Non potevo crederci!Che diavolo succedeva all interno dell'ospedale? Perché c'erano i militari? Come stava Richard?I pazienti sono diventati come Casper? Troppe domande e nessuna risposta ...
"Grazie Sara, ora torna a casa!"
"Guarda che aspetto una spiegazione ..."
"Si Sara ora vai, veloce."
L'auto rossa fece una sgommata e fece ritorno alla struttura, lasciandosi dietro un gran polverone.Corsi verso i militari, Sara mi aveva lasciato a circa duecento metri. Ad ogni passo sollevavo un po di polvere, era una stradina secondaria più simile alla sabbia, ma più compatta.Poco tempo dopo arrivai di fronte all'ospedale, le mie scarpe nere erano ormai marroncine, ma l'estetica era l'ultimo dei miei problemi.Un militare mi fermò, indossava una tuta mimetica e un berretto di altrettanto colore, inoltre impugnava un arma. Non ero un esperto ma a prima vista sembrava una mitraglietta, indossava una cintura con due granate e altri cilindri di diversi colori. Alle sue spalle vi era un tendone dello stesso colore della sua tuta, vari veicoli e una decina di soldati in tuta nera, essi indossavano un casco anch'esso nero che rifletteva come uno specchio, chi lo indossava poteva vedere l'esterno ma chi li osservava dall'esterno non poteva vedergli il volto, un po come i vetri delle limousine tanto per rendere l'idea. Il tendone era impiantato davanti all'entrata dell ospedale per impedire a chiunque non autorizzato l'entrata.Ora il mio sguardo non era più rivolto al tendone ma al soldato. Dal suo cappello fuoriuscivano pochi capelli biondi, i suoi occhi azzurri mi fissarono con fare minaccioso e un po' seccato per dir la verità.
"Forza civile, via da qui! Non c'è nulla da vedere!"
"Lei non capisce, devo vedere Richard, il mio compagno di laboratorio. La prego! Mi faccia entrare!"
"Ti ho detto che non puoi stare qui, hai capito?!"
"Io non mi levo da qui, questo dovresti averlo capito anche tu!"
Le sue sopracciglia si inarcarono e la sua voce si fece più autoritaria, avvicinò la bocca al mio orecchio e sussurrò
"Se non te ne vai al tre dovrò impallinarti" lo disse facendo cenno al arma.
"1...2..."
"Eddai W. Lascialo entrare, non hai visto chi è?" Il militare che subentrò nella discussione sembrava abbastanza giovane, era alto e muscoloso e indossava la stessa tuta nera degli altri soldati, ma senza casco. Capelli corti e pelle scura, occhi grandi e marroni è un naso che sembrava essersi rotto più volte nel tempo.
"No, non ho la più pallida idea di chi sia. Levami il dubbio F."
"Lui è James, James King! Lo scienziato della A54!Ma li guardi i telegiornali?"
"No, ma non può passare! Lo volete capire?"
"W. , Avrà sicuramente un motivo valido per entrare ..."
"Ok, ma se gli succede qualcosa la colpa è sua tanto quanto tua F."
"Passa prima che quello sbruffone di W. Cambi idea, ma se entri dovrò mandarti con una scorta. J. , M.Qui, accompagnatelo e proteggetelo!"
Arrivarono due soldati con la tuta nera ma molto più 'grossa' , sembrava fosse antiproiettile.
"Grazie, un ultima cosa. Per caso è passato un certo Richard? Sempre scienziato della A54?"
"Si, abbiamo mandato anche lui li dentro con una scorta. Non è più uscito, fai attenzione. Il mondo ha bisogno di scienziati come te James."
Non è più uscito, fai attenzione. Se gli succede qualcosa la colpa è sua tanto quanto tua F. La cosa era tanto grave? Da come lo dicevano sembrava che non fossero entrati ma sembrava che sapessero che c'era qualcosa di orribile li dentro.
Entrammo nel ospedale, c'era un forte odore di sangue nell'aria, e non avevamo la minima idea di dove fossero finiti Richard e Brandon ... C'era molto disordine, fogli e cartacce dappertutto, alcune porte erano sigillate alla meglio con sedie e tavolini ma non c'era nessuno, era completamente deserto. Dopo una rapida ricognizione, decisi di andare a perlustrare il secondo piano. Feci l'errore più grande della mia vita, il portone che portava al secondo piano era anche questo sigillato per così dire. Aiutato dalla mia scorta spostai il tavolo e le due sedie che bloccavano l'entrata ed entrammo all'interno. Silenzio.L'odore di sangue qui era ancora più intenso e anche qui il disordine non mancava.
Il lungo corridoio terminava con un bivio,io e la mia scorta in totale eravamo in quattro. Ci fummo divisi, diedi una rapida descrizione di Richard e Brandon ai due soldati che prendevano il corridoio a destra e gli ordinai di prenderli e riportarli fuori da qui il prima possibile, senza aspettarci. Mentre loro si incamminavano gli raccomandai di fare molta attenzione, io e l'altro soldato intanto prendemmo il corridoio di sinistra. Controllammo le stanze che non erano sigillate, ma di loro due nessuna traccia. Il soldato con cui facevo coppia non parlava, era determinato a finire la sua missione, tutti e tre i soldati vestivano con la tuta nera.Non parlava, si muoveva furtivamente lungo il corridoio e io lo seguivo. Arrivammo alla fine del corridoio e notammo che una porta non era sigillata all esterno, così cercammo di aprirla ma era chiusa dal interno. Forse li c'era Richard! Io e il soldato riuscimmo ad aprire la porta dopo numerosi tentativi. Chiunque vi fosse stato all'interno non era uno stolto, aveva ben sigillato la porta e se si entrava senza prestare attenzione si rischiava di inciampare su un filo e cadere di faccia su dei cocci di vaso rotto, se ti beccavano il collo potevano essere fatali. Era una stanza abbastanza grande, appena vi si entrava c'era il letto e a sinistra una porticina che portava al bagno. Tutto era in tinta arancione,così come tutto il secondo piano, il primo invece era di un color biancastro. Notammo che una finestra era spalancata, così io e il soldato ci sporgemmo per guardarvisi fuori quando un suono improvviso ci bloccò. Erano spari, si vedeva che i due soldati erano in difficoltà. Ci precipitammo lungo il corridoio per tornare al bivio. Riuscimmo a vedere in lontananza i due soldati sommersi da una decina di pazienti, dimostravano gli stessi sintomi di Casper. Lacrimavano sangue e stavano strappando gli arti dei poveri soldati, urla lancinanti rompevano il silenzio e si propagavano per tutto l'ospedale. I tavoli e le sedie che bloccavano le porte iniziarono a muoversi, i pazienti sfondarono violentemente le porte e iniziarono ad aggregarsi al gruppo che divorava i due soldati, il sangue schizzava dappertutto e impregnava le vesti dei pazienti oltre a peggiorare l'odore del aria. Io ero bloccato, non riuscivo a reagire, non ci capivo più niente. Pensavo fosse la fine. Il soldato mi diede uno schiaffo così forte che mi fece tornare alla realtà, prese una pistola dalla cintura e mi indicò.
Se stavo nel panico prima ora ero letteralmente bloccato, il soldato qualche secondo dopo indicò le scale che portavano al primo piano.
Ci misimo a correre verso il primo piano ma il posto era completamente occupato dai pazienti. Protendevano le mani in avanti, erano intrise di sangue e anche i loro volti. Decine di loro stavano cercando di salire, alcuni erano privi di qualche arto, altri perfettamente integri.Riuscimmo a tornare al piano di sopra ma avevamo solo pochi metri di distanza che ci separavano dai gruppi di pazienti. Il soldato prese la pistola e sparò alla finestra,mi mise la mano sugli occhi e sentii degli oggetti cadere a terra, momentaneamente il mio udito si bloccò sostituendosi a un fischio. Mi sentii stringere ai fianchi e dopo qualche secondo non sentii più nulla.Vuoto.
Non sapevo quanto tempo fosse passato so solo che era tardo pomeriggio quando mi svegliai. Il soldato giaceva ancora sul marciapiede, svenuto, un enorme crepa lacerava il casco nero.Riuscì ad alzarmi a fatica, credevo di essermi slogato il braccio durante l'urto visto che lo muovevo a fatica. Eravamo caduti da circa tre o cinque metri d'altezza, sul retro dell'ospedale. Mi bastò un rapido sguardo per orientarmi, feci qualche metro prima di ricadere a terra, almeno eravamo ancora vivi.
Mi svegliò il soldato a schiaffi, questa cosa stava iniziando a darmi fastidio. Gli feci guardare il braccio e lui riuscì a "sistemarmelo", si fa per dire. Decidemmo di tornare di fronte all'ospedale. Le porte erano spalancate, c'erano molti corpi a terra, sia di pazienti sia di persone e sia di militari. La città era in preda al caos, si sentivano spari e urla in ogni dove.Il soldato mi fece cenno di seguirlo, scassinò la prima auto che c'era e mi fece cenno di salire.
Accelerò e si diresse verso la stradina secondaria dove mi aveva lasciato Sara, costeggiamo l'autostrada, era molto trafficata, probabilmente chiunque capì che la situazione stava andando a farsi fottere e decise di scappare aveva preso l'autostrada ma si fregarono da soli. C'era molto traffico e una folla mista tra pazienti e persone li aveva raggiunti. Urla, subito dopo persone che correvano, altre che si nascondevano, c'era pure chi pregava. I pazienti aggredirono le persone, mordendole e sbranandosele come fossero spuntini. La scena non era ben visibile considerando che ci stavamo allontanando sempre di più. Ormai erano diventate piccole sagome, confuse tra le auto e l'oscurità della notte che si stava avvicinando.
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Survival - I Sopravvissuti
ActionJames e Richard sono i migliori scienziati del A54, ma tutto cambia quando si dedicano alla ricerca di un farmaco in grado di curare l'Alzheimer. Inizialmente funziona, ma poi presi dal entusiasmo del momento procedono alla distribuzione nei vari os...