Capitolo 10 Dubbi

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Mi raggomitolai nel mio letto, sotto le coperte. Quella sensazione di sicurezza ...rabbrividì, nonostante ci fosse una temperatura gradevole nella stanza, il rapimento,Quell'esperienza mi ebbe traumatizzato, cercai di non pensarci e presi l'occasione di essere "da solo" per risistemare la mia situazione mentale.
Allora, avevo 24 anni quando iniziò tutto questo, ne erano passati tre fino a quel giorno. Quindi dovevo averne 27, e di li a breve 28, ecco una cosa in meno. Per il resto era tutto irrisolto, bloccare i corpi, ribellioni, taglie, Richard ...
Partiamo dall'inizio, bloccare i corpi, cosa poteva significare? Mandare in coma il paziente? Ibernare? Bloccare effettivamente l'attività vitale del paziente? No, erano ipotesi stupide,pensai. Come si poteva mandare in coma? Per quando riguardasse l'ibernazione e bloccare l'attività vitale facevano troppo stile film di fantascienza.
Le ribellioni, ipotizzai che i cittadini iniziassero a stufarsi di quella situazione e assaltare i principali palazzi e sedi varie, e quella aveva già più senso.
La taglia, per quel che ne sapevo avevano piazzato una taglia sulla mia testa per chi riuscisse a prendermi vivo e portarmi al presidente. In cambio avrebbe ottenuto vitto e alloggio fino alla fine di questo casino. E poi? Dove sarei finito? In mano di chi? Mi avrebbero torturato? Mi avrebbero obbligato a trovare una cura? Mi avrebbero ucciso?
Infine Richard, solo Dio poteva sapere dove si trovasse e se fosse ancora vivo.
E basta, il meglio a cui potevo aspirare era formulare ipotesi abbastanza veritiere sul mondo che mi circondava, ma ci riuscì solo con la taglia e le ribellioni, in parte ...
Uscii dalle coperte e guardai la sveglia, segnava le 2:30. Ero rimasto sveglio così tanto a formulare e riformulare senza rendermi conto del tempo che era passato in un lampo.
"James, sei sveglio?" Sussurrò Jasmine
"Scusa Jasmine, non volevo svegliarti."
"Non ho mai dormito, sono sempre restata sveglia ... "
"Hai paura per domani?"
"Un po', ho sentito che sarà una cosa dura. Tu?"
Una cosa dura, Giuseppe mi disse che era questione di vita o di morte, mi pare qualcosa di più di una cosa dura. Ma non potevo parlarne, così mi limitai a dirgli semplicemente la verità.
"Mah, non lo so nemmeno io. Sono stato sveglio per cercare di capire qualcosa sulla vita al di fuori di qui..."
Rimase in silenzio, lei ne sapeva quanto me o forse anche meno.
Mi venne in mente un idea è quasi subito Jasmine si mise a fissarmi.
"Non pensarci neanche per scherzo" sembrava quasi che mi avesse letto nel pensiero, intercettando la mia idea è cercando di fermarla prima che riuscissi a formularla.
"Jasmine io voglio ..."
"No, sta zitto! Non parlare! Non voglio che tu lo dica!"
"Voglio Scappare"
"Hai sonno, stai delirando. Dormi."
"Ci ho pensato su, voglio capire che succede là fuori, voglio mettere le cose a posto, voglio ..."
"Voglio, voglio, voglio ... Ci riuscirai, ma non così. Non potrai cambiare le cose là fuori uscendo così, allo scoperto. Rischi molto sai? Hai una taglia sulla testa, mettere piede là fuori per te significa morire, e se non saranno gli infetti ad ammazzarti ne il governo sarò io pur di impedirti di farlo,non voglio perdere nessuno. Non voglio perdere te!"
Non voglio perdere te! Ci teneva a me, eccome se ci teneva. Non capivo bene cosa ci legava tanto, ma quando lei si gettò dalla finestra abbracciandomi, quando giocavamo al fiume,quando sparai ai soldati, provai un sentimento strano, mai provato prima. Forse la amavo, forse no, forse le volevo semplicemente molto bene. Non capivo più nulla.
Ci furono diversi secondi di silenzio, abbastanza imbarazzanti.
"Jasmine, non riesco a resistere. Voglio vedere le conseguenze del mio gesto con i miei occhi, voglio trovare Richard e sistemare tutto."
"Va bene, ci sarò quando lo farai, ma non ora. Non in questo periodo, sfruttiamo la prima missione che avremo per svignarcela."
"Prima missione?"
"Appena passiamo le prove della sala sopravvivenza e della sala soldato riusciremmo a diventare veri soldati e potremmo fare del bene,capisci?Sempre se le passiamo."
"Si"
Sempre se le passiamo, cazzo, non posso perderla, non posso fare in modo che muoia nella sala sopravvivenza o in quella soldato.
"Jasmine, ti voglio bene, fa attenzione domani"
"Anch'io ti voglio bene James. Vedi di non morire!"
"Hai ragione,mi raccomando! Ora andiamo a letto,non voglio essere uno zombie domani alla prova"
Mi guardò male, molto male.
"E va bene scusa, era solo una battuta ..."
"Di pessimo gusto James. Notte."
E così piano piano il sonno prese il sopravvento. Lasciando spazio all'immaginazione di ciò che avrebbe potuto attendermi il giorno seguente alla sala sopravvivenza.

Survival - I SopravvissutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora