Together again

Capitolo 2

 ciao nuvolette, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e lasciate una stellina. 🌟
Buona lettura 🤍 🤍

Mi sveglio sentendo qualcuno bussare e citofonare in interrottamente alla porta di casa. Perciò mi alzo dal letto, ancora dolorante per quello che mi è successo ieri.  

Non mi scordo di mettere dei braccialetti per coprire i miei sfoghi, e scendo le scale, dirigendomi alla porta e aprendola.

Ritrovandomi davanti una signora con i capelli legati a una crocchia bassa, ha gli occhi marroni che mi esprimono quanto provi pietà e compassione per me, le cose che più odio al mondo.

<Buongiorno, ha bisogno di qualcosa?> esclamo confusa

<<Buongiorno cara, lei è charlotte Green? figlia di Wendy e John Green?>>

Come fa a saperlo? E se qualcuno avesse sentito e denunciato qualcosa? oddio, non ci voglio pensare, sarei nei guai fino al collo.

<<Si , sono io. Perché me lo chiede?>> domando ancora più confusa di prima.

<<Le porgo le mie sincere condoglianze. Oggi John e Wendy Green hanno avuto uno spiacevole incidente, forse perché erano ubriachi ,ma questo noi ancora non lo sappiamo, e non ce l'hanno fatta.>>

Oggi è letteralmente il giorno migliore della mia vita, finalmente è tutto finito. Ma questo non devo farlo vedere, devo sembrare triste, sennò si faranno delle domande, ovviamente.

<<Che ne sarà di me? Mi manderanno in orfanotrofio?>>chiedo timorosa di rivivere tutto quello che ho già passato.

<<farai prime un test del DNA giusto per assicurarci che non tu abbia una famiglia che voglia ospitarti, in caso contrario andrai in orfanotrofio, ma tranquilla è un posto sicuro>>

Ce l'ho una famiglia ma non mi vuole, ne sono sicura

pure John mi diceva di stare tranquilla quando c'erano i suoi amici

pure Wendy me lo diceva mentre usciva di casa per ubriacarsi

<<Posso andare a prendere le mie cose?>> chiedo ancora avvolta dalle mie preoccupazioni

<<Si, certo cara fai pure, io ti aspetto qui>>

annuisco e mi incammino. Non ho molte cose, quindi metto tutto in uno zainetto rosa che ho da quando ero piccola.

Appena ho finito e mi accerto di aver preso tutto quello che mi serve,  scendo e ritrovo la signora  come l'ho lasciata prima.

Mi fa segno con la mano di seguirla << Seguimi, ho un'auto che ci aspetta fuori>> io annuisco e la seguo.

Il viaggio non è durato molto, non ho  un telefono, ma ho un orologio. Mi ricordo ancora quando papà me l'ha regalato. È un po' piccolo ma io lo uso come ciondolo.

Siamo quasi arrivati e mi fa molto caldo, ho un jeans lungo e largo con una maglia a maniche lunghe ovviamente, anche se ho messo i bracciali è meglio non rischiare.

Arrivati in centrale mi hanno fatto firmare l'autorizzazione per il test del DNA, mi hanno fatto sedere e mi hanno prelevato un campione, dicendomi che ci sarebbe voluto un po' di tempo e che dovevo aspettare.

Intanto mi metto a fantasticare su quello che succederà.

Se trovassero la mia vera famiglia

se loro non mi volessero

se invece mi volessero ma solo per pietà

se per loro io fossi solo un peso da sbarazzarsi