Capitolo 18

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"Allora ?Possibile che due giorni in Pennsylvania e non sia successo niente?"Emily scosse il capo,i capelli nero carbone,corti, dalle ciocche ,quasi ondulate,sventolarono sul suo viso,rasentando la guance e gli zigomi leggermente prominenti ,dalla carnagione color miele .Alcune riuscivano anche a raggiungere le clavicole ,lisce,per poi fermarsi,non potendo arrivare al suo collo,morbido,avvolto in un estivo foulard a pois,dai colori vivaci .I suoi occhi scuri,si fermarono a scrutarmi con circospetto ,per poi socchiudersi per un secondo, gustandosi il piacere del frappè a mango e papaia -il suo preferito- . Le dita ,perfettamente curate e smaltate,si strinsero intorno al contenitore di plastica della StarBucks. Alcuni piccoli resudi,rimasero impresso sulle sue labbra rosse vermiglie ,sottili ,piccole,quasi regali,ma scomparvero quando si pulii con la lingua. Mi limitai a scrollare le spalle,quando ella riportò la sua attenzione su di me e cercai di nascondere il mio silenzio volontario con il rumore della cannuccia del mio frappè al cocco . La sua folta e nera sopracciglia si inarcò , con un guizzo indagatore ,soppesando non tanto le mie parole , più che altro i miei gesti, le mie azioni . Convinta sostenitrice della teoria che le donne belle non erano soltanto galline ma dotate di un cervello funzionante- questo era il suo pensiero- aveva studiato per tre anni antropologia , d'altronde era una eredità di famiglia . Sua madre famosa neuropsichiatra, suo zio pedagogista . Era vissuta tra libri di culture asiatiche e testi sulla psichiatria freudiana . Esisteva,infatti una comunicazione non verbale, incredibile,ed era ciò che l'affascinava di più ; qualsiasi tuo gesto, espressione veniva scrutato al minimo . A causa di ciò che non ero mai riuscita a mentirle . Oppure era il suo sguardo, acuto e riflessivo, da mettere completamente in soggezione una persona, quando ti guardava. Le sue dita afferrarono la cannuccia e cominciò a farla muovere nella frappè , giocando e mescolando la bevanda mentre continuava ad aspettare delle mie parole " il tuo silenzio è inutile, sai bene che presto o tardi parlerai , due giorni in una baita in Pennsylvania con Lucas e non accede niente , quindi non dirmi stronzate !"a causa dell'irruenza e dell'enfasi con la quale aveva proferito ciò , le sue dite strinsero il contenitore di plastica , schiacciandolo leggermente , per poco non accadeva una catasfrofe, con la conseguenza di ritrovarmi sommersa di succo al mango e papaya . Il mio sguardo si incupii ed arricciai il naso ,dinanzi a quel nome che immediatamente suscitava strane reazioni in me ,come il sussulto del mio corpo,nel ricordare ciò che era avvenuto lì . Davvero io non lo comprendevo. Un attimo prima ci stavamo divertendo , inseguendoci come due bambini, per una volta mi sembrava essere tornato tutto come anni indietro , ed era veramente bello vivere di nuovo quella spensieratezza . Successivamente mi ero trovata con le sue labbra sulle mie, con la sua lingua che prepotentemente mi esplorava . Non sapevo davvero cosa gli passasse per la mente, era un rompicapo,un controsenso!Era stato prima lui a sbraitarmi contro,a delineare le distanze tra di noi e poi da un giorno all'altro capovolgeva completamente i suoi piani .

Le sue labbra ,

Il suo profumo,

L'ardore dei suoi gesti,

La rudezza dei suoi movimenti,

L'intreccio delle nostre lingue,

La piacevolezza del suo sapore,

Aggrottai la fronte, questo era quando mi obbligavo a non pensarlo!Ero furiosamente adirata con lui, soprattutto dopo che mi aveva baciato e sottolineo di sua spontanea volontà. In quegli occhi avevo osservato un desidero recondito e profondo,che tutt'ora mi confondeva ed animava i miei interrogativi sui suoi comportamenti. Poi, si era bruscamente ed improvvisamente allontanato,spingendomi via come se fossi chissà quale mostro, spaventato da chissà cosa . Aveva alzato lo sguardo e mi aveva guardato con occhi sgranati , per poi voltare le spalle ed allontanarsi a grandi passi . Per un attimo ero rimasta scossa e quando l'avevo raggiunto in baita ,si era ,categoricamente, rifiutato di parlare . Quando avevo insistito , si era chiuso in camera,eclissando le mie parole dietro la scusa del lavoro. Si era comportato come un vile!.Per tale motivo, la nostra partenza, il mattino successivo, era stata intrapresa nel più austero silenzio . "Terra chiama Marianne, bella,sveglia"Emily schioccò le dita dinanzi al mio viso, portando la mia attenzione su di lei , posò la bevanda,ormai vuota, sul tavolino in vetro del salone. Mio nonno Ryan e mia nonna Silvia non c'erano e per tutta la mattinata eravamo rimaste soltanto io ,insieme a lei "quell'aria pensierosa la conosco bene, è la stessa di quanto sei arrabbiata, quindi ora parli e mi spieghi cosa è successo con Lucas,adesso"ingiunse, leggermente perentoria sull'ultima nota ed incrociò le braccia al petto, il bracciale in argento- sul quale era inciso il suo nome- ciondolò appena

Amami, ti prego 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora