Capitolo 11 La sala sopravvivenza

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Bi-Bip Bi-Bip Bi-Bip
"Sveglia James!" Sentii qualcosa di morbido schiantarsi sulla mia testa.
"Ahi, esistono diversi modi per svegliare una persona!" Uscii dalle coperte e mi trovai il cuscino di Jasmine sulla faccia.
"Va bene, la prossima volta proverò a tirarti uno schiaffo." Disse ridendo.
"Ok,ok preferisco il cuscino ..." Scoppiamo a ridere.
"Bene bene, grande giorno oggi eh?"
"Già Jasmine, a proposito ... Che ora è?"
"Sono le 9:20, perché me lo chiedi?"
"Per sapere quanto tempo avevamo prima di andare al macello ..."
"Non so te James, ma se dovessi morire, preferirei morire a stomaco pieno"
"Siamo in due allora, forza! Che aspettiamo?"
Ci vestimmo a una velocità quasi impressionante con una semplice canottiera nera e dei pantaloncini neri. Prima di andare alla mensa presi il libro -Guida alla sopravvivenza- e durante la strada diedi una rapida sfogliata ai capitoli in cui ero più insicuro.
"Che ci mangiamo?" Chiesi
"Io opterei per qualsiasi cosa, che dici di una ciambella e del succo di frutta?"
"Va bene!"
Presi un vassoio con 2 ciambelle e due bicchieri di succo di frutta. Presi posto a un tavolo, c'era una gran scelta, ormai non c'era nessuno alla mensa, tutti erano a svolgere le proprie mansioni. Appoggiai il vassoio e servii la colazione prima a Jasmine e poi la sistemai al mio posto. Presi la ciambella e iniziai ad assaggiarla. La assaporai meglio che potevo, diedi il primo morso e sentii la glassa bianca e i vari zuccherini sopra, sciogliersi una volta in bocca lasciando spazio all'impasto ciambella. Dopo qualche morso finì la ciambella e bevvi il succo di frutta tutto d'un sorso, gustandomi i sapori che offriva ... Quella poteva essere la mia ultima colazione.
"Ehi Jasmine, mancano 10 minuti ..."
"Allora voglio viverli tutti e 10." Si alzò e si sedette accanto a me e mi abbracciò. Fu un lungo abbraccio, ma basto a sostituire più di mille parole. Poco dopo ci baciammo, un lungo bacio anche questo.
"Dobbiamo andare"
Ormai era ora, mancavano pochi minuti all'inizio. Sapevo che mi dimenticavo di qualcosa, di qualcosa di importante, ma non avevo nulla con me se non il libro, ed era nella mano destra. Lungo la strada ci pensai e ripensai, e poi ...
"Cazzo, le pillole!"
"O caspita! È vero! Forza James, abbiamo ancora tre minuti e se non arriviamo in tempo la prossima sessione sarà fra 6 mesi!"
"Ok, raggiungi la sala io vado a prendere le pillole"
Corsi,il più velocemente possibile, scansai persone sconosciute dal mio percorso. Non avevo tempo per fermarmi, figuriamoci per scusarmi con i passanti. In poco tempo arrivai al mio alloggio e presi il cofanetto, ma mi venne in mente una cosa, se per entrare nel mio alloggio c'è bisogno del pass, come entro in quello di Jasmine? Frugai nei vestiti che aveva lasciato la sera prima e per fortuna lo trovai. Uscii dal mio alloggio e per entrare nel suo. C'era profumo di pulito ed era tutto in ordine, il cofanetto era sulla tavola. Lo presi ed uscii correndo. Arrivai alla porta che conduceva alla sala,mancavano circa trenta secondi all'avvio della sessione e ne approfittai per sistemarmi un po'. C'erano tutti li, Wells, Alex,Rebecca e Jasmine, ognuno aveva il cofanetto e aspettava il segnale per ingurgitare la pillola. Oltre a loro vi erano altre due persone ma non mi soffermai tanto a guardarle.
"Grazie a Dio c'è l'hai fatta!"
"Si... Ce l'ho fatta... Salve ragazzi... Tutto ok?" Ansimavo ancora per la corsa mentre cercavo di rispondere a Jasmine e instaurare una conversazione con gli altri.
Ci fu un coro generale di sì, bu e forse come risposta.
"James non sembri al top della forma eh?" Disse ironicamente Wells
"Divertente... "
La grande porta di metallo si aprì cigolando, dentro vi erano due persone ma siccome la stanza era totalmente al buio non riuscivo a vederle bene. Una di loro si fece avanti fino a sbucare fuori dalla porta seguita dall'altra. Ora si che li riconoscevo! Erano Olga e Giuseppe, Olga diede un rapido sguardo a tutti noi e poi prese a parlare.
"Siete tutti pronti? Qualcuno vuole ritirarsi?"
Volevo tanto alzare la mano e tornarmene nel mio alloggio a dormire ma Jasmine mi strinse la mano, come per bloccarmi e implorarmi di restare accanto a lei, come per badarci l'un l'altro. Olga teneva in una mano delle penne e nell'altra alcuni fascicoli.
"Se ve la sentite di partecipare, dovrete compilare questi moduli" disse Olga un po' preoccupata.
Presi un modulo e lo compilai, prevalentemente diceva che la struttura si esonerava da qualsiasi danno.
Consegnai il modulo a Olga, mi guardò negli occhi e mi sorrise. Probabilmente voleva dirmi che sarebbe andato tutto bene, oppure di fare attenzione. Avevo il cuore che batteva a mille in quei pochi momenti che precedevano la sala.
"Bene, a quanto pare partecipano tutti. Inghiottite la pillola ora."
Wells fece il segno della croce e inghiottì la pillola, Rebecca la inghiottì come se nulla fosse, Alex ridacchiò e la inghiottì. Jasmine mi prese la mano e la strinse forte, io feci lo stesso. Mi passò in mente la vita dopo tutto il casino, dopo gli infetti e decisi di entrare. Se non avessi almeno provato, non avrei mai potuto uscire dalla struttura e provare a risolvere tutto. Inspirai profondamente, ed inghiottì anch'io la pillola. Il mondo prese a oscurarsi, fino a diventare sempre più nero.

"May-Day May-Day, stiamo precipitando, stiamo precipitando!"
Mi svegliai di soprassalto, ero su un elicottero. Da li si aveva la vista su tutto il panorama, vi era un enorme bosco e ai confini una città, fumante. L'elicottero perdeva quota sempre più velocemente e ci avvicinavamo sempre di più al terreno, l'elicottero prese a girare e girare. In pochi secondi l'elicottero si schiantò a terra.

"ahhhh, qualcuno mi aiuti!"
Dovevo essere svenuto, ma quelle urla mi fecero svegliare. Un uomo, credo fosse stato il pilota,stava implorando aiuto. Mi alzai e notai che ormai per lui non c'era più nulla da fare, le schegge di vetro lo avevano infilzato su tutto il corpo è come se non bastasse un infetto gli stava staccando il braccio a morsi . Forse l'impatto aveva attirato l'attenzione degli infetti nell'area, vi erano anche altri due uomini a terra. Uno era stato tranciato a metà. Il busto terminava con un taglio netto, c'era sangue dappertutto. Aveva indosso un paracadute,anch'esso strappato. Forse si era lanciato ma il paracadute si era impigliato alle eliche, trascinando il povero uomo con se e tranciandolo di netto.L'altro si muoveva. Forse era ancora vivo,pensai. Decisi di avvicinarmi per aiutarlo, era sdraiato a pancia in giù, in un lago di sangue.
"Ehi sei vivo? Dobbiamo andarcene da qui" sussurrai
"Va... Vattene" disse, si sentiva molto la fatica che gli provocava parlare. Come se pronunciare anche una sola lettera gli procurasse un dolore atroce.
"Non ti lascio qui, non posso lasciarti agli infetti"
"Ho detto... Che... Devi... ANDARE VIA!" Si girò di scatto e notai che aveva un morso sul torace, ormai era spacciato.
"Mi dispiace" corsi via, lasciandomi dietro l'elicottero ancora fumante.
Volevo correre in città, magari c'erano dei superstiti e potevano darmi una mano, ma purtroppo il bosco era troppo fitto per intravedere anche solo il fumo della città. Per il momento mi concentrai solo a correre via, in un posto lontano dallo schianto, in cui magari non vi erano infetti.Correndo pestavo le foglie degli alberi e vari rametti, notai che non indossavo più la canottiera nera ne i pantaloncini, ma indossavo una tuta militare con una specie di orologio nero touch screen al polso destro. Corsi nel bosco, inoltrandomi sempre di più nell'oscurità, cercando un posto sicuro.

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