Capitolo 5

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I due iniziarono a lottare, corpo a corpo, e fu così estenuante quel combattimento, a tutto ciò si aggiungeva quel grande calore che vi era quel giorno e i raggi solari che battevano sulle pelli delicate dei due ragazzi.
A un tratto, entrambi si allontanarono, piegandosi su loro stessi, stanchi e ansanti. Avevano molti lividi lungo il corpo e graffi ancora aperti dalla quale sgorgava ancora del sangue fresco e rosso.
Ma nessuno dei due voleva arrendersi. Avrebbero lottato per quei principi che le loro società gli avevano inculcato fin da piccoli.

Katsuki si passò il dorso della mano sulla bocca, colante di sangue e sorrise. Un ghigno malefico che colpì dritto il ragazzo dai capelli verdi.
"Sei un osso duro."
Sibilò ormai senza forze, ma ancora in piedi.

Izuku era dalla parte opposta, con la schiena schiacciata al tronco di un albero e un occhio socchiuso con un grande livido violaceo a fargli da contorno.
"Sto aspettando che tu casa per primo. Perché io non mi arrenderò."

I due si misero dritti contemporaneamente; dovevano mandare avanti quella lotta fino a quando uno dei due non sarebbe caduto cedendo la supremazia all'altro.

Il primo a partire fu Katsuki, con un pugno stretto a mezz'aria mentre si dirigeva correndo verso l'altro ma a quel punto un lampo forte di luce lo fece indietreggiare e far chiuder gli occhi. Fu colpito da un'onda d'aria, così forte, che lo fece cadere a terra. Gli ci volle molto a fargli aprire gli occhi, quando la luce divenne abbastanza soffusa da scemare, vide un uomo, in mezzo a loro.
Egli aveva dei lunghi capelli biondi, occhi scuri e un fisico ampio.

"Maestro!"
L'occhio socchiuso di Izuku tese ad aprirsi un po' dalla meraviglia.

"Non tollero questi comportamenti nella mia terra."
Disse l'uomo. Aveva una voce profonda e potente, che era rimbombata nel silenzio della foresta.
Era anche lui una fata, ma non maneggiava l'acqua, ma la luce.

Katsuki non voleva affrontarlo, proprio in quel momento in cui non aveva con sé la sua spada.

Lo sguardo tagliente dell'uomo si rivolse al biondo, ancora seduto sul suolo, ancora stordito da quell'onda d'urto.
"Non è il momento di combattere. Ti consiglio di ritornare nel tuo regno, visto che sei sprovvisto di armi."

-•-

Katsuki era andato via.
Ancora dolorante e pieno di lividi, aveva fatto ingresso nel suo castello.
Sua madre gli era andato incontro, con uno sguardo a dir poco infuriato.

"Dove sei stato ? E come sei combinato?"

"Non sono cazzi tuoi."
Disse il biondo in risposta, girando lo sguardo sul suolo. Si sentiva umiliato, solo perché era scappato via dal pericolo a gambe levate invece di affrontare quella maledetta fata.
Un vero guerriero non si sarebbe mai tirato indietro così come aveva fatto lui.

La donna si avvicinò a lui e gli tirò uno schiaffo dritto in viso così forte da farglielo girare ulteriormente. Si sentiva la pelle andare a fuoco e le ferite non aiutavano.

"Datti una lavata, che ho un annuncio importante da fare e dovete essere presenti."
Disse la donna in un sibilo, assottigliando gli occhi.

Katsuki, rimanendo il silenzio, sorpassò la donna con un paio di passi lunghi e si diresse verso la sua stanza.
Non gli interessava dell'annuncio, ma doveva essere per forza presente altrimenti si sarebbe dovuto sorbire un'altra strigliata da lei.

-•-

Si infilò i bottoni della camicia bianca nelle asole e si aggiustò i pantaloni.

Era pronto e doveva dirigersi in quel momento verso la sala grande, dove il demonio in persona teneva tutti i suoi incontri.

Trovò sua madre seduta sul trono, affiancata a uno dei suoi sudditi di fiducia che era in piedi, tra il suo di trono e quello in cui era seduto suo padre.

Katsuki Incrociò le braccia al petto, mentre la donna si alzò. Aveva cambiato il suo abito, era viola e in velluto ricamato con dell'oro, lungo e aveva completato il tutto con un lungo mantello dello stesso colore che prendeva fino a strusciare sul suolo.

"Figlio, oggi annunceremo il tuo matrimonio a tutti i sudditi con la principessa Ochaco."

Il biondo, sgranò gli occhi. Non riusciva a crederci, ma c'era da aspettarselo da sua madre.
Non disse nulla, doveva limitarsi a stipulare quel dannato matrimonio.
A sua madre non interessava di quella cerimonia, tanto quanto espandere il suo regno accorpandolo a quello di Neptun.

Spazio autrice

Si ho voluto pubblicare adesso per il semplice fatto che non volevo lasciarvi senza capitolo, almeno oggi, e la domenica è anche il giorno che si trova alla fine della settimana. Per cui, avendo a disposizione 6 giorni per scrivere un altro capitolo, lo scriverò direttamente la settimana prossima.
Spero che questo vi sia comunque piaciuto.
Mettete stelline e commentate, siccome mi farebbe tanto piacere leggervi <3

Dominion (Bakudeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora