Erano passati due giorni. Era arrivato il grande giorno per Katsuki e per Izuku. Dovevano sfidarsi a duello e il secondo era ancora incerto sui passi da muovere. Aveva avuto a disposizione due giorni per affinare le sue abilità e si erano rivelati effettivamente pochi per quel potere che la sua gente metteva anni e anni per rafforzarlo.
Quella mattina si svegliò e, non appena si stava preparando per la giornata, con la coda dell'occhio vide sua madre sulla soglia della porta con un cipiglio preoccupato stampato sul viso e le mani giunte in preghiera contro il petto.
"Tesoro, non devi farlo per forza."
Lei sapeva che suo figlio non avesse il potere, quindi si sarebbe solo fatto male durante la battaglia, se non peggio. E quella era la cosa che di più preoccupava la donna. Guardava suo figlio con gli occhi lucidi, quasi sul punto di piangere. Ma Izuku era testardo, ci avrebbe provato, fino a che non avrebbe avuto la mano della sua Ochaco.
Lui la meritava non quello stupido di Katsuki.
Fece un sorriso per incoraggiarla, ma era sicuro che stesse incoraggiando più se stesso ad affrontare quella follia. Era impreparato, e in battaglia non si doveva essere impreparati."Madre, starò bene. Vedrai."
Le si avvicinò.
Fece l'ultima cosa che non si sarebbe mai aspettato di fare: la cinse tra le braccia e le diede un bacio sulla fronte.
"Prenditi cura di te stessa."
A quel punto, la donna cedette: tante lacrime caddero sul suo viso, rigandolo di mille goccioline d'acqua salate.
Strinse le labbra, allontanandosi da lui e abbasso il viso. Suo figlio, quel dolce e sensibile Izuku che ricordava, quel bambino a cui piaceva dare tanto da mangiare le molliche di pane agli uccellini affamati e che piangeva quando vedeva morirne uno, non c'era più. Al suo posto vedeva un uomo. Un uomo che, però, non era ancora pronto per fare il guerriero, ma che doveva lasciare andare e fargli prendere la strada che voleva intraprendere. Nessuno avrebbe potuto mai fermare un cuore innamorato."Prenditi cura di te stesso."
Sussurrò lei, la stessa frase di suo figlio, più a se stessa che a lui. Mentre lo osservava andare verso l'uscita di casa e sparire dietro la porta di essa.
Di a quel punto che lei, silenziosamente, cadde su se stessa, sulle sue ginocchia, e si lasciò andare in un pianto disperato.
L'unica cosa che le rimaneva da fare era pregare solamente che suo figlio fosse tornato vivo da lei. Che avrebbe potuto di nuovo rivedere quel dolce sorriso e quei grandi occhi sempre pieni di felicità.-•-
Il campo di battaglia che era stato scelto dalla regina era arido. Forse l'unico posto del regno che non era rigoroso di verde. Era stato scelto appositamente perché rasentava tutto ciò che era andato perso e che non sarebbe mai potuto tornare indietro.
Bakugou era lì, di fronte a lui, la sua armatura luccicava sotto la luce del sole.
Così come il pomolo della sua spada. Quasi lo accecava quel bagliore che di puro non aveva nulla.
Izuku, invece, dall'altra parte del campo era solo vestito di abiti leggeri. Il suo popolo non indossava delle armature. Non erano mai stati abietti alla guerra, quindi non aveva un vestiario consono per quella situazione. Poteva solo contare su di lui e sulle sue abilità.La regina si trovava, invece, un po' più in là. Seduta sul suo trono d'oro placcato, trascinato probabilmente da qualche schiavo, ed era vestita di un lungo abito scuro che andava a contrastare con la sua pelle chiara, rendendola ancora più pallida. Il viso non esprimeva nessuna espressione se non una rabbia ignota e una indifferenza che non aveva eguali. Somigliava molto a suo figlio.
Al suo fianco, invece, c'era suo marito. Quest'ultimo, munito di corona sul capo, aveva il viso attraversato da mille emozioni e lo poteva vedere da lì che il suo cuore, probabilmente, stava scalpitando come cento cavalli nel petto. Perché anche Izuku si sentiva così. Percepiva le mani sudate e il respiro corto. Ma per fortuna, non si poteva dire che era da solo, al suo fianco c'era il maestro Toshinori, così come al fianco di Bakugou c'era il suo.A un tratto, quel silenzio, venne spezzato dalla regina in persona. Lei si alzò dal suo trono, urlando a gran voce:
"Che la battaglia abbia inizio. Che vinca il migliore!" Urlò e, così come si era alzata, ritornò a sedersi.
I maestri dei due, lanciandosi uno sguardo a vicenda, si allontanarono dal campo di battaglia posizionandosi ognuno ai lati dei due troni e guardando la scena come spettatori.
Lei non voleva che intervenissero. Era una questione che dovevano risolvere i due ragazzi."Bene."
Sibilò Bakugou, accarezzando l'impugnatura della spada con due dita.
"A te la prima mossa. Sei senza poteri, d'altronde, quindi sei anche il più debole." Sputò velenoso. L'altro contrasse le labbra. Il suo cuore si dibatteva tra le costole come un pesce fuor d'acqua.-•-
Il torneo, senza prima iniziare, venne interrotto da un urlo. I due ragazzi ancora in piedi l'uno di fronte all'altro in mezzo al campo di battaglia.
"Fermi!"
Aveva tuonato la donna, alzandosi dal trono imponente. Al suo fianco notò un uomo; Izuku non si era nemmeno accorto del suo arrivo.
"La principessa è stata ritrovata morta questa mattina. La battaglia è conclusa qui."
Disse in tono così freddo, che gli si congelò addirittura il sangue nelle vene. Izuku non poteva credere a ciò che stavano sentendo le sue orecchie.
Il suo cuore prese a dimenarsi come una furia nel petto, scacciò ogni altro pensiero dalla mente: aveva bisogno solo di rimanere solo. Andare a casa e pensare a tutto quello. A come fosse successo.
Non riusciva a capire. La sua mente era un vorticare di pensieri che non avevano né un inizio né una fine. Ochaco era morta.
Il suo viso era pallido e non se ne accorse fino a quando non venne riportato alla realtà dalla voce rauca di Toshinori. Era così tanto preso da quel pensiero così ossessivo che non si era nemmeno accorto che quest'ultimo si fosse avvicinato a lui.
Il pallido colore del viso dell'uomo somigliava molto a quello di un osso fuori scarnato, ripulito da qualsiasi singola goccia di sangue.Le pupille del ragazzo erano strette, così strette che era stata messa in risalto solo la sclera dell'occhio.
"Ragazzo. Andiamo via."
In quel momento, notò Katsuki impietrito. Non aveva mosso nemmeno un singolo passo, ne tantomeno aveva detto qualcosa. Quella notizia aveva colpito anche lui; non sapeva ben dire però, se fosse stata per la perdita in se per sé oppure se non avesse potuto dimostrare meglio le sue doti nella battaglia. Fatto stava che entrambi, facendo un passo indietro, si ritirarono. Izuku, ancora stretto contro il petto sodo dell'uomo, si inoltrò verso la folta foresta che conduceva al suo villaggio, invece Katsuki prese la direzione opposta.Spazio autrice
Heyyy come premesso nel capitolo precedente questa storia non durerà tanto, ho già scritto l'undici e manca il 12(che sarà l'ultimo)
Buona lettura ~
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Dominion (Bakudeku)
Fanfiction✓TW: linguaggio scurrile, scene di violenza. ✓non adatto ai più sensibili. ✓ i personaggi non sono i miei ma sono frutto dell'opera di Kōhei Horikoshi, io li ho solo presi in considerazione ma la storia sarà del tutto diversa. ✓ è una au Bakudeku ...