Tutte le strade portano a Roma

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Un'ora e mezzo dopo il mandrillone non era altro che un uomo sudato senza più forze e io non vedevo l'ora che andasse via per concedermi un pomeriggio per me stessa.

Chiamai il servizio in camera e ordinai un'insalata greca e una spremuta d'arancia, il sesso mi mette decisamente fame, ma per fortuna nel circolo vizioso faccio sempre più sesso di quanto mangio.

"Forse dovresti andare, devo prepararmi per una cena" - dissi acida all'uomo nel mio letto. Oltre al suo cognome non sapevo praticamente nulla su di lui e ora mi avrebbe lasciato il suo odore fra le lenzuola.
"La tua vivacità consiste nel trattare così tutti gli uomini?" - mi rispose lui
"No, solo quelli che rimorchio al bar dell'albergo dove alloggio"
Lui capisce l'andazzo, si riveste e uscendo mi lascia un bacio sul collo uscendo dalla stanza.

Mangiai e mi concessi un bagno rilassante, poi aprii il Mac per una video chiamata con Claire.
"Bellezza!" - fa lei
È raggiante. Insieme facciamo scintille. La bionda e la mora. Lei è la mora affascinante romantica che fa innamorare tutti e non sta con nessuno. Io la bionda che adora i piaceri del sesso e si nega quelli dell'amore. Siamo complementari.
"Stanchezza" - ribatto
"Quante volte ti ho detto che dovresti smetterla di viaggiare e fare sesso allo stesso tempo? Sono le cose più stancanti che si possano fare!"
"Esagerata. Mi sono divertita"
Le raccontai dei miei incontri e lei mi ammonì "Tu non baci i ragazzi se non vuoi portarli a letto"
Aveva ragione. Io non bacio i ragazzi mossa da tenerezza, pensai, ma tralasciai, salutai la mia bellissima amica e chiuso il pc mi misi a disfare la valigia.

Sono una perfezionista. Se ho due eventi di fila io preparo le mise e mi attengo al piano fatto a casa, raramente cambio idee. In questo caso ho una valigia tutta per Roma, anzi a dirla tutta per lo shopping da fare con mamma.

Optai per un pantalone a vita alta verde petrolio, una camicetta nera corta e un blazer nero. Indossai dei sandali per godermi una bella passeggiata sui sanpietrini romani.

Cenare con i miei è sempre un'esperienza trascendentale. Mio padre non capisce mai che lingua vuole parlare, mia madre sorride ai camerieri come se volesse portarli a casa e dargli uno status sociale superiore e io cerco di farli ragionare.
A me il lusso piace, tanto, ma rimango sempre un'esperta di migrazioni che lavora con i diritti umani tutti i giorni e odio chi prova pietà per gli altri. Per fortuna affogai tutte le mie frustrazioni nel cibo e salutai i miei dopo un ottimo tiramisù e un limoncello e decisi di passeggiare un po a trastevere.

Un posto magico. La Roma bella, vera e verace piena di giovani e turisti, ognuno con la sua piccola farsa. Volevo prendere un drink in pace e così mi sedetti fuori da un locale e ordinai un Cosmopolitan. Affianco a me c'era seduto un gruppo di uomini vestiti di tutto punto, non mi sembrava di vedere nessuna donna. I gruppi peggiori.

Mi rilasso e mi godo un drink.

"Il tema è che manca una legislazione quadro" e "poi guarda questo paese sul tema ha poco da insegnare". Sono un gruppo di uomini che discutono, probabilmente di lavoro, forse di economia. Vengono un po' da dovunque, lo riconosco dagli accenti.
"Hai sentito del business che c'è sull'immigrazione in questa città?" Dice uno.
Mi giro quasi istintivamente per origliare, è il mio terreno.
Uno di loro mi nota e dice "è interessata signorina?" ghignando
"Io, veramente, ho sentito la parola immigrazione e sa, è il mio lavoro" - rispondo schietta "scusate, non volevo origliare" continuo
"No, prego, si unisca a noi. Siamo qui per una riunione delle nazioni unite sul tema, aspettiamo altri colleghi"
Mi irrigidisco. Porca troia.
Spero che i colleghi non li raggiungano, ma mi siedo al tavolo con loro comunque e subito sento gli occhi dei più scorrermi addosso ripetutamente.

Sono le 23 e lui non è arrivato tra i vari colleghi che hanno raggiunto il gruppo. Dai che ho sbagliato io.

Mi alzo e faccio per salutare il gruppo.
"Beh colleghi, buona serata a tutti. Io mi godo le mie ferie" dico facendo l'occhiolino
"Aspetta, ti accompagno". Gerôme è francese è carino, e mi ha guardata per tutta la sera
"Ma no dai" dico
Lui insiste e a me non va, voglio proprio camminare un po e rilassarmi stasera.
"Io vengo con te, non puoi tornare da sola a casa"
"Davvero. Preferisco andare sola"
Lui torna con la coda tra le gambe e mi saluta. Io mi giro e lo vedo lì.
"Ma allora sei proprio un lupo solitario" - q
"Ciao Raymond. Stavo proprio andando via. Sola."
"Io non credo. Ci facciamo una passeggiata"
"Silenziosa" ribatto
"Fatta." Sorride e ci incamminiamo

Trastevere, castel Sant'Angelo di notte. Ci fermiamo lì vicino su un ponte sul Tevere e lui, sempre in silenzio mi prende la mano. Vorrei parlare, ma romperei la mia stessa proposta e poi non mi dispiace. Continuiamo a camminare silenziosamente. Ho i piedi stanchi e vorrei davvero sedermi un po', lo guido fino alla fontana di trevi e ci sediamo lì. Ci guardiamo in silenzio per interminabile tempo, vorrei baciarlo ma non devo, per cui mi alzo e gli prendo la mano.

Il mio hotel è su via Veneto. Continuiamo a camminare silenziosamente nelle strade di Roma e arriviamo al mio hotel. Non mi va di lasciargli la mano quindi la tengo e lo conduco dentro l'hotel.

Perché mi fai questo Raymond?

Up in the airDove le storie prendono vita. Scoprilo ora