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C: ti è arrivato anche a te?
B: l'invito per la festa?
C: si
B: si ma non credo di andarci
C: ti prego vai e fai compagnia a charles
B: charlotte io...

Mi prese la mano e mi chiese per favore di accompagnare charles a quella maledettissima festa che aveva organizzato Giada, era aperta solo agli ex compagni di classe, quindi niente fidanzati o amici, le dissi di stare tranquilla che ci sarei andata e avrei controllato charles e soprattutto Gaida.
Quando tornai a casa dissi a charles che saremmo andati insieme a quella festa, dovevo solo trovare un abito lungo che mi stesse bene e che fosse comodo e semplice.
Charles si propose di venire con me alla ricerca del vestito, nel primo pomeriggio sarebbe passato a prendermi per poi andare in centro.
Come sempre arrivò puntuale e io come sempre ero in ritardo, gli dissi di salire e venire in camera mia perché non ero ancora pronta.
Quando arrivò si buttò sul mio letto, io andai in bagno per vestirmi, o almeno mettere l'intimo, con charles non c'era imbarazzo, tante volte mi aveva visto in intimo.
Quando tornai aprì la cabina armadio in cerca di qualcosa da mettermi, faceva caldo quindi optai per una minigonna in jeans e un top chiaro.

B: sono pronta
C: era ora.
B: che palle che sei
C: hai solo 20 minuti di ritardo
B: fai così anche con charlotte?
C: no di solito se siamo in ritardo è perché abbiamo scopato
B: sei disgustoso, dai muoviamoci

Salimmo sulla sua stupenda F488 pista, lui con tutta la sicurezza del mondo mise in moto, affrontava ogni curva con decisione e precisione, amavo vederlo guidare così rilassato.
Le sue mani si stringevano al volante con decisione e delicatezza, con lui alla guida mi sarei sempre sentita al sicuro, tanto da potermi perfino addormentare in macchina.
Non mi addormentavo mai in macchina, dovevo essere sempre sveglia per controllare cosa stesse facendo chi era al volante, charles era l'unico che mi faceva stare serena.
Arrivati in centro iniziammo a girare per negozi ma nulla attirava la mia attenzione, poi charles mi convinse ad entrare in un negozio che si occupava solo di abiti di gala, non andavo mai li perché la commessa era antipatica, ma c'era charles con me quindi lei avrebbe perso tempo a sbavare su di lui e a non rompere a me.
Una volta entrati ci venne incontro con un sorriso fintissimo sulle labbra e come avevo pronosticato appena vide charles non capì più nulla.
Charles le chiese di portare un po' di abiti che valorizzassero le miei curve, mi guardai allo specchio per cercare di capire a quelli curve di riferisse, lei mi squadró e sempre con quel maledetto sorriso andò alla ricerca di qualche abito.

B: a quali curve ti riferisci ? Forse a quelle dei circuiti perché io non ne ho
C: non è vero, le hai.

Mi prese per mano e mi portò davanti allo specchio, lui si mise dietro di me e appoggiando il suo mento alla mia spalla iniziò a percorrere il mio corpo con la sua mano.

C: vedi le hai, se no la mia mano sarebbe scesa dritta. Sono curve delicate ma ci sono

Mi girai e gli sorrisi, aver sentito le sue mani sul mio corpo mi aveva provocato tanti brividi, e nella mia testa mi ero chiesta cosa avrei provato se mi avesse toccata in altri modi e in altri posti.
Scacciai immediatamente via quel pensiero è per la prima volta ringraziai l'arrivo della commessa antipatica, la sua voce mi aiutò a non pensare a charles in modo diverso da quello del semplice amico.
Mi aveva portato diversi abiti di diversi colori, me li appese in camerino e poi le chiesi di lasciarci soli, non avevo bisogno della badante per provare degli abiti, lei si allontanò e andò a seguire un'altra cliente.
Indossai il primo abito e poi uscì per farmi vedere da charles.
Il primo abito era di colore nero, aveva uno spacco vertiginoso ed era senza spalline, bello era bello ma per i miei gusti era troppo provocante.

C: no non ci siamo proprio, il prossimo

Non feci neanche in tempo ad uscire completamente dal camerino che charles lo bocció subito.
Rientrai e indossai il secondo abito, era di color rosso, aveva una profonda scollatura sul seno e mi fasciava molto bene il corpo, questo mi piaceva.
Quando uscì notai che charles deglutì a fatica, il suo sguardo percorse ogni centimetro del mio corpo per soffermarsi sulla scollatura.

C: nonono assolutamente no, troppo scollato, next

Fece un cenno con la mano per farmi capire di provarne un'altro, entrai e passai all'abito successivo, ma fu scartato anche quello, dopo 1 ora e non so quanti abiti eravamo da punto e a capo, mi buttai sul divanetto sul qualche charles era seduto e sbuffai.
Poi la commessa tornò con un abito rosso, disse che non era proprio quello che avevamo chiesto, ma secondo lei sarebbe stato perfetto per me, guardai charles e poi entrai in camerino a provarmi l'ennesimo abito.
In realtà era una jumpsuit, molto bella e comoda, fasciava perfettamente il mio corpo e quelle curve di cui parlava charles ora le notavo anche io, quando uscì dal camerino charles sorrise, si alzò e mi prese per mano, mi fece fare un giro su me stessa.

C: juste parfait

E poi mi fissò, anche la commessa fu d'accordo con charles, poi mi chiese se avessi bisogno anche di accessori ma le dissi che per quello ero a posto, andai a pagare e poi charles mi propose una pizza a casa sua, charlotte non c'era e non aveva voglia di restare da solo per cena, così accettai l'invito.

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