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Sto evitando da ormai un po' di giorni Andrea, anche quando viene in bar da me chiedo sempre a Michele di prendere le ordinazioni a lo tavolo dove sta lui. Lo so che è stupido, ma non me la sento di fare altrimenti.
Anche ora me ne sto seduta al solito parchetto a fumarmi la mia sigaretta, ci sono anche i miei amici, ma evito a tutti i costi lo sguardo di Andrea.

"Stasera facciamo qualcosa di divertente vi prego" ci supplica Elia incrociando le mani e guardandoci con aria supplichevole.

"Io ci sto, è da un po' che non facciamo niente quindi perché no"

Guardo Gionata accennando un sospiro, speravo che lui non avesse voglia e invece mi sa che sarò l'unica ad obiettare.
Persino Andrea ha sorriso e si è dimostrato favorevole, per non parlare di Paky che non vede l'ora di farsi qualcuna, probabilmente la prima che gli capita davanti.

"E tu Emma? Verrai con noi non è vero?"

Sento gli occhi puntati su di me, compresi i suoi anche se cerca di non farsi vedere. Molto probabilmente si starà chiedendo perché lo evito, ma da me non avrà alcuna risposta.

"Ehm non lo so, sono stanca a dire il vero. Pensavo di andare a letto presto oggi"

"Sei diventata una vecchia?" Elia scoppia a ridere circondandomi le spalle con un braccio. "Sei sempre giù di morale ultimamente, una bella sbronza ti farebbe bene"

Gli sorride timidamente perché so che in fondo ha ragione per davvero, questa non sono io, io sono la persona più festaiola al mondo e così deve rimanere.

"D'accordo però a patto che venga anche Martina altrimenti sarò l'unica femmina"

Andrea incrocia le braccia, non capisco la sua reazione ma sembra quasi infastidito.
"Lei non viene"

"Allora nemmeno io"

I suoi occhi verdi mi scavano l'anima, è sempre troppo facile per lui perché non si può resistere a quegli occhi.

"Che cosa ti cambia esattamente?"

No, questa volta non devo dargliela vinta altrimenti ci farà troppo l'abitudine.
"E a te che frega se viene Marti o no?"

"Non si risponde a una domanda con un'altra domanda" rimane serio. "E poi non voglio dover stare con lei anche in discoteca"

Sorrido sforzandomi, ma penso si capisca. "Per quello non preoccuparti, io e lei staremo da tutt'altra parte" e detto questo mi alzo, raccatto la mia borsa e mi incammino di buona lena verso quella che ora è anche casa mia.
Non ci posso credere che il solo pensiero di Andrea insieme a Roberta mi abbia dato così fastidio. Devo prevenire il dolore, ecco perché devo stargli il più lontana possibile.

[...]

È sera inoltrata e Paky sta cercando in tutti i modi possibili di convincermi, ma io non demordo e continuo a rimanere impassibile.
Sento che gli altri sono qui e che gli chiedono cosa mi succeda, per fortuna è un bravo amico e non fa parola della
mia confessione su Andrea.
Mi avvicino con l'orecchio alla porta della camera per sentire bene quello che si dicono.

"Deve essere successo qualcosa" sostiene Elia che non si immagina minimamente quanto abbia ragione.

"Se non vuole non forziamola, non se la sente e dovremmo accettarlo" ringrazio mentalmente Paky e rimango in ascolto.

"Andate io non vengo allora"

Sbarro gli occhi rimanendo stupita da quest'affermazione, la sua voce è fin troppo riconoscibile e mi chiedo cosa lo abbia portato a rifiutarsi di fare festa.
Attimi di silenzio riempiono la stanza.

"Andre ma che dici, prima volevi venire anche tu"

Lo sento sospirare e mi immagino che stia alzando gli occhi al cielo come fa sempre solitamente.
Quei suoi bellissimi occhi verdi...

"Si può cambiare idea e io non ho più voglia di fare festa in questo momento"

Michele si intromette. "É perché non viene Emma? Mica sei il suo cagnolino che devi fare quello che fa lei"

"Ma che cazzo" so già che sarà su tutte le furie quindi esco dalla camera e li raggiungo in salotto per evitare che inizi una rissa.
Tutti si voltano verso di me e io ricambio sorridendo un po' titubante.
Capisco che vogliono farmi domande, ma quando Paky scuote la testa, capiscono che forse è meglio lasciar correre e rimangono in silenzio.

"Che fate ancora qua?" cerco di risultare vaga perché non posso far sapere di aver origliato la conversazione.

"A quanto pare neanche Andrea ha più voglia di fare niente. Potreste sempre rimanere voi due guastafeste qui e noi andare a divertirci"

Sto per ribattere per oppormi a questa stupida scelta, ma Andrea mi precede "Ottima idea, andate pure"

La voce mi si mozza, vorrei dire che no, non voglio assolutamente fare così, ma non riesco a parlare e mi limito a guardarlo con aria interrogativa. Non so a che gioco stai giocando e la cosa non mi piace affatto. Odio sentirmi impotente e smarrita, a me piace avere il controllo nelle più svariate situazioni e tutto questo non me lo permette, complicandomi la vita.
Tutti sembrano essere d'accordo e in poco tempo sono usciti lasciandoci da soli in casa.

Ci guardiamo negli occhi, nessuno di noi due ha il coraggio di aprir bocca per prima perché sa che potrebbe venire attaccato dall'altro, ma vorrei tanto che fosse lui a dire qualcosa in questo momento.

Mi siedo anch'io sul divano mantenendo un po' di distanza, ma mi giro con il corpo verso di lui per fargli capire che se dovesse parlare non lo ignorerei.

Prende un sospiro e si appoggia con la schiena al divano, socchiude gli occhi e si passa la lingua sulle labbra, a quel gesto sento il cuore battere più forte, perciò distolgo momentaneamente lo sguardo.

"Che ti prende Emma..."

Non sembra una domanda, ma piuttosto una constatazione che fa con un tono di sconforto. Vorrei tanto spiegarglielo ma risulterei stupida. Sono stata io a baciarlo, lui ha ricambiato ma può averlo fatto benissimo perché voleva divertirsi in quel momento.

"Niente figurati"

"Non mi puoi mentire, lo capisco che hai qualcosa ma non so cosa e mi dà fastidio"

Riapre gli occhi solo per guardarmi e io mi sento più strana del solito.

"Magari non mi va di parlarne"

"Perché? Lo sai che ti puoi fidare di me... Non sono un mostro e non ti farei mai del male, non di proposito almeno"

Eletto un leggero risolino e lo fisso negli occhi. "Magari se non te ne fossi andato via con Roberta e fossi rimasto con me anche la mattina dopo le cose sarebbero andate diversamente"

Lui mi guarda esterrefatto e senza parole, io in tutta risposta mi reco in camera e sbatto la porta alle mie spalle.
È stata una pessima idea rivelargli tutto ciò, non avrei dovuto mai fare una cosa del genere.

La porta si apre improvvisamente e me lo ritrovo davanti che mi guarda in modo strano.

"Senti Andrea io-"

Non riesco a finire la frase perché le sue mani si posano sul mio viso e mi tirano a sé. Le sue labbra si muovono sulle mie e la sua lingua picchietta per chiedere l'accesso, che io ovviamente non nego.
Appoggio le braccia sul suo petto e poi gli circondo il collo quando le sue mani scivolano lungo il mio corpo raggiungendo i miei fianchi.

Ci stacchiamo per prendere aria ed i miei occhi si incastrano inevitabilmente nei suoi.

Eri tutti i miei guai | ShivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora