Paris la ville.. du sex!

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Il suono del telefono nella mia stanza mi fece aprire gli occhi. Uffa. Stavo facendo un sogno di quelli carini che hanno anche un minimo di senso!

"Pronto" mugugnai

"Signorina Port, è la sveglia in camera che lei ha richiesto. Le auguro una buona giornata" era una voce maschile giovane e sveglia

"Grazie mille" ribattei e chiusi il telefono pensando a come possano le persone essere sveglie a quest'ora della mattina.


Una volta deciso che non sarei andata a correre potevo dedicarmi a me al 100%. Questa cosa non capita spesso quando si viaggia tanto, si fanno le cose di fretta e non ci si ritaglia mai i propri spazi. Mi feci una doccia calda, mi concessi un riposo sul letto e passai 5 minuti ad osservarmi allo specchio.

Mi sono sempre piaciuta. Sono alta nelle media, formosa ma piatta nei punti giusti, ho un bel viso e delle guance che mi fanno impazzire da sempre. Adoro i miei piedi anche se credo di avere un piccolo problema con le mie ginocchia.

Cavoli! A furia di guardarmi sono arrivate le

8 e devo ancora prepararmi!

Stasera c'è la cena con gli altri partecipanti e devo essere pronta. Ho portato con me solo un'altra opzione. Metto una gonna a vita alta a tubino rossa, una camicetta velata nera e una giacca nera. Tiro la gonna un po più a vita alta così che il ginocchio resti scoperto. Per quanto non mi piacciano rimangono un punto erogeno importante! Truccandomi opto solo per una linea sottile di eye-liner, del mascara sulle mie ciglia già abbastanza lunghe, un po di blush rosato e un rossetto rosso.


"Raymond, oggi non mi scappi." - penso entrando in ascensore. Sorrido e esco dall'ascensore, il taxi mi aspetta.


Una volta lessi un libro su come avere delle "relazioni sane" e viaggiare molto da sola. Non credo mi sia stato d'aiuto, ma per ora adoro non avere una fissa dimora e cambiare letto quando cambio città. Essere una persona libera e piena di voglia sessuale non significa essere una puttana, questo me lo ripeto ogni giorno quando mi sveglio e so che andando in una città x dovrò trovare un uomo temporaneo, perché in fondo serve sempre avere qualcuno accanto, per una notte, per due ore o per 5 giorni che sia.


"Sono 10€ perché lei è una signorina très jolie!" - il tassista mi sorride con i suoi tre unici denti e io scendo dal taxi sorridendo e pensando ai neuroni maschili. Credo siano altamente sopravvalutati.


Mi fermo al bar vicino al luogo della riunione, in tutta la fretta non ho neanche fatto colazione. Ordino un caffè e un croissant e mi siedo ad un tavolino ad aspettare. Farò un po di ritardo, ma non conta.

"Bonjour madame" - uno strano accento francese mi fa alzare la testa dall'iPhone sul quale leggevo il giornale

"L'hanno sempre detto che gli inglesi non sanno parlare il francese. Avrei dovuto credere a quella gente" - sorrisi a Ray

"Ah e allora mi faccia sentire lei. Dicono che le americane siano piuttosto brave con le lingue." - sorrise

"Io. Non. Sono. Americana." dissi fulminandolo

"E allora dimmi, di dove sei? Parlami di te"

"Jane Port, 24 anni, canadese - esattamente del Quebec- motivo per cui il mio francese è di livello extraordinaire. Vivo in Europa da 8 anni, mio padre lavora in Italia e io vivo in Belgio. Tirate le somme. Può bastare?" - chiudo con la mia voce da detective che traccia il profilo di un serial killer in un telefilm

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