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Una mano si era posata sul mio fianco, era quella di Charles, durante la notte si era girato e mi aveva abbracciato.
Il suo volto era affondato fra i miei capelli e il suo respiro coccolava il mio collo, mi girai lentamente cercando di non svegliarlo, ma se c'era una persona che aveva il sonno leggero quello era lui.
Mi fece girare in modo tale da poterci guardare, sorrise e ai lati della sua bocca si crearono quelle dannate fossette che facevano impazzire tutte le ragazze.

C: Bonjour becca
B: Bonjour Charles, dormito bene?
C: si a parte i tuoi calci
B: scusa, sai come sono fatta
C: si lo so, forse dovevo lasciarti dormire con Pierre o Joris

Sorrisi e poi lui mi diede un bacio sulla punta del naso, mi alzai e andai in cucina a preparare la colazione, c'era un post-it di Ricky, lui e Marta erano andati a fare un giro e sarebbero tornati nel pomeriggio, quindi ero sola con charles, Pierre e Joris.
Presi una ciotola e iniziai a preparare dei pancake , poi due mani mi cinsero i fianchi e delle labbra carnose si poggiarono sulla mia guancia.

P: è sexy una donna che cucina
B: Gasly Bonjour
P: Bonjour bellissima
C: ehi tu lontano dalla mia migliore amica
P: charles sei ossessivo con lei, non so come faccia a sopportarti
B: anni e anni di allenamento

Già lui non sapeva di quello che avevo passato con Charles, non sapeva del soprannome idiota e di tutto il resto, lui lo avevo conosciuto che il più era passato.
Poco dopo ci raggiunse anche Joris, lui mi aiutò preparando il the e apparecchiando, mentre gli altri due erano già belli seduti al tavolino fuori dalla cabina, lo sentivo parlare, di sicuro Pierre lo stava informando su qualche nuova fiamma, lui era così, tanto divertimento e poche relazioni serie.
Pronta la colazione, sempre aiutata da Joris portai le cose a tavola e iniziammo a mangiare.

P: Joris quindi?
J: cosa?
P: la ragazza di cui parlavi ieri con ricky
J: Pierre ma i cazzi tuoi mai?

Fece di no con la testa e poi si mise a ridere e charles fece la stessa cosa, a volte Joris mi faceva tenerezza, sapevo benissimo che stavano parlando di me, ma lui era timido e non avrebbe mai ammesso di avere una cotta per me.

B: ti senti con una ragazza?
J: no, mi piace ma non credo di piacere a lei
B: te lo ha detto lei? O lo pensi tu?
J: è una mia impressione, non credo di essere il suo tipo
B: che ne sai, provaci e vedi cosa fa

Caló il silenzio a tavola, ero stufa delle insicurezze di Joris, volevo che avesse le palle di dirmi le cose come stavano anche se questo poteva portarlo a scontrarsi con la realtà delle cose, ovvero che non mi piaceva.
Charles cambiò drasticamente argomento, iniziarono a parlare di gare, tempi, strategie, io non ne capivo nulla.
La prima gara che avevo visto era Baku dopo la morte di Herve, charles era ancora in formula 2, era andata con lui solo per sostenerlo e fargli da supporto morale.
Quel giorno aveva pianto prima della gara, gli tremavano le mani, lo aiutai a vestirsi, a mettersi i guanti e il casco, poi gli diedi un bacio, se non avesse avuto il casco quel bacio sarebbe stato sulle labbra.
Poi il podio, venne verso di me per abbracciarmi e quando salì dedicò la vittoria a suo papà, tornati in camera si rimise a piangere, passai tutta la notte abbracciata a lui cercando di fermare il suo pianto.

C: becca tutto ok?

La voce dolce e melodiosa di charles mi riportò alla realtà, con la mente ero ferma ad un ricordo che per quanto triste mi faceva bene al cuore.

B: sisi stavo pensando ad una cosa
P: a quanto sono bello?
B: più a quanto sei idiota. Comunque non pensavo a niente di importante.
P: dai dillo al tuo Pierino cosa ti turba...

Si avvicinò a me e mi avvolse in un abbraccio prima di iniziare a farmi il solletico, sapeva benissimo che lo soffrivo.
Il tono di voce di charles cambiò drasticamente nel redarguire il suo migliore amico, non era più dolce, ma c'era una punta di aggressività, mi staccai da Pierre e scivolai fino a Charles, mi strinsi a lui cercando il mio porto sicuro, le sue braccia.

C: questo chi è? Lo conosco?
B: cosa?
P: il ragazzo che ti turba così tanto
B: ma chi ha parlato di un ragazzo? Stavo solo pensando...
C: parlavamo di Joris e della sua cotta poi ti sei isolata e guardati ora? Come un koala avvinghiata a me, dai su spara sto nome?
P: basta che non sia Carlos...
B: sainz?
C: non è lui vero?
B: no che cavolo, davvero ragazzi è tutto ok

Mi guardò negli occhi e mi sorrise, lo abbracciai forte a me e poi mi alzai per andare da Joris che nel frattempo si era andato a distendere sui materassi a poppa.

POV charles

Quando becca andò da Joris, Pierre mi diede un buffetto sulla spalla, sapevo a cosa si stava riferendo.

C: sei fuori strada
P: perché?
C: è come una sorella
P: allora sei proprio un idiota
C: ma smettila
P: secondo te perché Joris non ci prova con lei? Perché sa benissimo che non avrebbe speranze, perché per lei esisti solo tu
C: Pierre ti prego, quante volte abbiamo affrontato questo discorso?
P: troppe volte
C: perfetto e torno a ripetere lei non è per niente il mio tipo, le voglio bene ma qua ci si ferma
P: bene allora sono libero di provarci e portarmela a letto
C: no
P: dammi una sola motivazione e io non lo farò, e ti assicuro che la cosa per me è come una sorella non funziona.

Sbuffai, Pierre non capiva, lui non sapeva del mio passato con Becca, di come l'avevo tratta e di come, nonostante tutto, lei poi mi avesse perdonato e mi fosse stata vicina nel mio momento peggiore.
I suoi occhi azzurri mi avevano rassicurato tutte le volte che ero teso, Giada la odiava, era gelosa di lei e del nostro rapporto, lei non capiva quanto mi facesse bene avere Becca nella mia vita pronta a sostenermi nonostante tutto quello che le avessi fatto, lei era un animo puro e meritava molto di più di un Pierre Gasly o di uno come me.
Mio padre quando l'aveva conosciuta mi aveva detto che era un angelo pronto a salvare la mia anima, sorrisi a quelle parole, ma poi quando lui mancò lei lo era stato per davvero.
Era l'unica che mi aveva visto piangere, che mi aveva raccolto all'angolo di una strada completamente ubriaco o che mi era venuta a recuperare in qualche squallida festa nella quale mi ero cacciato solo per oltrepassare ogni limite che mi ero imposto.
Mi aveva visto fragile, debole e mi aveva ricomposto, se non ci fosse stata lei ad ora non sarei un pilota di F1.
Tante volte avevo pensato di baciarla, di farla mia, ma poi avevo pensato alla purezza della sua anima e a come l'avrei rovinata avevo allontanato da me ogni pensiero che andasse verso quella direzione, essere solo suo amico non era stato facile ma alla fine c'ero riuscito.

Le pagine della nostra vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora