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10 giorni, 7 ore, 25 minuti e 30 secondi, ecco quanto era passato da quel bacio, dalla mia fuga, dal mio isolarmi da quelli che erano i miei amici.
Mi ero rifugiata dall'unica persona al mondo che mi avrebbe protetto e capito senza giudicarmi: Pierre Gasly.
Milano era bella, più caotica di Monaco e più grande ma mi piaceva.
Quella mattina Pierre era andato in palestra ed io ero sola, mi preparai la colazione e poi andai sul divano per mangiarla, ormai la mia routine era vedere cartoni o serie Tv romantiche, per fortuna lui non diceva mai nulla e non si lamentava.
Presi io mano il telefono mi era arrivato un messaggio da charles.

Messaggio da charles:

Dobbiamo parlare
Ti prego dimmi dove sei

Non risposi neanche a quel messaggio, non avevo risposto neanche a charlotte come potevo risponderle?
Mi sentivo una merda, Charlotte con me era sempre stata buona, dolce e gentile, eravamo diventate amiche facilmente e ora l'avevo tradita.
Avevo detto a mio padre che avevo bisogno di prendermi un po' di tempo per me, a lui rispondevo, ma gli chiesi di non dire nulla a charles o agli altri.
Per le 13 Pierre tornò a casa venne a salutarmi e mi abbracciò.

P: non puoi andare avanti così
B: non giudicarmi ti prego
P: vi siete baciati e ok, io ti ho ascoltata e ho compreso, capisco anche che ti senti una merda con charlotte, ma non puoi nasconderti ok?
B: perché no? Qua sto bene
P: ti porto di peso a Monaco se non la smetti.

Sì buttò sopra di me e iniziò a baciarmi sul collo, non ero ben sicura di quello che fossimo io e Pierre ma per il momento mi andava bene così, con lui stavo bene, mi divertivo e mi sentivo libera.
Oltre a qualche bacio non eravamo andati oltre non me la sentivo, non volevo essere l'ennesimo nome sull'agenda di Pierre gasly.
Poco dopo il suono del citofono ci fermò, lo guardai con fare interrogativo, in teoria non aspettava nessuno, si ricompose e andò al citofono.

P: ah charles che sorpresa sisi ti apro sali pure
B: mi nascondo in bagno ok?
P: no Becca, ragiona...
B: Pierre ti prego non voglio...
P: io non ti capisco...

Non fece in tempo a finire la frase che mi andai a nascondere in camera sua, non volevo parlargli, non volevo tornare a parlare di quello che aveva detto Giada, non volevo ricordare del periodo delle superiori.
Senti charles entrare nell'appartamento di Pierre, si salutarono e poi charles iniziò a parlargli della cena, del bacio e della mia reazione.
Poi il silenzio, e infine la porta della stanza di Pierre si aprì e lui venne a prendermi per mano e mi portò da charles in salotto.
Appena mi vide mi venne ad abbracciare, mi era mancato ed io ero mancata a lui e questo mi bastava.

C: 10 giorni stavo impazzendo
B: anche tu mi sei mancato
C: perché sei sparita?
B: mi sono sentita umiliata...di nuovo, proprio come quando andavamo a scuola...
C: Giada voleva umiliarti...non io, non lo farei più...
P: in che senso non lo faresti più?
C: Pierre non ti riguarda...

Gli occhi di charles erano fissi su di me, si aspettava una mia risposta, voleva sentirsi dire che sapevo quanto lui ci tenesse a me, ma i fantasmi del passato stavano riaffiorando e non volevo più stare male.

B: charles ho bisogno di starti lontano
C: becca
B: davvero charles ne ho bisogno
C: ok

Sì staccò da me, salutò Pierre e poi scoppiai a piangere.

P: ehi piccola non fare così, tutto si sistemerà
B: lo sapevo che non dovevo andarci a quella stupida cena, Giada non è mai cresciuta.
P: becca parlami se no come posso capire

Mi persi nei suoi occhi azzurri e poi iniziai a dirgli tutta la verità sul mio passato, quando finì di parlare mi abbracciò e mi bació.

P: ci sono io becca, ti proteggerò da tutte le Giada di questo mondo, te lo prometto

Le pagine della nostra vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora