T/n: - vedere le vostre foto da bambini mi ha ridato energie - dissi scherzando - effettivamente un po' si, sarà anche per il mal di testa, spero che dormendo la mattina dopo mi sarà ormai passato -
T: - va bene allora, vieni con me - mi prese con leggerezza per il polso mentre salimmo le scale per andare al piano di sopra dove, teoricamente, si trovava la sua camera e quella di Bill

T/n: - dove stiamo andando? - chiesi confusa. A quanto pare l'alcol stava facendo effetto proprio ora, in quel preciso momento, rendendomi una
tale idiota
T: - vuoi per caso dormire con quei vestiti che hai usato alla festa? puzzano di alcol e fumo - disse tutto d'un fiato
T/n: - viva l'onestà - dissi facendo una mezza smorfia.

Arrivati al piano superiore entrammo in camera sua, e ne rimasi stupita al suo interno. Le pareti erano di un verde scuro militare, con delle chitarre appese su di esse (ed una appoggiata vicino al letto), un letto matrimoniale piuttosto grande affiancati da due comodini posti ad entrambi i lati, armadi alti ed abbastanza larghi, una scrivania con vari dvd ed album poggiati su di essa, e moltissimi tipi di poster attaccati sul muro, tra cui alcuni di essi dove c'erano lui e, teoricamente, la sua band.

Tom faceva parte di una band?
Questa domanda iniziò a sovrastare la mia mente da tutti gli altri pensieri in quel momento.
Ero fin troppo curiosa dal sapere, ma non fiatai, non avevo nemmeno le forze per parlare in quel momento, e non me ne capacitavo.

Ero ancora ferma, lì in piedi, ad un passo dalla porta. Rimasi davvero incantata dalla sua camera, rispecchiava tutto ciò che in fondo sia io che lui amavamo, la passione per la chitarra e la musica. Avrei sperato che un giorno, anche la mia camera, fosse diventata simile alla sua.
T: - non entri? - mi chiese
T/n: - ah si giusto -

Entrai, lasciai la mia borsa cadere sul suo letto, mentre vidi Tom frugare nel suo armadio per cercare qualcosa, mi avvicinai alla parete su cui erano poste le chitarre guardandole attentamente
T: - Tn - udì il mio nome
T/n: - mh? - feci per voltarmi verso di lui
T: - tieni queste - si avvicinò per pormi una sua maglia piuttosto larga e dei suoi pantaloncini sportivi abbastanza lunghi per me - almeno dormirai più comoda - disse con un piccolo sorriso sul volto.
Li presi in mano ringraziandolo successivamente
T: - ti lascerò dormire qui in camera mia sta notte, io andrò qui affianco in quella di Bill - disse mentre mi guardò attentamente - se preferisci cambiarti da un'altra parte puoi- - non ebbe tempo di finire la frase che mi tolsi già la maglietta rimanendo solo
in reggiseno.

Tom non disse una singola parola, rimase muto, lì ad osservami giocando con il suo piercing.
Mi guardò dall'alto in basso con occhi insistenti, quando mi girai a mia volta per guardarlo dritto negli occhi, il mio sguardo ricadde di nuovo sulle sue labbra, quelle dannatissime labbra.

Quella famosa sensazione che mi provocava ogni volta che mi guardava o che mi toccava, riapparse come previsto.
Il mio corpo sembrò muoversi nuovamente, da solo, verso di lui.
Lo spinsi delicatamente sul letto, facendolo sedere su di esso, e mentre continuava ad osservare ogni mio movimento mi misi a cavalcioni su di lui, proprio come alla festa.
Sentivo la presenza del suo sguardo su di me, sul mio corpo.

Tom poggiò una sua mano sul mio fianco facendomi ansimare involontariamente. Sorrise a quella reazione che mi aveva provocato, e come se non bastasse, poggiò l'altra sua mano libera sul mio interno coscia facendomi provare un brivido
che perforò tutto il corpo
La sua mano calda sul mio corpo freddo.
Una volta che ritornai a guardarlo negli occhi unimmo le nostre labbra.
Fu un bacio lento che poco dopo si trasformò in un limone vero e proprio.
Ci staccammo entrambi poco dopo per riprendere fiato, e decisi di sfilargli via la maglietta che aveva ancora addosso, soffermandomi, di nuovo, a guardarlo..
a guardare il suo fisico perfetto che teneva nascosto dietro la solita maglia oversize che portava.

Poco dopo Tom ribaltò la situazione, approfittando di quel momento, mi fece ricadere sul letto sfilandomi i pantaloni di dosso, facendomi rimanere solo in intimo.
Iniziò a giocare con il mio collo, stuzzicandomi, per poi iniziarlo a baciare delicatamente, fin quando non iniziò a lasciare ancora una volta su di esso dei succhiotti bagnati.
Ma non finì lì. Come se non bastasse, dal collo, si abbassò passando alle cosce, dove anche lì mi lasciò succhiotti a non finire, provocandomi emozioni e brividi incontrollabili. Automaticamente misi un braccio sulla bocca per cercare di nascondere qualche gemito che usciva involontariamente
da essa.

...

Nulla di specifico da dire oggi, spero solo vi piaccia anche questo capitolo ;)

Il suo sorriso | tom kaulitz x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora