Prologo

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La quercia del giardino mi faceva da ombra con la sua folta chioma ,il sole filtrava dagli spazi vuoti illuminando il maestoso albero che mi aveva accompagnato per tutta la vita, insieme alla vecchia altalena su cui ero seduta. I raggi che splendevano in quella giornata limpida ,-appena- davano luce al mio viso,nascosto dall'arbusto. Dondolavo mentre i miei occhi -che mia madre definiva dello stesso colore del cielo- erano attratti dal testo che stavo leggendo . Intorno a me ,una pacifica quiete che rendeva ancora più tranquilla quella lettera, i miei piedi rasentavano il terrano mentre mi fermavo. Sorrisi quando chiusi il libro ,dalla copertina ruvida,e me lo misi sulle gambe mentre alzavo gli occhi al cielo,beandomi -finalmente- del bagliore del sole che adesso poteva illuminare la mia pelle. Adoravo passare il tempo in giardino, su quell'altalena dove una volta ,io e mio fratello ,Ian, giocavamo,era il mio posto preferito e mi sarebbe mancato una volta partita, se fossi partita .....

"Marianne,mi aiuti?"mi girai verso la voce dolce di mia madre,che proveniva dalla cucina. Mi alzai-con il libro - ed entrai,percorrendo quel giardino decorato da mille fiori che con il loro profumo lo impreziosivano . Mia madre-come suo solito- mi accolse con un sorriso, in tutti questi anni era diventata ancora più bella ,con quegli occhi verdi splendenti che ornavano il suo viso non più puerile come una volta ma più maturo e altrettanto meraviglioso. Una cascata di capelli color cioccolato le ricadeva dietro la schiena,mentre il suo corpo era fasciato da un professionale completo blu ,da cui era stata tolta la giacca . Mia madre,Beatrice,era la persona che più stimavo al mondo,non solo per l'aspetto e l'eleganza dovuta alla sua figura e al suo portamento ma anche caratterialmente,per la sua personalità dolce, saggia ma allo stesso tempo testarda . Era di fronte al tavolo da cucina e stava tagliando le verdure ,mi avvicinai ,affiancandola

"tornata presto oggi"di solito lei e papà,tornavano piuttosto tardi,più precisamente verso il pomeriggio ma riuscivamo sempre a cenare insieme e quelli erano i momenti più divertenti . Sorridevamo , scherzavamo e raccontavamo le nostre giornate,eravamo una famiglia che dopo un'estenuante giornata stava insieme ,nel calore materno a riunirsi ,condividendo con gli altri i nostri pensieri. "Si,ho finito prima e ho pensato di tornare , James sta sopra?"annuì e presi il coltello per aiutarla . Mio fratello era il piccolo di casa ,aveva 12 anni ,un genietto dai limpidi occhi verdi ,gli stessi della mamma . 

Si sentì il leggero cigolio della porta ,seguito prima dalla voce di mio fratello e poi quella mio padre , stavano commentando l'esito -come al solito- della loro giornata lavorativa . Ian aveva seguito speditamente le orme di mio padre fin da giovane ,diventando il suo erede oltre che un socio insieme a nostro zio Tayler . Scorsi entrambi dalla porta, stavano posando le loro giacche sul divano, me li immaginavo già togliersi  le loro cravatte e arricciare la camicia sugli avambracci per poi sedersi al tavolo e continuare il loro resoconto .  Presi un'uvetta e sorrisi complice a mia madre ,in seguito uscii dalla cucina e iniziai a mettere a tavola

"allora come è andata ?"domandai speranzosa , i nostri due uomini concentrarono la loro attenzione su di me , i loro occhi azzurri si posarono sulla mia figura con letizia , accompagnati da un caloroso sorriso-sopratutto da parte di Ian- il suo a differenza di quello di mio padre era più ampio e radioso,anch'egli molto complice. Riguardo alla fisionomia-io e lui- non eravamo molto somiglianti ,cioè a differenza di altri gemelli ma entrambi avevamo preso qualcosa di spiccato dai nostri genitori . Ian assomigliava molto a mio padre con le sue iridi azzurre che incorniciavano un viso ben definito dagli zigomi squadrati , la bocca rosea e carnosa di nostra madre-così come il naso piccolo- e una chioma ribelle dai capelli castani scuri tendenti quasi al nero-come i miei- . Mio padre invece era rimasto un bellissimo uomo,la sua bellezza in questi anni non si era per niente sfinita anzi sembrava che l'età l'avesse rinvigorito,fatto maturare. Era diventato più paziente e riflesso ,oltre che saggio ma anche più furbo e più persuasivo. 

"bene, abbiamo concluso un altro affare"il sorriso di mio fratello assunse quasi un tono spavaldo,in tutti questi anni ,mio padre -così come la mia famiglia- aveva sempre cercato di indirizzarmi in quel settore ma ero stata sempre contraria,non faceva per me . Volevo girare il mondo, raccontare dei miei viaggi e documentarmi sulle vicende che interessavano tutto il pianeta . Ed era proprio per questo che dovevo convincere mio padre a mandarmi da sola in America per un periodo di stage,impresa molta ardua ma forse non impossibile. Sbuffai interiormente e mi sedetti a tavola .Poco dopo si unì a noi ,mia madre che si affiancò -al tavolo- a mio padre,salutandolo con un bacio,adoravo i loro piccoli momenti intimi e la luce che c'era nei loro occhi ogni volta che si incontrarono . Erano momenti così speciali ,quasi intimi ,e per niente imbarazzanti da cui non potevi distogliere lo sguardo dalla loro bellezza ,si amavano ancora come il primo giorno e di questo ero più che convinta. La loro storia mi aveva sempre affascinata fin da piccola,quando  c'è la raccontavano e potevo dir per certo che il forte sentimento d'allora era ancora rimasto.

"Ehi,ometto "la voce profonda di mio padre era calorosa e divertita mentre si rivolgeva a mio fratello che scendeva le scale, raggiungendoci per il pranzo,anche mia madre gli sorrise -come me - ,a differenza di Ian che gli scompigliò i suoi capelli neri. James era in tutto e per tutto - tranne per la sua folta chioma- uguale a mia madre,dal carattere calmo e testardo alle sue iridi verdi ,l'unica abilità innata e piuttosto insolito in famiglia era la sua passione per l'informatica . Si sistemò i capelli e schiuse le labbra in una linea irosa iniziando poi mangiare come tutti. Nel frattempo,tra un boccone all'altro davo un'occhiata al mio complice e a mio padre, come si diceva l'unione faceva la forza e in questo nessuno era una squadra meglio di noi-mia e di mio fratello-. Ian era il mio migliore amico,non avevamo solo un rapporto di sangue ,era qualcosa di ben oltre, c'era un'intesa particolare, era la mia spalla,la mia roccia quando piangere, non litigavamo mai ma non rinunciavamo mai a stuzzicarci . 

"Trent, penso che sarebbe ora che Marianne scelga la sua strada ,dovrebbe esplorare il mondo e proprio a questo proposito che penso che dovresti ascoltarla"mia madre prese la parola,tirando in ballo l'argomento, le rivolsi un'occhiata piena di gratitudine,era sempre la migliore,non saprei cosa avessi fatto senza di lei . Mio padre si pulì la bocca con il fazzoletto e accavallò le gambe mentre i suoi occhi indugiavano su di me con vivo interesse,degluitì e presi il coraggio per spiegare a colui che manteneva le 'redini del mio destino' "Riguarda lo stage in America,con un apprendistato e un 'opportunità di lavoro immediato in una sede più importanti degli Stati Unuti,la NBC News."

Mi morsi il labbro quando un silenzio carico di attese piombò nella stanza, ebbi quasi paura che si potesse sentire il mio cuore,battere frenetico,in agitazione per quel si che speravo con tutta me stessa. Per quella risposta che tardiva arrivare ,persi quasi le speranze " dove staresti?"la voce di mio padre aprì una breccia di speranza nel mio animo,appena accesso da quella risposta. Lo sapevo che non era un si ma neanche un no "potrei stare dai nonni fin quando non supero lo stage allora potrei cercarmi un appartamento e  stabilirmi dato il posto di lavoro"spiegai  leggermente titubante e osservai l'espressione di mio padre tramutarsi in una riflessiva e quasi affaristica, stava valutando i pro e i contro.Conoscevo bene quello sguardo era lo stesso di quando doveva concludere un'affare ma aveva una tenue e nitida nota di letizia che lo distingueva dalla freddezza professionale da quel calore famigliare, riguardanti le questioni personali .

Sospirò e chiuse un attimo gli occhi per poi riaprirli " va bene,ma mi raccomando comportati bene e..."non riuscì neanche la frase che mi buttai addosso ,abbracciandolo con euforia e ringraziandolo mentre Ian ,mia madre e James sorridevano . La mia nuova vita iniziava da qui e di certo non sarei rimasta con le mani in mano!.

Ecco il prologo del nuovo Amami,spero che non siete rimasti delusi, ho voluto farvi dare uno sguardo ai nuovi Trent e Beatrice ,di certo più maturi dei precedenti ma comunque bellissimi,secondo me *---* . Nel prossimo capitolo vedremo già Lucas,curiosi di vedere quel piccolino cresciuto?Pubblicherò presto ^_^

Se volete sapere qualcosa in più passate sulla mia pagina "Le storie di Astrad"per anticipi e curiosità.

Votate e commentate ,please

Saluti dalla vostra Astrad.

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