Capitolo 2

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Forse si era soffermato troppo... Forse avrebbe dovuto schiarirsi la gola... Forse avrebbe dovuto annunciarsi!

Troppi forse, troppi rimpianti e troppe autocritiche.

Si odiava, sì.
Decisamente.

Quelle sue mancate scelte avevano annunciato la sua autodistruzione.

Avrebbe dovuto dire qualcosa, assolutamente, ed invece aveva sentito i passi entrare dentro agli spogliatoi ed era rimasto in silenzio...
La fronte poggiata contro la parete e le palpebre chiuse, con l'acqua che si riversava a cascata su di lui.

La stanchezza era decisamente troppa, non aveva voglia di parlare, di ascoltare le lamentele per colpa di quelle dure lezioni...

Ed anche quando sentì la voce di Todoroki, rimase in silenzio...

"C'è nessuno...?". Sempre così calmo, apatico... Nessun sentimento riusciva a scalfire quella corazza dura che teneva sempre alzata...

Qualche sorriso lo aveva visto, certo, con Midoriya soprattutto... Ma poi? Niente.
Le labbra sempre tirate in una linea dura... i lineamenti sempre affilati e distanti... Quasi fosse superiore a tutti...

Non gli piaceva.

Certo, due quirk... Figlio del grande Endeavor... Forte, figo, così virile nei modi di fare, con la scia di ragazze alle spalle che baciavano ogni suo passo lasciato in quel percorso... Ma odioso.

Ed Eijirou non era uno che etichettava le persone con "mi piace" o "non mi piace", ma lui...
Digrignò i denti sigillando gli occhi, mentre l'acqua scrosciava sulle sue spalle talmente calda da fargli sentire il bruciore sulla pelle.

Ma se ne fregò, ascoltò i passi nello spogliatoio... Troppi per essere una singola persona.

"Chi è l'idiota che ha lasciato l'acqua aperta, ah?!".

Le palpebre si aprirono, e gli occhi si puntarono verso le mattonelle che aveva di fronte.
La voce di Bakugou era decisamente riconoscibile, sempre adirato...

E un'illuminazione gli fece maledire sé stesso per non averci pensato prima. Quei due avevano proseguito gli allenamenti, scontrandosi ripetute volte, facendosi addirittura seriamente male... Ed erano rimasti a farlo fino a quel momento.

Ma rimase in religioso silenzio, anche quando i pugni del biondo si scontrarono contro la porta della sua doccia, accuratamente chiusa a chiave.
Rimase in silenzio quando venne posta la stessa domanda del bicolore, in maniera più aggressiva.

E rimase in silenzio all'ennesima offesa data a colui che aveva lasciato l'acqua scorrere liberamente.

"Sarà guasta...".

E poi, non sentì più niente, se non uno sportello chiudersi brutalmente dopo quello che percepì come un pugno... Un silenzio soffocante, che lo bloccò sul posto, lasciando che i capelli scendessero sulla sua fronte, come se qualsiasi movimento avesse potuto rivelare la sua presenza.

Ma erano sempre lì... Lo sapeva, sentiva qualche movimento... E gli fece raggelare il sangue, perché le poche volte che aveva visto quei due da soli, assieme, non avevano fatto altro che stuzzicarsi ed urlarsi addosso...

Quel silenzio era tetro soprattutto in quel momento, perché sapeva di non poter uscire... Ma sapeva anche che rimanere lì dentro sarebbe stato decisamente nocivo...

E la conferma la ottenne quando un verso gli fece drizzare ogni senso... Un verso gutturale, roco... Sexy.

Lo lasciò senza fiato, poggiato alle piastrelle... Annebbiato...

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