Capitolo 3

136 8 0
                                    


L'allenamento era stato molto faticoso per lui, il quale non riusciva a credere ai suoi occhi che, nonostante avesse avuto tra le mani un arma bianca con la quale avrebbe potuto radere al suolo interi villaggi, il suo maestro lo aveva schivato con abilità, anche se aveva preferito non prendere nulla dall'espositore delle armi.
Era stato faticoso perché, nonostante i fendenti inflitti, in cui era andato a piegare le ginocchia e a falciare l'aria come i migliori suoi predecessori, non aveva sfiorato l'altro nemmeno di un millimetro.
Il quale, a sua volta, si era limitato a fare insulsi spostamenti a destra e a sinistra e quella era già di per sé una cosa molto ridicola, se si aggiungeva anche il fatto che Katsuki lanciava i migliori insulti all'uomo quando non riusciva a colpirlo con i suoi fendenti.

Si sentiva un debole, uno sputo in quel regno in cui non c'entrava nulla, se non a riempire quella figura che apparteneva al principe.
I sudditi sembravano nemmeno temerlo, così come temevano però quella iraconda di sua madre che, con i suoi poteri, era capace di ribaltare su e giù l'intero regno.
Insomma, le sorti di questo erano legate più o meno a come la regina si svegliava la mattina e nei suoi giorni buoni si limitava a svegliare e a urlare contro il figlio e il marito. Questo perché Katsuki non aveva mai visto sua madre davvero felice e spensierata, siccome lui era nato, e cresciuto, già nel momento in cui lei era regina.
Pensava fosse pesante il suo ruolo, ma aveva davvero di tutto, sua madre.

Uscì dalla sala degli allenamenti con la fronte impregnata di sudore, il fiatone e il battito accelerato così forte che il cuore se lo sentiva pompare anche nelle orecchie.
Katasuki era sfinito, aveva bisogno di un bagno caldo per stendere i muscoli e il cervello.
Sua madre, sicuramente, aveva pensato a tutto ciò siccome, una volta entrato nel bagno adiacente alla sua camera personale, aveva già trovato la vasca piena di schiuma fino all'orlo e una serva aggiustare un asciugamano bianca per lui sullo sgabello di legno.
Fece un inchino e disse:
"Mio principe, il bagno è pronto per voi."

Katsuki non la ringraziò nemmeno, si limitò a seguirla con la coda dell'occhio e, solo quando ella uscì dalla porta, potè spogliarsi delle sue vesti dalla allenamento e immergersi nell'acqua calda fino al collo.
In genere, i nobili erano sempre accompagnati durante il bagno ma lui aveva sempre preferito starsene da solo. Fin da piccolo era sempre stato autonomo: non aveva bisogno dell'aiuto di nessuno.

I suoi muscoli si rilassarono con il semplice tocco dell'acqua calda, chiuse gli occhi e si potè godere un buon bagno.

-•-

Si avvolse l'asciugamano intorno alla vita, dopo che fu uscito dalla vasca, entrato in stanza vide la serva di poco prima sistemare i suoi indumenti: un paio di pantaloni marroni scuro, una mantella e una casacca verde, che si andava ad abbinare ai pantaloni.

"Puoi andare, so fare anche da solo."
Disse il biondo e, prima di iniziare a vestirsi, si assicurò che la donna avesse lasciato la sua camera da letto.

La cena sarebbe iniziata a breve e lui non voleva far irritare e poi sobirsi le lamentele di sua madre, quindi fu pronto in poco tempo e nemmeno lui ci mise molto a lasciare quella stanza.

-•-

La sala da pranzo era immersa in un silenzio tombale, l'unico rumore era quello delle posate che tintinnavano sui piatti di ceramica. Lui non aveva molta fame quindi si limitava solo a girare forchetta e coltello nel piatto, senza mai assaggiare quel pollo davanti ai suoi occhi.

"Katsuki."
La voce della donna, seduta al centro della tavola, gli fece voltare gli occhi rubino verso la sua direzione.
Non aveva alcun timore di lei, non come suo padre il quale, sedendo alla destra della donna, stava in silenzio.
"Io e tuo padre abbiamo deciso che è arrivata l'ora di trovarti una sposa."
La donna era vestita diversamente da come lo era quella mattina: avvea indossato un abito rosso di velluto che si andava a intonare con i suoi occhi.
"La prescelta sarà la principessa Ochaco. Del regno di Neptun."
Dal nome del posto si poteva già intuire tutto. Li c'erano delle sirene e la principessa era una di queste.
Mezzi uomini e mezzi pesci. E lui come avrebbe potuto fare ?
Questa volta lasciò cadere la forchetta, che produsse un singolo suono stridulo al contatto con il piatto, al quale seguì il rumore delle gambe della sedia che strusciarono indietro sul pavimento in modo violento e un paio di mani battere sul legno del tavolo, facendo tintinnare le altre stoviglie al di sopra.

"Non voglio."
Sibilò il biondo, guardando sua madre la quale si trovava ancora seduta sulla sedia, ma che lo stava guardando, a sua volta, con aria di sfida.

"E tu vorrai. Perché te lo impongo io."

"Non mi costringerai mai."
Disse lui, puntandole il dito, poi abbassò con uno scatto la mano e si diresse verso la grande porta della stanza.

"Tu lo farai eccome !"
A quel punto fu la donna ad alzarsi, ma il biondo era troppo lontano e voltato di schiena per potersene accorgere.

"Vaffanculo, madre."
Aprì la porta e la sbatté con un tonfo sonoro che rimbombò per tutta la stanza.

Spazio autrice

Buonasera!
Aggiorno ora soltanto perché domani non sarò presente e per evitare di lasciarvi senza capitolo ho deciso di pubblicare oggi!
Fatemi sapere tramite commenti e stelline cosa ne pensate, che sono sempre graditi ❤️
Inoltre vorrei nuovamente riproporvi la mia pagina IG: wormhole10_
Mi farebbe piacere che la seguiate per essere sempre aggiornati su tutto!

Dominion (Bakudeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora