Capitolo 3 La fattoria

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Gli dovevo la vita, se il soldato non fosse stato li, probabilmente ora di me sarebbe rimasto solo qualche osso.
"Scusa, non ti ho ancora ringraziato ... Quindi, grazie. Io mi chiamo James, e tu?"
Nulla, fece un cenno con la testa e tacque. Il suo casco era rivolto davanti, guardava impassibile la strada, non parlò.Tutto ciò che era successo fino ad ora non lo aveva turbato minimamente, i corpi, l'ospedale, i pazienti, i suoi stessi compagni divorati vivi ... Era impassibile, riuscì a mantenere la calma. Diedi un occhiata allo specchietto retrovisore, ormai la città era lontana ma si vedevano comunque gli edifici più alti in fiamme, si sentivano sirene di polizia e autoambulanze. Il soldato accese la radio per sovrastare quei suoni. Fra un interferenza e l'altra si sentì qualche parola dello speaker radiofonico esclamò "L'intera città ...panico, e centri... devastati! Il caos regna...rosso... di chiudersi in casa ...evitate le strade... Tutti i costi!" Il soldato spense la radio subito dopo. Non osavo contrastare una sua decisione, nonostante volessi ascoltare ancora ... Forse era meglio così, meno ascoltavamo e meno ci preoccupavamo. Per pura casualità il mio sguardo ricadde sull'orologio del auto, accanto all'ora vi era segnato il giorno : 20 Giugno 2015, e realizzai che fummo svenuti per 5 giorni. Fu il 15 quando Brandon distribuì il farmaco ai vari ospedali. Chissà cosa fu successo in quel arco di tempo, chissà quanta gente fu stata infettata, chissà quanti erano ancora vivi. I miei pensieri furono interrotti quando il soldato bloccò l'auto, ci eravamo fermati davanti ad una fattoria, apparentemente abbandonata. L edera si arrampicava lungo il muro principale della casa, coprendo quel poco di vernice rossa ormai scrostata che rimaneva sul muro.
Il soldato prese la pistola e mi indicò di seguirlo, insieme buttammo giù il portone. Nulla, solo un po' di ragnatele. C'era odore di pulito, nonostante quella casa fosse apparentemente abbandonata, tutto era in ordine.Almeno poteva andare bene per trascorrere la notte. Risistemammo il portone, Il soldato si stese sul divano, io gli dissi che sarei andato a dormire poco dopo ... Mi affacciai alla finestra o quel poco che che ne rimaneva visto che era sigillata da delle assi di legno, le nuvole erano blu scuro e fra una e l'altra vi era un piccolo spazio color azzurro scuro, però era abbastanza lucente. Cercai di imprimermi quello scenario, perché sapevo che un domani avrei potuto non esserci più.

Calò la notte, si sentii il canto dei grilli e le lucciole coloravano il cielo. Era una notte di luna piena, credo sia stata una delle più belle notti che abbia mai visto. Decisi di andare a dormire visto che ormai si era fatto tardi, mi lasciai cadere sulla poltrona e controllai che il portone fosse ben sigillato con il tavolino e due sedie della cucina. Non feci in tempo a guardare il soldato che subito sprofondai nel sonno.

Questa volta non furono gli schiaffi del soldato a svegliarmi, ma un tenue raggio di sole che mi accarezzava il viso. Lasciai dormire il soldato, il giorno prima o forse meglio dire 6 giorni prima,aveva preso una bella botta cadendo dalla finestra e per di più lui mi attutì il colpo della caduta. Guardai per una decina di secondi il soldato, aveva una grande crepa che copriva gran parte del casco, e qualche graffio qua e là. Dormiva beatamente, sdraiato sul divano, con una mano sul ventre è una sotto la testa. Mi venne fame e frugando nella dispensa notai che vi erano delle barrette di cioccolato e un pacco di biscotti, col frigo andò un po' meglio invece, due bottiglie d'acqua e una mela. Andai al piano di sopra, vi erano tre stanze di cui due camere da letto e un ripostiglio. Frugai nei cassetti e un po' nelle stanze in generale e con gran sorpresa sotto il letto trovai una valigetta, pensai che fossero le solite valigette che contenevano i ricordi ma appena la aprì vi trovai dentro un fucile.
"M40, fucile affidato solitamente ai Marines..." Quelle parole mi fecero sobbalzare, credevo che il soldato fosse ancora a dormire in salotto. Fu la prima volta che sentii le parole del soldato, una voce profonda, molto profonda, quasi modificata, accompagnava quelle poche parole.
In effetti guardando la foto sopra al comodino notai che vi era un uomo con l'uniforme da soldato che impugnava quel fucile con accanto una bambina, sorridente.
"Wow, beh buongiorno!" Esclamai
"Anche a te James, prendi del cibo e degli asciugamani. È ora di lavarsi."
"Ma come, qui non c'è corrente!"
Il soldato ridacchiò e scese al piano di sotto.Presi qualche vestito dalle camere, il cibo del frigo e della dispensa e qualche coltello in cucina, meglio prevedere che curare.Salimmo in macchina e il soldato prese una stradina accanto alla fattoria, in meno di qualche minuto arrivammo ad un torrente. Il soldato scese dall auto ed esclamo:
"È ora di lavarsi James!"
Presi gli asciugamani e mi diressi verso il torrente, iniziai a spogliarmi e rimasi in mutande, mi tuffai nel torrente. Era una sensazione piacevole, l'acqua fredda che ti scorreva sulla pelle sciacquando via tutti i problemi del giorno, come se esistessi solo tu e il torrente. Tu e la natura. Tu e basta.
"Girati James."
"Perché dovrei?"
Una folta chioma color biondo fuoriuscì dal casco, si tirò indietro i capelli e notai che era un donna! Aveva un viso dalla carnagione scura e degli occhi color marrone scuro, fu una visione angelica ai miei occhi. Lei mi disse se questa risposta gli era sufficiente e io rimasi a fissarla some uno stupido, siccome ero in acqua e lei era in uniforme in alternativa al solito schiaffo mi lanciò la scarpa. A quel punto tornai alla realtà, mi scusai e mi voltai. Quando la sentì entrare in acqua mi voltai e lei simulò una risatina. Tornammo bambini per qualche istante, iniziai io lanciandogli uno schizzo d'acqua e lei rispose, iniziammo a giocare con l'acqua per qualche minuto. Uscimmo dall'acqua, lei prese gli asciugamani e me ne lanciò uno. Ci sedemmo in riva al torrente e con il sole a nostro favore ci sistemammo sulla riva del torrente ad asciugarci. Guardai i pesciolini nuotare allegramente nel corso d'acqua e qualche diga rudimentale qua e là fatta di sassi.

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