Capitolo 1

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Un corpo da favola, uno di quelli che si vedono soltanto sulle copertine delle riviste... Quelle che i ragazzini durante l'adolescenza nascondevano sotto il materasso e di notte, con una torcia e tanti fazzoletti, le aprivano, con la curiosità e gli ormoni che bollivano dentro le loro vene.

E lui lo aveva tra le mani quel corpo, con quel ventre piatto e quel sedere da paura, che stringeva tra le dita lasciando addirittura il segno su quella carne morbida ma al tempo stesso tonica.
Un corpo caldo, che si muoveva con una sinuosità che aveva sempre adorato, quasi fosse un cobra che seguiva la musica ammaliante del suo domatore.

Ma nel sentire quel respiro, quelle labbra... Qualcosa era sbagliato.

Nella sua testa lui sentiva quello scontrarsi di pelli così feroce, riusciva ad ascoltare lo scrosciare dell'acqua su due corpi che non avrebbe mai immaginato di desiderare... O meglio, ne desiderava uno...

E non era lontanamente simile a quello che stava stringendo tra le mani, quello che si muoveva sotto al suo corpo che creava una deliziosa frizione tra i corpi sudati...

"Eiji...?". I suoi rubini si sollevarono, incontrando quegli occhi così particolari, le due iridi ambrate e sempre solari circondate dalla sclera nera come la pece.
Quelle labbra, carnose e morbide, da sembrare due cuscini imbottiti, rimasero schiuse da lasciar sbucare appena i denti, e quanti viaggi si era fatto su quella bocca... Dall'averla sulla propria, in un'unione vorace di lingue, al vederla avvolta attorno alla sua erezione...

Ma in quel momento, tutto era totalmente spento.

Completamente in black out.

"Qualcosa non va...?". La sua voce morbida, resa ancora più seducente da quel calore che sembrava bollire dentro al suo corpo, fece sfarfallare le palpebre al rosso, che puntò i propri occhi in basso, verso il suo sesso che era letteralmente inerme...

E quante volte gli era bastato sfiorare i suoi fianchi, accarezzarle un braccio... A volte si era dato addirittura dell'imbecille per quanto fosse facile per lui eccitarsi con quella ragazza...

Ma qualche giorno prima si era trovato in una situazione più grande di lui, e tutto il suo mondo era stato sbriciolato... Con uno schiocco di dita.

Rapido, ed estremamente doloroso...

Perché non è semplice rendersi conto che il proprio cazzo va in tiro per una persona del proprio sesso... Non è semplice rendersi conto che i propri sogni erotici proiettano sé stesso che possiede il proprio migliore amico...

Non è semplice desiderare di essere al posto dell'altro...

"S-Sì... Sì! Certo! È tutto okay! È... Mh... È che sono... Sono stanco... - Le ginocchia si piegarono, e si sollevò dal corpo roseo di Mina, con i grossi seni in bella vista che non riuscirono ad avere l'effetto desiderato - Lo sai, Aizawa mi sfrutta un po' per fare scudo... E dopo due ore, con continui colpi e quirk scaraventati addosso, il mio corpo ne risente un po'...".

Era una grandissima cazzata, e non era bravo a districarsi da situazioni di quel tipo... Insomma, non gli era mai capitato di avere dubbi sulla propria sessualità!

Sapeva molto bene che il professore lo stava allenando per la sua resistenza, sapendo molto bene quando fosse bravo in quello.
Quegli allenamenti per lui non erano così stancanti...

Nella sua mente aveva solamente due occhi rossi, sempre così arrabbiati... Due pettorali gonfi, che avrebbe tanto voluto stringere... Quei muscoli dorsali, il trapezio sempre allenato, da sembrare di marmo.

Gli addominali... Perfetti tasselli incastrati tra loro, creando scalini squadrati...

"Oh... Buonasera...". Non fece nemmeno caso a quella voce, le palpebre si sigillarono quando venne avvolto dalle labbra umide, una bocca carica di saliva che gli fece vedere le stelle...

Ma di fronte, non aveva riccioli rosa, ma capelli biondi che accoglievano le sue mani ubbidientemente, lasciandosi stringere, quegli occhi scarlatti carichi di lacrime per colpa della profondità della sua erezione che si impadroniva della sua gola, percependo come quelle pareti lo avvolgessero e stringessero facendogli ribaltare gli occhi sotto le palpebre.

Quei suoni umidi, quei baci, quelle lappate, erano suoni paradisiaci, la saliva che colava, le mani che lo stringevano, una alla base e una sui testicoli, giocando con essi e facendolo gemere come un animale.

Lo vedeva, immaginava Katsuki, con quello sguardo che lo sfidava costantemente, come se volesse essere piegato a forza sotto di lui, come se lo perculasse per farsi prendere con decisione, un silenzioso e stuzzicante invito ad affondare dentro di lui...

E venne, bloccando quella testa ed affondando fino a sentire un verso strozzato, ma quell'orgasmo... Lo percosse totalmente, annebbiandogli la vista, facendogli saltare ogni viscera da quanto era stato elettrizzante...
Tremava da quella goduria.

Ma rimase quasi deluso nel vedere quell'immagine affievolirsi, lentamente, aprendo di fronte a lui Mina che con l'indice raccoglieva un rivolo del suo seme che stava scendendo lungo il suo mento.

Deluso... Perché non era Katsuki... Con quel ghigno, o quell'aria strafottente... Non era lui...

Ed una morsa dolorosa si aggrappò al suo stomaco, facendo galleggiare dentro di sé tutti quei sensi di colpa...

Si era fatto succhiare il cazzo... Dalla sua ragazza... Pensando al suo migliore amico...

Era fottuto.

Era fottuto

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Ebbene sì... Odio me stessa, mi ero ripromessa di scrivere SOLO offline.
Avevo voglia di pubblicarla (decisamente troppa) e quindi eccomi qui!

Non dovrebbe essere esageratamente lunga, ma... Boh! Chissà 😁

Spero vi piaccia.

-Apple. 🤍

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