Capitolo 35

88 16 9
                                    

Riaprendo gli occhi stamattina ci ho messo un paio di minuti per rendermi conto di avere Leonardo al mio fianco. Inizialmente ho creduto di essermi addormentato sfinito ieri sera e di aver immaginato tutto soltanto per ritrovare un po' di pace, per stare un po' meglio. Quando però ho allungato la mano verso la testa di Leo vicino alla mia spalla e ho affondato le dita tra i suoi capelli, mi sono reso conto che era lì, reale, tangibile, stupendo.
Il calore che ha preso spazio dentro il mio corpo era così pieno di gioia e serenità, che a malapena sono riuscito a contenermi dall'abbracciarlo con tutta la forza che avevo in corpo e dal riempirlo di baci.

Ora sono qui che ammiro il disegno che ha fatto apposta per me. E più lo guardo, più noto la cura che gli ha dedicato, la delicatezza delle nuvole nel cielo, i dettagli nei rami spogli dell'albero in primo piano, l'accuratezza nel definire il contorno del piumaggio del gufo.
"Ehi..." mormora Leonardo stiracchiandosi e mettendosi seduto sul letto.
"Ehi..."
Mi avvicino a lui e gli stampo un bacio sulla fronte.
"Buongiorno carino."
"Buongiorno bellissimo, che stavi facendo?" domanda con uno sbadiglio.
"Guardavo il tuo disegno. È bellissimo."
"L'ho creato pensando a te. È bellissimo perché tu sei bellissimo."
"Leo..."
Arrossisco e alzo gli occhi al cielo.
"Troppo smielato?"
"Direi."
"Non me ne frega proprio niente."
"Ah, sì?" chiedo con aria di sfida.
"Sì" dice tenendomi il gioco.
"Bene."
"Bene" ripete ridacchiando.
"Ti diverti proprio a stuzzicarmi, eh?"
"Quello è il tuo passatempo preferito. Io preferisco stare steso sul letto con te e utilizzarti come cuscino" dice provocandomi con una smorfia.
"Ah, ti servo solo per questo? Per spaparanzarti su di me?"
"Sì."
Sbuffo rumorosamente cercando con tutte le forze di sembrare incredibilmente infastidito dalle sue parole mentre Leo mi dedica uno dei suoi sorrisi sghembi.
Poi si avvicina e mi avvolge con dolcezza tra le sue braccia.
"Mi piace anche questo" mi sussurra all'orecchio.
"E questo" aggiunge poi unendo le sue labbra alle mie.
"Anche a me" mormoro sorridendo.

"Dovremmo appenderlo" dico a Leonardo indicando il suo disegno una volta ritornati in camera dopo la colazione.
Lui annuisce allegro e poco dopo si trova pericolosamente in punta di piedi su un piccolo sgabello in bilico sul letto.
"Non credo che questa sia una grande idea..." mormoro mentre con una mano tengo fermo lo sgabello e con l'altra tento di sostenere alla bell'e meglio il suo equilibrio precario.
"Ma se da lì hai una panoramica perfetta sul mio culo! Di che ti lamenti!" esclama cercando di tenere dritto il suo disegno.
"Guarda che il tuo culo posso vederlo anche dalla mia altezza e senza pericolo di morte incombente!" ribatto sbuffando.
Va tutto bene fino a quando non arriva il momento di scendere da quella sorta di mini impalcatura improvvisata. Leonardo mette un piede nel vuoto, scivola, scalcia via lo sgabellino e atterra su di me.
"Decisamente non è stata una grande idea" borbotto senza fiato schiacciato dal peso di Leo che scoppia in una fragorosa risata.
"Beh, il disegno lo abbiamo appeso" dice poi alzandosi in piedi.
Allunga un braccio verso di me e mi aiuta a tirarmi su.
"Sì, il decesso era dietro l'angolo, ma dettagli" aggiungo sarcastico. 
Rimaniamo qualche minuto a fissare il lavoro di Leonardo che esposto in quel modo ha davvero la giustizia che merita. Sospiro e mi siedo sul letto.
"Metto su un po' di musica?" chiede Leo con dolcezza.
Annuiscono con un piccolo sorriso.
Lui va alla scrivania e inizia a digitare qualcosa sulla tastiera del computer. Poco dopo le note di "PAINT YOU WITH MY LOVE" di Marylin Manson riempiono l'atmosfera. Leonardo abbassa il volume della canzone tanto da renderla una semplice melodia di sottofondo e poi si siede accanto a me. Poggio la testa sulla sua spalla mentre lui mi solletica dolcemente il dorso della mano con le dita. Quel contatto silenzioso mi permette a poco a poco di rilassarmi, cullato dalle note della canzone e dalla presenza di Leo. Sono quasi sul punto di appisolarmi quando mi accarezza la guancia e si schiarisce leggermente la voce.
"Senti, Michi..."
Alzo la testa dalla sua spalla e lo guardo stupito.
"Come scusa?"
"Non so da dove mi sia uscito... mi è scappato" mormora diventando tutto rosso.
"Ti prego, tutto ma non Michi..."
"Lele?"
"Anche no."
"Che ne dici allora di Michelino?"
"Che sei un cretino."
"Insomma! Io vorrei chiamarti con un nomignolo tutto mio" borbotta mettendo il broncio.
"Un'esclusiva?"
"Esattamente."
"Dovrei parlarne con i miei avvocati."
Leonardo sospira pensieroso.
"E poi già mi chiami 'Bellissimo', non ti basta?"
"Ma quello è solamente per sottolineare un dato di fatto!" esclama mentre io, con un lieve rossore sulle guance, non posso fare a meno di sorridere per le sue parole.
Leo si alza dal letto parlottando tra sé e sé, sembra quasi che la ricerca del nomignolo perfetto da affibbiarmi sia una questione di vita o di morte.
Dopo un minuto buono si ferma, si volta verso di me e mi domanda: "Che ne pensi di Mich?"
"Non male."
"Allora vada per Mich... Mich" dice sorridendo dandomi un bacio tutto soddisfatto.
"Alla fine hai tolto solo una vocale da Michi, sai che roba..."
"Sei così antipatico."
"Non è vero."
"Sì, lo sei."
"No, sei tu ad essere permaloso."
"Ah, davvero?" dice avvicinandosi a me e posizionando le braccia tese ai lati del mio corpo.
"Sì, e sei anche un po' scemo."
"Prova a ripeterlo se hai il coraggio."
"Ok. Sce..."
Leo mi interrompe spingendomi all'indietro. Si avventa sul mio collo e inizia a baciarmi senza sosta. Le sue mani si muovono sotto alla mia maglietta facendomi il solletico. Provo ad allontanarlo da me, ma ogni mio sforzo è inutile. I brividi di eccitazione e le risate si mescolano in un insieme di emozioni che non so controllare, so solo che vorrei stare così bene il più a lungo possibile. Leonardo termina il suo assalto e avvicina il suo viso al mio collo, appoggiandovi delicatamente la testa. Sento il suo respiro rallentare, e ogni volta che butta fuori un po' di aria, quella mi solletica piacevolmente la pelle mentre anch'io a poco a poco riprendo fiato. Allunga la testa verso la mia guancia lasciandovi un bacio e ritornando poco dopo comodamente accoccolato su di me. Mi volto verso di lui e appoggio le labbra tra i suoi capelli spettinati. Sorrido senza sapere il perché, poi all'improvviso due parole escono spontanee dalla mia bocca e si propagano nella stanza risuonando delicatamente tra le pareti. Cinque lettere che ultimamente ho sempre pensato, ma che non gli ho mai detto esplicitamente. Un semplice suono che probabilmente volevo trasmettere al momento giusto, senza rendermi conto che il momento giusto siamo noi, io e Leonardo insieme a prescindere da tutto il resto.
"Ti amo."

"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Mal di gioiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora