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Sto tranquilla seduta a fumare su una panchina nel parchetto vicino casa quando sento delle voci farsi sempre più vicine.
Sono due ragazzi che sembrano conoscermi, ma io non so proprio dove gli ho visti.
Solo quando uno dei due parla in modo più chiaro li riconosco, sono i due che mi hanno violentata.
Balzo in piedi ma rimango come pietrificata, cosa posso fare ora?

Quello più muscoloso muove qualche passo verso di me e mi sorride.

"Tu sei la ragazza eh" mi sta sbeffeggiando ma al momento non mi interessa, basta che non mi tocchi e può anche dirmi le peggio cose.

"Che c'è non parli? Il gatto t'ha mangiato la lingua?"

Arretro di qualche passo sperando che i due se ne vadano, da ciò che mi ha detto Martina non dovrebbero più essere qui e pensavo l'avessero ormai capito anche loro.

"Il tuo ragazzo è un pazzo, ci ha massacrati di botte e pensava che noi non avremmo reagito" è sempre quello più muscoloso a parlare e mi chiedo se l'altro abbia veramente voglia di stare qui visto che sta più indietro rispetto al suo amico.

Improvvisante sento un gran rumore avvicinarsi dietro di me e temo il peggio ma quando riapro gli occhi, che avevo chiuso per estraniarmi dal tutto,  mi ritrovo circondata da Elia, Gionata, Paky e persino Andrea.
Quest'ultimo cammina verso gli altri due che ora sembrano spaventati.

"Christian, Tommaso, ancora qua? Credevo aveste capito la lezione"

I due sanno che perderebbero perciò decidono di lasciar perdere e si allontanano permettendomi di tornare a respirare normalmente.

"Tutto bene?"

I suoi occhi verdi sono cupi, più del solito, capisco che è davvero preoccupato per me perciò faccio l'unica cosa che mi viene spontanea, lo abbraccio.
Sembra perplesso però mi stringe a sé e dopo un poco all'abbraccio si aggiungono anche gli altri.

"Tu non puoi andartene in giro da sola specialmente in luoghi così isolati" anche Paky ha temuto il peggio perciò gli stringo la mano.

"Potevi chiamarci per fumarci qualcosa tutti insieme"

Gionata mi ruba la sigaretta e inizia a farsi qualche tiro, incredibile questo ragazzo.

"Andiamo a casa che festeggiamo il nuovo pezzo di Andre"

Io rimango a bocca aperta, non mi aveva detto che stava lavorando a qualcos'altro e mi ritengo particolarmente offesa.

"Perché non me l'hai detto?"

Andrea rimane in silenzio, ma quando gli altri si incamminano davanti lui mi si avvicina e sta accanto a me.
"Volevo fosse una sorpresa e oggi a mezzanotte esce su tutte le piattaforme così festeggiamo tutti insieme"

Sembra sincero quindi io non posso rimanere arrabbiata con lui senza alcun motivo.

"Sono contenta per te, ma avrei voluto che me lo dicessi sai" penso a come concludere la frase senza sembrare una disperata.
"Perché così ti avrei obbligato a portarmi in studio con te"

Lui si lascia scappare una risatina. "Non ti avrei portata comunque mami. Doveva essere una sorpresa per tutti quanti e così è"

Annuisco anche se rimango dispiaciuta lo stesso, ma lui mi appoggia una mano in basso alla schiena e mi sorride.

"Sta sera poi voglio chiederti una cosa" non finisce la frase e io non gli domando oltre perché mi basta sapere che questa sera troverà un po' di tempo solo per me.

Forse Andrea in fondo mi interessa più di quanto io voglia ammettere.

[...]

Con mia sorpresa trovo già la tavola imbandita, sarà perché ho perso tempo in doccia, ma sono contenta di non essere io a dover cucinare.
Elia si è dato da fare insieme a Paky e io non potrei essere più felice di così.
Sono tutti vestiti carini e profumati, ma il mio sguardo viene catturato da Andrea.
È il solito di sempre ma qualcosa in lui lo rende migliore, almeno ai miei occhi. Forse è la luce che emanano i suoi occhi verdi quando incontrano i miei, o sarà quel suo sorrisetto malizioso che però in questo momento è tutt'altro che questo.
Sono talmente concentrata sulla sua figura e a pensare a cosa mi stia succedendo che mi spavento quando me lo ritrovo davanti.

Eri tutti i miei guai | ShivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora