Capitolo 0 Il giorno prima

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Prima che iniziasse tutto questo la struttura A54 era una delle strutture più conosciute al mondo, si occupava di produrre farmaci. Il suo nome era conosciuto a tutti, soprattutto per le notevoli scoperte e i miracolosi farmaci che era in grado di produrre ... Ora non è altro che un cumulo di macerie. Era enorme, essa spiccava fra gli altri edifici per la sua altezza, la sua fama e la rigorosa scritta luminosa rossa "A54" sopra l'entrata.Era suddivisa in 2 piani i quali erano specializzati nello studio,nella ricerca e nella produzione di farmaci. Ci si spostava da un piano all'altro grazie ad un ascensore che dava sulla facciata principale della struttura.Il piano 1 era adibito alla produzione di farmaci, il piano 2 era adibito alla ricerca e sviluppo di cure. Esso si divideva in due parti: La prima, la parte A,che sviluppava nuovi farmaci e la seconda, la parte B, che li testava su cavie da laboratorio.Io lavoravo nel piano 2 sezione A assieme a il mio compagno di laboratorio Richard. Richard, il mio migliore amico fin dell'asilo, alto, muscoloso e riccioluto. Non so precisamente cosa, ma qualcosa ci legava, fin dell'asilo. Fu il primo bambino con cui feci amicizia, il primo ragazzino con cui feci gli scherzi ad Halloween, il primo adolescente con cui andavo a fare cavolate in giro per la città, il mio primo compagno di banco delle elementari, medie e superiori e infine il mio prima collega di lavoro. Io mi occupavo di creare i farmaci e lui di testarli, ogni volta andavamo dalla A alla B per testare, rifare, correggere eccetera eccetera ... Forse era più corretto dire che praticamente lavoravamo sia nella parte A che nella parte B, visto che ci erano stati assegnati due laboratori in entrambe le parti.Lavorando sia in un laboratorio che nell'altro conoscemmo molte persone, simpatiche e antipatiche.Io ero la mente e Richard il braccio. I nostri laboratori erano praticamente identici sia nella A che nella B. L'unica cosa che cambiava era che nella B avevamo le nostre cavie, Erano due topi, uno si chiamava Casper e l'altro Macchia. Casper era un batuffolo bianco dagli occhi rossi, Macchia era simile a Casper, ma aveva il musetto bianco e il corpo color marrone scuro. Li avevamo fin da quando erano appena nati, li accudivamo come se fossero effettivamente nostri animaletti.Stavano in una gabbia di vetro abbastanza grande, simili a quelle dei criceti, con la ruota e le ciotole con acqua e cibo. Stavamo lavorando da quasi un anno per creare un farmaco che fosse in grado di curare svariate malattie e allo stesso tempo agire da vaccino. I nostri topini non erano entrambi malati, Casper soffriva di Alzheimer ma macchia era sano.
Erano il giorno precedente al test e io apportavo le ultime modifiche al farmaco, ogni tanto ci si prendeva una pausa caffè e si andava in giro per la struttura, splendida a mio parere. Era l'ambiente perfetto in cui lavorare, luminoso e accogliente. Caldo in inverno e fresco in estate. Dopo diverse ore in laboratorio decisi di fare una pausa e uscire, insieme a Richard e ci decisi di fare una passeggiata nel corridoio fino alle macchinette, per prendere uno snack.
"Che ne pensi Richard?" Dissi per intavolare una conversazione
"Che va tutto bene, il farmaco in poco tempo sarà pronto per essere testato, ho una ragazza e il mio migliore amico con cui lavorare." Lo disse in modo fiero di se stesso, sorridendo e guardando dritto, un punto fisso alla fine del corridoio.
"Hai una ragazza!? Ero sorpreso, non perché avesse una ragazza, da lui era il minimo che ci si potesse aspettare, ma perché non me lo aveva detto.
"Si, bella, bionda, alta. Si chiama Kelly."
"Wow, sempre a rimorchiare a quanto pare eh?" Gli diedi una leve gomitata, e mi misi a ridacchiare.
"Eh sì, cosa vuoi... Non mi mollano mai. A te invece?" Questa volta si voltò e mi guardò negli occhi
Io non avevo mai avuto una ragazza, né mai dato il primo bacio. La mia preoccupazione principale era il lavoro, e lo era sempre stato. Così rimasi in silenzio, rivolgendo non più il mio sguardo a Richard ma al pavimento, bianco e luccicante.
"Oh, scusa..." Disse dispiaciuto
Passammo quella breve pausa pranzo a mangiare e passeggiare in giro per la A54.
Richard fece per guardare l'orologio al suo polso e disse:"È ora di tornare, forza"
"Ok allora."
Camminammo a passo svelto verso il laboratorio. La giornata lavorativa finì qualche ora più tardi, e mi sfilai il camice allo perfetto scoccare delle 19:00. In perfetto orario con il suono acustico che accompagna la fine di ogni giornata :"buona sera lavoratori dell' A54, ora è ufficialmente terminato l'orario lavorativo."
"James, hai programmi stasera?"
"No, perché?" Ero proprio curioso di sapere cosa avrebbe risposto
"Volevo proporti di venire a cena fuori con me e Kelly, se non ti dispiace"
"Certo va bene!" Dissi,felice di passare una serata fuori con il mio migliore amico e la sua ragazza
"Vestiti elegante, stasera si va al ristorante!"
"Quello nuovo?" Domandai emozionato.
"Si, proprio lì"
Era un posto di lusso, riservato a pochi. Non capii come avrebbe potuto assicurarci un tavolo,ma pensai solo ad andare a casa a prepararmi.
Una voce alle spalle si fece spazio nella nostra conversazione interrompendola "Ho sentito un vestiti elegante eh?"
Mi voltai e vidi Alex. Alex, un altro con cui feci le mie prime amicizie. Ero un tipo molto timido e le mie amicizie si limitarono ad una ristretta cerchia di persone. Alex era mediamente alto, capelli rossi e muscoloso. Aveva una caratteristica speciale, vedeva sempre il lato positivo di ogni cosa, per lui esisteva solo il bicchiere mezzo pieno. Forse era anche per questo che mi stava simpatico.
"Alex!" Lo abbracciai e gli feci subito una domanda
"Dov'eri finito? È da un bel pezzo che non ti si vede più in giro!"
"James, sto facendo ore e ore di straordinari. La mia cavia da laboratorio sta malissimo e cerco di rimetterla in sesto, almeno mantengo la memoria fresca e in allenamento!"
Ecco appunto la dimostrazione, pensai fra me e me. Effettivamente aveva le occhiaie ed era un po pallido, sembrava un po più giù del solito.
Intervenne Richard con un tono un po seccato, lui non era molto amico di Alex. "Comunque oggi andiamo al ristorante, ho invitato James per fargli conoscere Kelly. Vuoi venire?"
"No, mi dispiace ragazzi ma come ho già detto devo rimanere qui. Divertitevi anche per me, mi raccomando!" Disse, e senza lasciarci il tempo di rispondere tornò al suo laboratorio mogio mogio.
"Ok" risposi sottovoce, senza rendermi conto che ormai era troppo lontano per sentirmi. In effetti mi dispiaceva per lui, dava il massimo e nonostante tutto faceva finta di essere felice, a volte lo era sul serio, ma tante altre volte no. Usava la felicità come maschera per nascondere la tristezza, non voleva essere di troppo.
"Forza James, non abbiamo tutto il giorno!" Disse Richard facendomi cenno di sbrigarmi.
"Arrivo" risposi in tono secco.
"Ehi, alle 20:30 passo a prenderti. Fatti trovare pronto!"
"Certo"
Dopo una decina circa di secondi arrivammo all'entrata della struttura, un'entrata composta quasi tutto da una facciata di vetro. C'era una scrivania tonda in legno e su di essa vi era un computer è un telefono cordless. Era la postazione di lavoro di Sara, la segretaria di Brandon, il dirigente dell'azienda. Brandon, un uomo spregevole. Alto, snello e con capelli lunghi e dorati. Aveva occhi color azzurro cielo ed erano tanto belli quanto infami. Così ricco da far schifo, aveva ereditato l'azienda dal padre, Marco. Lui sì che era un bravo dirigente, amava i suoi dipendenti più della sua stessa azienda. I dipendenti  venivano considerati come umani, non come macchine. Erano stati anni d'oro per l'azienda sotto il suo controllo.
"Ciao Sara" salutai Sara come ogni giorno
Lei fece solo un sorriso e un cenno con la testa, aveva il cordless in una mano e una penna sull'altra.
Uscimmo dall' A54, e Richard mi disse:
"Hai mai pensato di provarci con lei?"
"Cosa? Io e lei? Ma sei pazzo o cosa?" Diventai rosso dall'imbarazzo
Sara non era proprio il mio tipo, aveva i capelli neri raccolti in una coda di cavallo dietro la testa, portava gli occhiali e l apparecchio, per questo spesso pronunciava qualche lettera storpia. Era gentile, simpatica e premurosa, tempo prima presi anche una cotta per lei, ma ormai era acqua passata.
Richard scoppiò in una risata così forte da attirare l'attenzione delle persone vicine.
"Tu e lei? Non sono pazzo, lo sa mezzo mondo che avevi una cotta per lei!" Disse prendendomi in giro
"Smettila..."
"Ed dai, era solo un semplice scherzo. Ci vediamo dopo!"
"A dopo!"

Survival - I SopravvissutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora