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Domenica, era il giorno della gara, Charles partiva dalla pole, era il suo gp, quello di casa.
Su queste strade ci avevamo passeggiato innumerevoli volte, la casa di Riccardo affacciava sulla prima curva, ogni parte del tracciato poteva ricordare a Charles un momento felice della sua vita.

P: sono contento che abbiate parlato
B: grazie per avermi convinta ad andare da lui venerdì.
P: non ostacolerò la vostra amicizia te lo prometto
B: grazie

Gli diedi un bacio prima di vederlo sparire nella sua monoposto per raggiungere la pista e iniziare così la gara.
La partenza era il momento che più temevo, c'erano una marea di macchine pronte a superarsi e le strade del principato era strette, troppo strette.
Da piccola quando lo guardavo non me ne rendevo conto ma ora ne avevo la consapevolezza.
Era la prima volta che non guardavo la gara nel box Ferrari, ma era giusto così, ora il mio posto era accanto a Pierre.
Avevo comunque fatto l'imbocca al lupo a Charles, era teso, lo era sempre prima di ogni gara.
La gara era iniziata e il brutto tempo sembrava non volersene andare, in Ferrari stavano facendo una strategia completamente folle, non riuscivo a capirli, sembrava che volessero boicottare il loro pilota di punta.
La gara andò decisamente male e dopo aver abbracciato Pierre il mio cuore mi disse di andare da Charles, sapevo che aveva bisogno di me.
Quando arrivai al suo motoroom bussai, una voce rotta dalle lacrime mi disse di entrare, Charles era buttato sul lettino con le mani in volto.

B: mi spiace so quanto tieni a vincere questo gran premio
C: che ne sai tu a cosa tengo
B: Charles
C: no, non sai nulla di me, di quello a cui tengo, di quello che desidero, di come mi sento...
B: capisco la delusione ma non mi merito di essere trattata così
C: e come dovrei trattarti? Dai dimmelo?
B: ci sono sempre stata per te, sempre nonostante tutto, nonostante quello che TU mi hai fatto...
C: vogliamo parlare di quello che tu hai fatto a me?

Non sapevo cosa rispondere, mi aveva spiazzato, come poteva accusarmi di averlo ferito?
Lui era stato crudele con me, mi aveva umiliato, disprezzato come potevo averlo ferito nello stesso modo in cui lui lo aveva fatto a me?

B: di cosa stai parlando?
C: non ci arrivi proprio vero?
B: sinceramente no, non ci arrivo
C: fanculo Becca

Non disse nient'altro si alzò da quel maledetto lettino e venne verso di me come una furia, mi prese il volto fra le sue mani e poi mi bació lasciandomi del tutto spiazzata.
Indietreggiai fino a scontrarmi con la parete di quel maledetto posto, lui non si staccó neanche per un istante, dapprima il suo bacio era crudo e duro ma poi divenne dolce e delicato.
Le sue mani scesero fino a cingermi i fianchi e poco dopo si staccò dalle mie labbra lasciandomi completamente senza parole.

C: ora capisci cosa mi hai fatto?
B: Charles...io...insomma è tutto così sbagliato, tu io questo bacio
C: dimmi che non lo desideravi anche tu
B: si...cioè no, non lo volevo, non dovevi, ora devo andare
C: aspetta...Becca sono pronto a lasciarti andare se è questo che vuoi, ma ti prego pensaci
B: sto con Pierre...
C: ti prego pensaci
B: devo andare

Mi voltai, dando le spalle a Charles e corsi da Pierre, ero completamente confusa, due giorni prima Charles mi lascia e mi dice di vivere la mia storia con Pierre e ora mi bacia.
Sarei una bugiarda se negassi di non aver mai desiderato quel bacio, ma non avevo mai pensato che quel bacio ci sarebbe stato.
Non aveva niente a che vedere con quello della festa, c'era passione, sentimento trasporto, c'era tutto quello che volevo, tutto quello che Pierre non mi dava.

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