capitolo 7

11.5K 417 54
                                    

"Signorina Jack le comunichiamo che ha passato ufficialmente lo stage, già da domani potrà iniziare a lavorare con noi,le attende un piccolo ufficio, ci aspettiamo grandi cose da lei , a più presto"la voce cordiale ma allo stesso tempo professionale e seria , si interruppe lasciandomi completamente sbalordita. Rimasi a bocca aperta anche dopo la chiamata,ormai terminata, il suono assillante del telefono che rimbombava nelle mie orecchie ma che tuttavia non riuscivo a percepire ,ero troppo scossa. Il mio corpo si era bloccato,come se fosse stato immobilizzato da una forza esterna e stesse cercando di assimilare quelle parole per poi scoppiare come un ordigno . Lentamente,quasi con meccanica mi girai verso Emily che continuava a chiedere l'esito della chiamata incitandomi con lo sguardo "mi hanno presa"ammisi lentamente e sorpresa, come se stessi cercando di far abituare il mio corpo a quella elettrizzante novità ,mi fiondai tra le sue braccia, facendola leggermente barcollare all'indietro " mi hanno preso!Inizio domani"urlai con più euforia , incredibilmente felice. Questo segnava l'inizio della mia nuova storia , una svolta centrale per la mia vita ,per correre quell'ardua strada che mi avrebbe portato verso ciò che desideravo . La mia amica mi strinse, con forza, gioendo con me per quella lieta notizia, a causa della nostra esaltazione ,gli uccelli ,spaventati volarono via dal nido ,creando una scia di colori che si infrangeva in quel fulvo del tramonto , mischiandosi con egli , le persone che ancora una volta si giravano a guardarci con rimprovero

"è meraviglioso!Congratulazioni, Marianne , domani si prospetta una giornata più che interessante !"mi fece l'occhiolino e circondandomi con il braccio le mie spalle ,si incamminò insieme a me , entusiasta, come due bambini che semplicemente erano felici con il mondo intero e volevano festeggiare . Era vero che avevo ancora tanta strada da fare-sopratutto in salita- e che non sarebbe stato facile ma questo era un incipit che mi animava di speranza, verso quel traguardo che anche se appariva adesso insuperabile , avrei sorpassato . Quindi perché non vivere e affrontare tutto ciò con spensieratezza? Gioire anche se per poco. La vita era fatta per essere vissuta !.

Lucas pov

La penna mi scivolò da mano, e per un secondo si udì la sua punta scontrarsi contro la dura superficie in vetro che costitutiva la scrivania ,quello fu l'unico rumore percepibile. Sforzai la mia mente a memorizzare:calcoli,cifre,numeri, prototipi che si presentavano dinanzi ai miei occhi, ma vanamente. Era da ieri pomeriggio che mi trovavo in quell'ufficio - fatta eccezione per la sera- cercando di rimediare alle assenze dell'ultima settimana ,a causa sua . Di nuovo la mia mente stava rivolgendo i suoi pensieri a lei . Credevo che affogando nel lavoro, e tenendo la testa occupata ,ella non avrebbe più proiettato immagini che la riguardavano . Tuttavia risultava estremamente difficile concentrarmi e sopratutto controllare le proprie fantasie che puntualmente andavano contro il mio volere . Strofinai il mio volto con le mani e sospirai, l'intensità del candore luminoso riscaldava piacevolmente la mia schiena,leggermente inclinata . Percepivo gli occhi stanchi e affaticati come tutto il resto del mio corpo,il quale aveva subito dal sottoscritto uno sforzo innaturale ,solo per non pensare, solo per non ricordare Marianne. Guardai torvo quelle pile di documenti che mi apparivano come un orrendo orco minaccioso , ed erano un ostacolo insormontabile in questo momento. Quindi mi rilassai sulla poltrona, la schiena naturalmente stesa contro il sedile ,il mio corpo ebbe un attimo di beatitudine ,chiusi per un istante gli occhi e mi beai di quel silenzio che tanto acclamavo da tempo , niente assordanti rumori del tran tran mattutino, squilli di telefono, ordini gridati e quella dannatissima porta che si apriva continuamente , facendo entrare una confusione da capogiro se a ciò univi anche il suono delle scartoffie che si accumulavano . Era ancora presto quindi non c'era molto rumore , la città si stava appena svegliando e il sole picchiettava sui tetti come per dare il buongiorno . Quasi quasi rimpiangevo il cappuccino di Nick , ovvero  quello d'un ora prima, anche lui come me aveva deciso di iniziare presto la giornata. Tuttavia la sua si prospettava meglio della mia, un senso di solitudine e di frustrazione mi avvolse, unito al desiderio matto di risolvere tutti i miei problemi su una pista da corsa, percependo sulla mia pelle il senso di libertà e quello del pericolo attanagliarmi le vene . Quello si che sarebbe stato un espediente molto più proficuo del stare in ufficio. Diedi una fugace occhiata al display del cellulare , cosa mi aspettavo?Una sua chiamata forse?Che assurdità!

Amami, ti prego 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora