Siamo arrivate sotto casa mia, ma non ho il coraggio di scendere dalla macchina, le gambe mi tremano e le lacrime continuano a rigare il mio viso senza fermarsi.
<amo, vai, di tutta la verità a tua mamma e vedrai che ti starà vicino. Non aver paura, per qualsiasi cosa chiamami, io però devo scappare sono già le 6 del mattino.>
Scendo dalla macchina
<ci sentiamo più tardi> dico chiudendo la portiera e piano piano mi incammino verso il portone.
Più cammino più l'ansia sale..Sto cercando le chiavi nella borsetta quando sento il portone aprirsi, alzo gli occhi e vedo mia madre, che senza dire una parola mi abbraccia...
Uno di quegli abbracci pieni di sicurezza, dove sai che puoi lasciar andare tutto il tuo dolore e scoppio a piangere singhiozzando.
Dopo qualche minuto mi calmo.
Saliamo in casa e gli racconto tutto nei minimi dettagli, lucidissima e consapevole di ciò che stavo dicendo.
A sentire ciò che raccontavo, è sbiancata ha iniziato a tremare e balbettare.
ad un tratto si alza, prende in mano il telefono accecata dalla rabbia, senza guardare l'orario chiama mia zia.
<ascolta Virginia, oggi tu e i tuoi figli venite qui, io sono davvero incredula delle cose che mi sta raccontando Eva. Sono schifata. Vi aspetto a casa.> riattacca senza nemmeno salutare.[dopo pranzo]
Arrivano i miei cugini, insieme a mia zia, salgono prima loro, stando in piedi l'uno vicino all'altra, rimanendo zitti
*boom* sbatte la porta
<scusate, è colpa del vento...> aggiunge mia zia cercando di smorzare la situazione
Ma non è proprio il giorno giusto.Rimango seduta sulla sedia con la testa rivolta verso il pavimento e sento mia madre che dice
< allora Travor che cosa è successo stanotte?> ha un tono di voce molto tranquillo (stranamente)
<zia guarda non è vero, credimi non ho fatto assolutamente niente.>
Mia madre sta per rispondere ma mi intrometto
< Travor, di la verità. Come hai potuto farmi questo? Sono sangue del tuo sangue, non me lo sarei mai aspettato da te.> dico alzandomi in piedi
< e tu?> puntando il dito verso mia cugina
< sei una merda, ti ho scritto dei messaggi e tu rispondevi con cazzate.>
< non è vero, non ho ricevuto niente e poi ero troppo ubriaca>
Insomma questi si stanno comprendo a vicenda
Mi avvicino e spingo mio cugino contro il muro.La rabbia mi offusca la vista, sto dando di matto.
Mi blocco un instate, ad un tratto sento fischiarmi l'orecchio e per qualche secondo mi sento come stordita...
Non capisco cosa stia succedendo, apro gli occhi e vedo mio padre..
Ricollego tutto e capisco, mi aveva appena tirato uno schiaffone in faccia, anche se io ero dalla parte della ragione
Corro in camera, sbatto la porta e con la faccia sul cuscino incomincio a piangere e urlare contemporaneamente.
Non ci potevo credere. Per la seconda volta nessuno ha creduto a ciò che mi è stato fatto.
Vorrei sparire.
<Eva, amore, guardami> sussurra mia mamma avvicinandosi al letto
<vattene, tu, sei uno schifo, come loro. In tutti questi anni non mi hai mai creduto, sei mia madreeee
e ora stai rifacendo lo stesso errore.> mi sento distrutta. Senza forze.
mi abbraccia e rimane lì, seduta vicino a me nonostante gli avessi appena urlato le peggio cose, ma questo mi ha fatto capire molto.Se prima ho dovuto imparare a cavarmela da sola, in qualsiasi situazione...
Ora, in questo preciso istante ho capito che non mi posso più fidare di nessuno al di fuori di me stessa.
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Parte senza titolo 1
Literatura FaktuVoi penserete, quali sono i veri problemi della vita? In realtà tutto ciò che ci scatena dolore è un problema da affrontare nella vita di ognuno di noi. Oggi sono qui per raccontarvi una storia, con un trascorso davvero orrendo, diversa dal genere...