Capitolo 11

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-che cosa hai fatto?- domandò sorpreso Felip in direzione di Merida che con calma nella loro camera si stava ricopiando gli appunti di matematica di quella mattina. Teoricamente alle ragazze non era permesso stare nelle camere dei ragazzi e viceversa ma la ragazza era stata abbastanza agile da non farsi vedere da nessuno e ne aveva approfittato anche perché Dante era ancora fuori ad allenarsi insieme a Simon e Alan per l'ennesima insufficienza in fisica.

-si sta ammazzando di allenamenti perché chiaramente è in difficoltà con le materie scientifiche e per giunta lo chiamano durante l'ora di matematica. Gli solo preso gli appunti e adesso me li sto ricopiando- borbottò Merida continuando a copiare i numeri sul suo quaderno da quello di Dante che il ragazzo aveva lasciato in bella vista sul suo comodino.

-perché rischiare?-

-Felip non dirmi che non ti sei accorto di quanto è diventato magro per colpa di quegli allenamenti extra-

-vomita quasi ogni giorno- disse invece Yamato -mi sono svegliato una notte e l'ho beccato anche se lui non mi ha visto. È qui da tre settimane e sta lavorando peggio di noi che siamo qui da anni- continuò l'asiatico sospirando -anche a me non piace la cosa ma Andrew lo ha puntato-

-e quando Andrew punta qualcuno è finita a meno che non arrivino altri da prendere di mira- continuò per lui Felip sospirando -si è accorto della cosa?-

-si, mi ha tirato un foglietto con scritto grazie per non far capire a nessuno che lo avevo aiutato- sussurrò Merida -se vomita è un problema- aggiunse poi guardando verso Yamato.

-e come possiamo fare allora?- domandò Felip -di certo non possiamo imporci per non fargli fare gli allenamenti visto che poi li fanno fare anche a noi-

-impedirgli di prendere voti bassi- rispose semplicemente Merida -se riusciamo a non fargli avere allenamenti extra forse potrebbe riprendersi-

-aiutarlo? E quando se è sempre fuori ad ammazzarsi per gli allenamenti?- domandò Yamato sospirando -quando lui studia noi stiamo già a dormire o lo fa durante i piccoli momenti di pausa quando tutti lo tengono sotto controllo- continuò l'asiatico sospirando mentre Merida aggrottava la fronte dopo aver osservato attentamente alcuni degli appunti di Dante.

-che hai?- le chiese Felip notando lo sguardo.

-un attimo- sussurrò lei prendendo il suo cellulare e facendo una veloce ricerca su internet.

-cosa?- Felip era davvero curioso di capire cosa stesse cercando la castana così come anche Yamato tanto che i due le si avvicinarono curiosi cercando di leggere.

-discalculia?- domandò Yamato dopo aver letto il titolo dell'articolo che stava leggendo la ragazza.

-si- rispose lei sospirando -ho notato che ha scritto qualche numero al contrario e qualche altro errorino mentre controllavo il suo quaderno quindi ne voglio essere certa-

-e come sapevi che...-

-mia madre per un po' ha insegnato a una scuola media e mi parlava di questo ragazzino che non si riusciva a capire come mai avesse tanti problemi con la matematica e alla fine hanno scoperto che aveva la discalculia- spiegò Merida sospirando -potrebbe essere questo il problema di Dante- continuò osservando ancora il quaderno del ragazzo -e si spiegherebbero anche i suoi problemi con la fisica-

-e glielo dovremmo dire?- domandò confuso Felip -potresti anche starti sbagliando- Merida annuì a quelle parole e fece delle foto alle pagine del quaderno di Dante per poi mandarle a sua madre.

-chiedo un parere a mia madre, giusto per togliermi il dubbio- poi osservò l'orario e sospirò -torno in camera, non dite a nessuno che sono stata qui- ridacchiò la castana prima di andarsene velocemente così com'era arrivata.

-vomita veramente?- domandò Felip osservando Yamato che aveva preso il quaderno di Dante e lo aveva rimesso al suo posto nel cassetto.

-si, non so da quanto e con quanta frequenza ma si- sospirò l'asiatico guardando preoccupato il letto di Dante -se Merida ha davvero ragione e dicendolo alla professoressa Harper forse potremmo aiutarlo-

-quella è una strega non credo proprio che ci starà ad ascoltare-

-hai ragione anche tu. Cazzo abbiamo le mani legate se non vogliamo finire male con Andrew e gli altri- e Yamato stava per continuare a parlare solo che avvertì la porta aprirsi e rimase in completo silenzio così come Felip.

-potete continuare a parlare come se non esistessi infondo non esisto per voi- disse loro con il fiatone Dante che in quel momento voleva solamente buttarsi sul letto e dormire, anzi non svegliarsi più. Il moro posò le scarpe che si era precedentemente tolto vicino l'ingresso, dove si trovavano anche quelle degli altri due, per poi dirigersi verso il bagno: doveva farsi assolutamente una doccia.

-se vomita gli vado a prendere qualcosa dall'infermeria- sussurrò Felip per farsi sentire solo da Yamato che annuì concordando con lui.

-e se ci sviene in doccia? Lo hai visto anche tu che non si reggeva in piedi- borbottò Yamato.

-se non esce entro venti minuti apriamo la porta- confermò Felip per poi salire le scale e raggiungere il suo letto per stendercisi sopra per un po'. In teoria doveva fare gli esercizi di matematica per il giorno dopo ma non aveva nessuna voglia in quel momento e poi la sua concentrazione era maggiore di mattina quindi li avrebbe fatti tra colazione e l'inizio delle lezioni come suo solito.

-vuoi dire che io apro la porta tanto lo so che fra due secondi ti addormenti- sbuffò Yamato andando verso la sua scrivania per prendere il suo computer e finire il drama che aveva iniziato sere prima tenendo però solo una cuffietta nelle orecchie in modo da poter sentire rumori strani dal bagno.

Per fortuna non dovettero soccorrere Dante che nemmeno dieci minuti dopo uscì dal bagno con un pantalone di tuta e una maglia bianca a maniche corte prima di andare verso la sua scrivania per studiare un po' anche se per quanto era stanco sarebbe di sicuro crollato a dormire sulla scrivania come qualche sera prima.

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