Capitolo 41

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Izac posò il telefono sul tavolino della saletta studio e riprese ad osservare il tablet sul quale stava finendo di realizzare il lineart del lavoro che avrebbe portato come progetto per l'esame finale. Aveva ripreso un attimo il telefono solo e soltanto per controllare se Dante avesse deciso di sbloccarlo e quindi di leggere tutti i messaggi che gli aveva mandato in quegli anni. Per quanto avevano detto i loro genitori Dante era tornato a casa da quasi un anno ormai e Izac non riusciva minimamente a capacitarsi del fatto che l'altro fosse ancora arrabbiato con lui per quello che era successo.

-ehi- Izac a quella voce alzò lo sguardo dal suo tablet per poter osservare il ragazzo di Nikodemus che lo stava raggiungendo con calma.

-ciao, non so dove sia Niko- gli disse sinceramente visto che era più che certo che l'altro stesse cercando il suo ragazzo.

-non stavo cercando il mio ragazzo, ci siamo incontrati prima- rivelò Dante avvicinandosi ancora di più al gemello e osservando attentamente il disegno presente sul tablet: Izac era migliorato parecchio in tutti quegli anni doveva ammetterlo. Non che lui si fosse mai interessato all'arte o che ne capisse qualcosa ma l'ultima volta che aveva visto il fratello disegnare non era così bravo. -come va?-

-bene credo...sto concentrando tutte le mie energie su questo lavoro perché è quello con il quale mi presenteranno alle aziende fuori di qui e il non essere tormentato da un laboratorio esploso devo ammettere che aiuta- sorrise e Dante sorrise a sua volta. -posso chiederti come sta Merida? A quanto pare lei non vuole più avere niente a che fare con me-

-è solo un po' stressata ultimamente e ha solo bisogno di tempo credimi- sussurrò Dante che non sapeva proprio come parlare al gemello. Come doveva iniziare il discorso?

-ti credo. Stavi...cercando me?- domandò dopo un po' Izac curioso. Il moro che aveva difronte aveva detto di aver già incontrato Niko e poi si era messo a parlare con lui quindi quella poteva essere l'unica conclusione sensata.

-si, stavo cercando te- confermò Dante -vorrei parlarti in realtà-

-riguarda Niko?- chiese preoccupato.

-no, non riguarda lui- scosse la testa Dante -riguarda il tuo gemello-

-Dante?- chiese preoccupato Izac -che è successo?- nella mente di Izac iniziavano a formarsi mille pensieri uno peggio dell'altro e Dante pensò di aver solo peggiorato la situazione vedendo quella reazione spaventata.

-calmati non è successo niente di pericoloso- cercò di calmarlo -sono un telefono finito nel water- rise Dante.

-eh?-

-è il motivo per il quale non...non ti ho mai risposto. Mi hanno buttato il telefono nel cesso del bagno dopo due settimane che ero li e non ho mai recuperato ne il tuo numero e nemmeno quello di Pascal Izac- e Dante vide chiaramente lo sguardo dell'altro sgranarsi man mano che parlava.

-aspetta ma tu non eri...- ma Izac non finì la frase visto che Dante aveva preso la sua carta di identità e l'aveva messa davanti al gemello.

-scusa- aggiunse poi -quando mi hanno chiesto di indagare sul laboratorio ho pensato di non dire il mio nome per non perdere il caso, volevo prendere chi mi aveva incastrato e quando ho scoperto che tu eri quello che stava rischiando grosso ho...ho lavorato ancora di più per scagionarti. Poi non ho detto niente perché ormai mi conoscevate come Daniel e avevo paura delle vostre reazioni-

-quindi non mi hai bloccato?-

-no- sussurrò Dante per poi passare il telefono al gemello -segnati il nuovo numero così smetti di scrivere all'altro. Mamma e papà mi hanno detto che hai provato a dire loro come erano andatele cose ma non ti hanno creduto, grazie per averci provato-

-non è servito a niente- sussurrò Izan ancora stordito da tutto quelle novità ma comunque si era premurato di salvarsi il numero del gemello -aspetta Niko sa che sei Dante?-

-dal giorno del suo compleanno- rivelò al fratello -scusa ma gli ho chiesto io di mantenermi il gioco per un po', dovevo trovare il coraggio di parlarti-

-e l'ha presa bene?-

-tu che dici?- rise Dante -all'inizio era spaventato che mi stessi vendicando ma gli ho fatto capire che ero serio con lui, che sono serio con lui-

-e Pascal?-

-mi ha scoperto oggi- borbottò Dante -ho incontrato Musmus nei corridoi ed era con Pascal e ovviamente ho chiamato il mio ragazzo come sono solito fare e Pascal mi ha squadrato dalla testa ai piedi- e a quelle parole Izac rise di gusto immaginandosi la scena e soprattutto un Pascal bello arrabbiato con Dante.

-scusa per averti fatto espellere in quel modo- disse dopo un po' Izac -non dovevo avere fretta e ti ho solo complicato le cose- e abbassò lo sguardo identico a quello del gemello sinceramente pentito.

-orami è il passato e vorrei metterci una pietra sopra. Non è stato semplice è vero ma adesso siamo di nuovo insieme e mi sono anche vendicato quindi va bene così- sorrise Dante porgendo la mano al gemello che gliela strinse prima di tirarselo addosso per poterlo abbracciare.

-mi sei mancato da morire-

-anche tu- sussurrò Dante rafforzando la presa e quando si staccarono Izac gli tirò un pugno sugli addominali con sguardo corrucciato.

-non è giusto che tu abbia quei muscoli adesso-

-ho venduto l'anima a momenti per avere questi muscoli quindi non fare quella faccia e poi Musmus rimane incantato ogni volta- ridacchiò Dante.

-oh ti prego non dire certe cose di quello che è il mio migliore amico quando sono presente per favore!- sbottò Izac -non voglio sentire e sapere okay?-

-okay- ridacchiò Dante -ma quando tu ti metterai con Merida io non farò lo stesso e sappi che se la farai soffrire io, Yamato e Felip ti facciamo fuori e poi Merida conclude il tutto-

-sempre se lei mi vuole-

-ti vuole- ridacchiò Dante conscio di avere davvero ragione.


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