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Quando mi sveglio la mattina dopo mi ritrovo da sola stesa su quel divano. Il mio sguardo vaga in cerca della figura di Andrea e mi sorge spontaneo chiedermi se quanto successo ieri sia reale o sia avvenuto solo nella mia testa.

Sobbalzo quando Paky arriva, lo guardo con sospetto ma non dice niente, si limita a versarsi del caffè nella tazza della colazione e ne porta una anche per me.
Si siede esattamente accanto a me e mi guarda in attesa di non so cosa.

"Andiamo, non vorrai tenerti tutto per te?"

Alzo le spalle con fare interrogativo, non penso che sappia niente perché dubito Andrea gli abbia detto qualcosa.

"Stavi ancora dormendo stamattina presto? Alle 7?"

"Eh si, mi sono appena svegliata" controllo l'ora, sono le 10:30. "Perché, che è successo?"

Paky sbarra gli occhi e questa cosa non è per niente positiva, riesco a percepire il suo timore nel pensare che forse avrebbe dovuto rimanere in silenzio.

"Ehm beh Roberta si è presentata qua da me perché sapeva che l'avrebbe trovato qui, è salita ma poi Andrea ha proposto di andare da un'altra parte. Probabilmente per non svegliarti" aggiunge in fretta.

Ma la verità è che Andrea voleva andare via con lei per spassarsela.

Quindi io che ho significato per lui?
Sono stata solo un giochetto?

Mi alzo dal divano e poso la tazza sotto il getto dell'acqua per lavarla, mi sento girare la testa un pochetto per la stanchezza, ma soprattutto perché perché ora ho capito quanto poco valgo per Andrea.

Sento ancora gli occhi di Paky bruciarmi sulla schiena, segno che stia cercando di interpretare la mia reazione alla notizia.

"Non sono affari nostri probabilmente" è tutto ciò che riesco a dire prima di raggiungere la mia camera.

Non posso rimanere qui dentro ancora a lungo, quindi indosso dei leggings e un top sportivo ed esco indossando le airpods e riproducendo la mia playlist raggaeton.
Corro più veloce che posso senza mai esagerare per non essere costretta a fermarmi, non so quanto tempo sia passato da quando sono uscita, so solo che anche dopo la pausa pranzo ho ripreso a correre in lungo e in largo, non curandomi delle occhiate che mi lanciavano in molti che mi avevano riconosciuta come l' "amica" di Shiva.

Quando controllo l'ora sono già le 20:40 e immagino che gli altri stiano cenando senza di me.
Mi siedo sulla prima panchina che trovo e iniziò a fumarmi la mia bellissima Winston.
Chiudo gli occhi cercando di rilassarmi, ma fallisco miseramente poiché vengo interrotta dallo squillare del telefono.
Andre🔥 leggo sul display e lascio che si stanchi di attendere risposta.
Non rifiuto la chiamata semplicemente perché non voglio dovergli dare spiegazioni più tardi.
Continua a chiamarmi per almeno altre cinque volte finché, finalmente, non rinuncia.
Riesco a finirmi in tutta pace la sigaretta e decido di incamminarmi verso casa visto che ormai si sta facendo buio ed io ho ancora un po' paura.

Il telefono riprende a squillare nuovamente, guardo il display e sbuffo leggendo ancora una volta il nome di Andrea.

Dovrebbe iniziare a rompermi di meno il ragazzo.

Giro la chiave nella serratura e varco l'ingresso di casa, subito vengo assalita da mille parole.
Paky rimane indietro e si scambia qualche occhiata con Gionata, Elia sta sul divano e stranamente oggi c'è anche Michele che sembra scocciato.

"Sei cogliona o cosa? Mi pare che tu lo sappia usare il telefono allora perché non hai risposto?"

Andrea è furioso, folli si vede anche una cena sul collo che si gonfia da quanto grida forte.

"Ero impegnata" lo supero raggiungendo Michele ed Elia sul divano, ma Andrea non ha ancora concluso la sua scenata.

"Potevi anche fermarti due secondi!" prende un respiro. "Chi può sapere cosa succede se ti fai i gran cazzi tuoi"

"Mi stavo allenando, non ho fatto neanche una pausa se non a ora di pranzo, voglio iscrivermi alla prossima maratona e piazzarmi bene"

Che cazzo ho appena detto?

I ragazzi mi guardano perplessi e Paky, l'unico che ha intuito quanto la cosa che mi ha detto stamattina mi abbia dato fastidio, trattiene una risata venendo però fulminato da Andrea.

"E questa sarebbe la tua grande scusa? Fai ridere Emma, veramente sei una bambina, sei proprio infantile e stupida se ti comporti così. Mi pare che qualcuno si sia già approfittato di te lì fuori o no?"

Sento il sangue raggelarsi nelle vene, il mio cuore deve aver smesso di battere e i miei polmoni di funzionare. Non riesco a respirare più normalmente, sto andando in iper ventilazione.
Il tragico è che sono state le parole che Andrea ha usato per definirmi a ferirmi di più, invece che il ricordo di quanto mi è accaduto.

Tiro su col naso perché sento di star per scoppiare in lacrime, non ho nemmeno la forza di replicare e sento le gambe molli quando mi alzo in piedi.
Non vedo neanche più bene talmente ho gli occhi lucidi, mi asciugo le guance che cominciano a bagnarsi delle prime lacrime e lascio il soggiorno per chiudermi a chiave in camera.
Mi distendo e scoppio a piangere nascondendo la faccia nel cuscino, chiudo gli occhi e cerco di addormentarmi anche se so che sarà più dura del previsto.

[...]

Quando mi sveglio sono le 22 e io ho una fame pazzesca e non ho ancora cenato. Immagino che Andrea ormai sia tornato a casa sua, quindi mi faccio coraggio e caso in cucina per mangiare gli avanzi.
Paky è ancora lì, ma per fortuna mia è da solo.

"Emma" si alza e mi viene incontro abbracciandomi forte, menomale che c'è lui.

"Lo sai che non le pensa quelle cose che ti ha detto" mi accarezza la schiena con la mano. "Se n'è reso conto, avresti dovuto vedere che faccia aveva quando ha visto le lacrime rigarti le guance. Voleva salire da te ma gli ho detto di evitare"

"Grazie" sospiro iniziando a mangiare un trancio di pizza avanzato.

"Vogliamo parlarne?"

Scuoto la testa, ma so che non avrò scampo quindi gli racconto quanto successo ieri sera.
Il mio amico si fa serio e sorride quando gli dico del bacio e che abbiamo dormito abbracciati.

"Non sorridere, non c'è niente di cui gioire"

"Ma sai di cosa hanno parlato lui e Roberta?"

Nego ancora una volta.

"Allora questa tua scenata non è giustificata. Capisco la tua gelosia" ridacchia "ma se non sai di cosa hanno discusso non puoi arrabbiarti con lui. Era preoccupato quando non rispondevi, voleva uscire e raggiungere Christian e la sua gang perché pensava ti avessero fatto qualcosa"

Sospiro appoggiando il metto alle braccia che ho incrociato è appoggiato sul tavolo. Questa situazione sta diventando troppo per me, devo allontanarmi da Andrea prima che sia troppo tardi.

"Non importa. Qualunque cosa sia successa non deve aver significato nulla per lui, altrimenti sarebbe rimasto sul divano con me"

Non ammetto repliche e mi allontano velocemente tornando sotto le coperte.
Domani mattina ho il turno al bar e questa cosa mi tranquillizza anche perché starò distante da lui almeno in quel lasso di tempo.

Eri tutti i miei guai | ShivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora