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Il ragazzo mi guarda allo stesso modo, a meno che io non abbia qualcosa in faccia e allora sia schifato, direi che mi ha riconosciuta.

"Prego, ditemi pure" cerco di non soffermarmi troppo a lungo sul verde dei suoi occhi.

Tutti i ragazzi ordinano un leggero aperitivo essendo ormai le 18, finché non è il turno di lui, quel modo che sembra essere muto ora che tocca a lui parlare.

"Se hai ancora bisogno di tempo passo tra poco"

"No, so già cosa voglio"

Il suo tono è deciso e la sua voce calda mi arriva chiara e concisa, incrocia le braccia appoggiando la schiena allo schienale della sedia e mi guarda accennando un sorrisetto.
Mi chiedo se si deciderà mai a parlare.

"Un hugo e poi potresti portarmi un posacenere?"

Annuisco e dentro di me mi chiedo perché ci abbia messo così tanto per ordinare qualcosa di così semplice.
Appoggio l'oggetto da lui richiesto al suo tavolino e mi avvio dietro al bancone dove il mio compagno di turno inizia a preparare da bere.

"Emma puoi pensare tu all'hugo? Ogni volta che mi ci metto mi esce sempre tutto sbagliato"

Sorrido e annuisco mentre inizio a prepararlo, non sono scema e so benissimo che il moro mi sta guardando, semplicemente fingo di niente in modo tale da non essere distratta.
Quando anche Michele ha finito gli spritz, carico tutto sul mio vassoio e porto ai clienti ciò che hanno richiesto.

"Possiamo delle altre patatine? Queste sono pochissime" uno dei ragazzi, uno un po' più ricciolino, mi fa gli occhi dolci e io non gli do retta, facendo però come mi ha detto.

[...]

"Ciao Michele, io ora vado a casa a farmi una doccia" lo avviso.
"Se vuoi possiamo vederci stasera in quella discoteca..."

Lascio tutto in sospeso perché ancora non so cosa farò, non mi sono ancora decisa a mettere piede in mezzo ad un branco di ragazzini tutti super eccitati, certo non dopo quello che è successo.

"Se vienici divertiremo un mondo" mi sorride gentilmente.
"Volevo presentarmi anche alcuni miei altri amici che ci saranno"

Gli rispondo che ci penserò e senza dilungarmi ulteriormente mi avvio verso casa.

In questi giorni ho imparato a fare ancora più attenzione ai vicoli e ad ogni angolo. Non mi muovo nemmeno a piedi, ma ho comprato una bicicletta un po' vecchia, almeno così potrò muovermi più rapidamente.

Se ripenso a ciò che mi hanno fatto quei due e al fatto che non siano stati messi dietro le sbarre, vado in bestia. Non riesco a concepire come sia possibile che nessuna telecamera abbia ripreso quei due avvicinarsi e poi scomparire, non me lo posso proprio spiegare e tantomeno lo posso digerire.

Infilo le chiavi di casa nella serratura e richiudo la porta alle mi spalle, sbattendola.
Salgo veloce le scale e mi rintano nel mio appartamentino luminoso, unica cosa bella di Legnano.

Mi lascio cadere sul divano mentre penso a cosa fare stasera.
Avrei anche voglia di ballare e bere un po', mi mancano i vecchi tempi ed io ero la reginetta indiscussa delle feste.
Forse dovrei smetterla di farmi mille pare e dovrei assecondare ciò che dice il mio cuore: un po' di sano divertimento è tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento.
Digito un messaggio che invio a Michele, dove gli chiedo di passarmi a prendere in macchina perché a piedi non mi muovo.
Lui sa benissimo cosa mi è successo, infatti mi risponde affermando che lo dava già per scontato di passare da me.
Anche lui mi ha aiutata molto e devo dire che gliene sono davvero molto grata.

Eri tutti i miei guai | ShivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora