Capitolo 35

4.9K 219 162
                                    

Il suo sospiro non era per niente confortante e non mi piaceva proprio. Difficilmente, Emily si ritrova senza parole e ben presto avevo imparato che quel silenzio scandiva i minuti che le servivano per trovare una bugia, oppure una risposta che fosse meno cruda e terribile delle altre. " Questa é una bella gatta da pelare"una piccola pausa"dio, Marianne, non so che dirti, mi hai colto completamente alla sprovvista e ancora non ci credo. Lucas e Juliet che aspettano un bambino"tentennò per un secondo " tu come ti senti?"come se un macigno mi avesse appena schiacciato il corpo ancora e ancora, con tanto di cubetti di ghiaccio. Mi guardai allo specchio, seppur appena, le occhiaie erano ancora presenti, dopo tutto quello che avevo fatto per eliminarle come se il correttore potesse cancellarle e con esse, quel pensiero dalla mia mente. Sembrava che la mia testa era un televisione, di cui si era completamente perso il telecomando, non si poteva né spegnere e neanche girare, rimaneva solo e soltanto su un canale. 'Tu sei molto più importante di lei' quelle parole mi avevano accompagnato per tutta la notte. Quando le aveva dette non ci avevo fatto molto caso, troppo impegnata a trovare una scusa per allontanarmi, per proteggermi ma avevo come la sensazione che invece di difendermi, mi ero autodistrutta da sola. Infatti, quando era andato via, la mia mente non aveva mai smesso di ripeterle. Mi ero stupita, avevo sentito il petto gonfiarsi e il cuore riscaldarsi, come se si stesse saziando ancora della sua voce. Mi aveva fatto sentire importante e preziosa, come se nella sua  vita contassi ancora qualcosa, anche se lei era tornata. Le aveva rivolte a me e a nessun altro. Le avevo sentite miei, come se mi appartenessero, come se me l'avesse regalate. Ogni volta che le ricordavo, ero felice ma al medesimo tempo, rimembravano che lui era andato via, che mai più le avrei sentite pronunciare dalle sue labbra. Ormai era uscito, definitamente. Non ci sarebbe nessun sguardo, nessuna parola che mi avrebbe fatto speciale, al completo in una stanza piena di sconosciuti come il suo. Perché, quando cercavo il suo sguardo e lo incontravo, inspiegabilmente mi sentivo sua, come se avessi trovato la mia luce, la mia piccola chiave di sicurezza. Perché, quando ero tra le sue braccia, mi sentivo protetta da tutto. Il suo corpo era caldo e rassicurante. Adesso, sarebbe stato per me, freddo come il ghiaccio. Quando avevo rivelato quelle parole, le sue mani mi aveva abbandonato, si era allontanato, cupo in viso e i suoi occhi non mi erano mai sembrati così spenti...distanti. La lucentezza dorata dai riflessi bronzei che mi faceva accartocciare la pelle, si era completamente raffreddata e quando mi aveva guardato per l'ultima volta, prima di andare via, mi avevano gelato. Non mi ero sentita tranquilla come avevo immaginato, certa che quegli occhi non mi avrebbero mandato più in confusione ma non sarebbe stato più lo stesso. Pensavo mi fossi liberata di un peso, invece, avevo fatto l'opposto. Nessuna sensazione di beatitudine. Solo dolore. Era incredibile come un ricordo, allo stesso tempo, potesse farmi sorridere e piangere, era una lama a doppio taglio, un incubo nascosto da un dolce sogno
"io sto bene, un po' scossa ma normale" o perlomeno ero quello che volevo apparire. La vita era troppo breve, grande, infinita e terribile per uscirne viva ma era anche una sola,quindi dovevano imparare a conviverci. L'avrei incontrato di nuovo, l'avrei rivisto per molto tempo, non sarebbe stato più lo stesso ma dovevo farmene una ragione. "Quando torni, tu, piuttosto?"

"Teoricamente, sarei dovuta tornare tra 3 giorni ma io non sopporto questo posto e lui non sopporta me. Inoltre, con questa notizia che mi hai dato, voglio tornare il prima possibile, quindi penso domani, poi andiamo a fare il sedere a Juliet, lo so, non fa molto effetto dirlo in questo modo ma con mia nonna in giro non posso usare parolacce" sospirò,un piccolo sorriso mi solcò il volto, forse il primo di tutta la giornata, immaginando Emily guardare sdegnata le praterie e le steppe del Texas. L'unica gallina che avrebbe mai toccato, sarebbe stata arrostita sullo spiedo e servita a tavola. Dopo il divorzio dei suoi genitori, suo padre si era trasferito in Texas, per vivere tranquillamente e ogni tanto lei era costretta a scendere. Non le piaceva mai andarci, non tanto per lui ma piuttosto per il posto. Odiava a morte quello stato, la patria del country non le piaceva per niente. Il suo atteggiamento mondano ed esuberante permetteva già di intuire il suo tipo di città ideale, le grandi metropoli, come: Chicago, Los Angels, Miami, San francisco e molte altre in tutta Europa.  "Marianne, ora devo andare, cercherò di tornare il prima possibile, promesso, a costo di farmi portare da Betty" ovvero il bisonte 'di famiglia'. Tra le due c'era una certa avversità reciproca, poiché entrambe volevano dimostrare di essere le femmine alfa. La salutai e uscii dal bagno, inalando un bel respiro

Amami, ti prego 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora