Capitolo 4

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La vallata di fronte a lui era ampia, vasta e lunga; avrebbe voluto allontanarsi il più possibile dal castello, da quella megera di sua madre, e sparire.
Che si era messa in testa ? Lui ? Sposato ?
Era un abile guerriero, principe del regno di Xia e il suo obiettivo era uno: invadere tutti i territori e controllarli.
Non aveva spazio nel suo cuore per i sentimenti, quando questi si dirigevano solo verso la guerra e le armi.

Quel giorno faceva caldo, molto, e il sole, del mezzogiorno, era alto nel cielo. Gli andava a bruciare la pelle.
Ma a lui non interessava tanto quanto gli interessava quelle parole dette da sua madre.
Come aveva mai potuto anche pensare a una cosa del genere ?
E poi, a dirla tutta, non era nemmeno interessato alle principesse e ne tantomeno alle donne in generale, così quanto era interessato agli uomini.
Non faceva altro che fissarli sottecchi quando, ogni volta che andava in paese, andava al mercato a fare la spesa insieme a qualche schiava.
Guardava soprattutto i giovani, era attratto dai loro corpi tutti sudati a causa del lavoro e del caldo.
Erano principalmente mercanti e agricoltori e avrebbero potuto avere la sua stessa età.
E, tutto quel ben di dio, lo eccitava. Tanto.

Raggiunse i limiti della vallata, che sconfinavano ai bordi del bosco il quale andava a separare il suo dal regno di Silla. Quello era uno dei territori in cui sua madre, la regina, aveva il controllo ed esercitava la sua sovranità e quindi faceva parte anche del suo segno.

Si inoltrò subito nel bosco.
La sua pelle ebbe un sospiro di sollievo quando le ombre create dagli alberi la andò a proteggere dai forti raggi solari.

Katsuki era un abile guerriero, ma aveva la pelle così delicata e bianca che tendeva a scottare subito e ad arrossarsi.

Il biondo arrivò ai limiti di un ruscello, dove il posto era è da ancora più fresco.

Giunse al fianco di un grande masso, si inginocchiò davanti l'acqua e si sciacquò il viso, dopodiché si sedette sull'erba verde e chiuse gli occhi.

La sua mente in quel momento si liberò di tutto, si sentiva più tranquillo e aveva quasi dimenticato ciò che gli avesse detto sua madre.
Ma, in qualsiasi caso, lui non avrebbe mai accettato nessun matrimonio.
Se non era destinato a stare con qualcuno, non gli importava affatto di rimanere da solo.

Quando riaprì gli occhi, si accorse di non essere da solo: dall'altra parte del ruscello, vide un ragazzo. Avrebbe potuto avere la sua stessa età, anche se da quel viso infantile poteva dire il contrario.

I due si fissarono, ma la cosa che notò poi furono le sue orecchie a punta.
Non faceva parte del suo regno. Subito istintivamente si portò una mano sul fianco, alla ricerca della sua spada, ma si ricordò solo più tardi di non averla portata con sé.

I loro regni erano sì controllati dalla 'grande' -e sempre incazzata regina- ma a volte, la maggior parte, tendevano sempre a scontrarsi perché: da una parte, c'era la necessità del regno di Silla a ottenere una propria indipendenza come comunità autonoma, mentre dall'altra parte, invece, c'era questa sete spietata di ottenere il controllo su tutti i territori per espandere la potenza di quel regno dei grandi guerrieri.

"Merda."
Sibilò a denti stretti il biondo; come avrebbe mai potuto difendersi ?
Il ragazzo avrebbe potuto attaccarlo con la sua strana magia da un momento a un altro, ma se ne stava lì impalato.
Stava, per caso, aspettando una sua mossa ?

Si tirò subito su:"sono armato." Mentì il biondo, toccandosi la coscia con la mano destra.
"Ti conviene non sfidarmi o finirà male per te."

Il ragazzo dagli insoluti capelli verdi, si piegò sulle ginocchia e iniziò a fare dei movimenti strani sul pelo dell'acqua. Erano così veloci che riuscì a capire subito cosa stesse facendo: era una fata dell'acqua e la sua intenzione era di attaccarlo.

Fece un passo all'indietro: lui era indifeso, invece.

A quel punto, però, non successe nulla.

Si aspettava anche uno tsunami d'acqua, ma niente.
L'altro non lo aveva attaccato.

A quel punto, Katsuki fece un ghigno.
"Hai esaurito i poteri, fatina ?"
Gli disse provocandolo.

Oppure non sapeva ancora gestirli.
Ed era un bene, a parte anche una fortuna per lui.

"È un gran peccato."
Fece un paio di passi, tanto da affondare i piedi nel ruscello e a camminare verso la direzione dell'altro.

Il verde non lo rispondeva.

"Il gatto ti ha morso la lingua ?"
Continuò a parlare, mentre avanzava verso il ragazzo. Era in difficoltà.

"Allontanati."
L'altro arretrò fino a essere ostacolato dal tronco di un albero, aveva gli occhi sulla figura del biondo che continua ad avanzare verso di lui.

"No."
Arrivò faccia e faccia, i due si potettero osservare meglio.
Il ragazzo sconosciuto aveva grandi occhi verdi e brillanti, al contrario dei suoi che erano rossi e stretti così tanto da sembrare solo un pallino al centro di una sclera bianca.
"Vediamo cosa posso farmene di te. A quanto pare, non sai nemmeno utilizzare i tuoi poteri."
Disse Katsuki, spingendolo con il piede contro il tronco di un albero.
Il ragazzo chiuse gli occhi, sbattendo la schiena e facendo un verso di dolore.

"Saresti inutile. Quindi, meriti solo di morire."
Si piegò con la schiena verso di lui e lo guardò negli occhi; aveva ale mani infilate nelle tasche dei pantaloni.

-•-

I due si guardarono, Izuku ebbe un brivido di terrore lungo la schiena: non aveva ancora avuto la possibilità di imparare al meglio di utilizzare i suoi poteri e se poi avesse avuto intenzione di invadere il suo villaggio non avrebbe nemmeno potuto aiutare gli altri.

Lo sguardo del ragazzo cadde sulle tasche del biondo, si accorse che queste fossero vuote. Non aveva un'arma con sé.
Alzò il viso verso di lui e a quel punto, approfittando che l'altro si fosse piegato, gli diede una spinta così tanto forte da farlo cadere a terra.

"E tu sei inutile con la tua spada. Vai via."
Disse Izuku, alzandosi da terra e osservandolo dall'alto.

-•-

Il biondo era in trappola.
Era stato scoperto.
L'altro si era accorto della farsa, quindi non gli restava che usare le mani.

Quando si vide a terra subito, svelto, si tirò su e si scrocchiò i pungni.

"Allora, utilizziamo il corpo libero."
Sussurrò, tenendo sempre quel ghigno antipatico stampato sul volto.

Dominion (Bakudeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora