Capitolo 14 Fine dei giochi

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Mi risvegliai su un divano ammaccato, in una stanza grigia e alquanto lasciata a se stessa, mi alzai in piedi e mi guardai attorno. La stanza sembrava un piccolo studio, dalle pareti grigie, o almeno quello che ne rimaneva delle pareti scrostate.
Lo studio era addobbato con un divanetto rosso e tappezzato qua e là, una libreria al quanto capiente, e una scrivania con una lampada grigia appoggiata sopra.
Dovevo essere ancora in città, visto che dalle finestre intravedevo la barricata dell'entrata, nonostante ciò non riuscivo a capire che ora fosse, in quanto il cielo era coperto da nuvole che minacciavano temporale e iniziava a formarsi un lieve velo di nebbia.
Sentii bussare alla porta, una porta grigia dalla maniglia dorata.
"Avanti" dissi
La porta si aprì cigolando, una mano con un guanto nero stava aprendo la porta. Si fece avanti una figura anch'essa in tuta militare, molto simile alla mia, con qualche variante di dimensioni.
Impugnava un fucile nella mano, feci per guardare la sua faccia ma i capelli neri con le ciocche viola le coprivano il volto.
" Ti ricordi di me? Ero con voi all'entrata della sala...Mi presento, sono Fiona."
"Io sono..." Mi interruppe
"So chi sei, e so cosa hai fatto..."
Cosa voleva dire che sapeva ciò che avevo fatto, sapeva per caso del farmaco? Mi limitai a domandarle con voce tremante
"Cosa significa?"
"Sai cosa significa..."
Cominciai a sudare...
"Io, io non volevo farlo..."
"No caro mio, ti sbagli di grosso... ti ho visto mentre lo facevi, ti ho visto sorridere..."
Cominciò a ridacchiare, in modo sadico.
"Non so di cosa tu stia parlando Fiona, seriamente... io, io non..."
"Shh James, non sprecare il fiato..."
"Fiona, mi stai spaventando, seriamente."
"Tu, tu l'hai fatto... ed ora, ora io farò lo stesso a te"
"Calmati cazzo, di cosa stai parlando?!" Risposi tra una via di mezzo tra confusione e rabbia.
Si voltò di scatto e riuscii a vederla in faccia, aveva gli occhi verdi e completamente arrossati, un viso scheletrico e una voce acuta.
"Tu hai ucciso Abe!Gli hai piantato un colpo secco in testa! Ti ho visto sai? Hai causato l'incendio per ucciderci tutti vero? Sei uno stronzo! Sai chi era Abe? Lo sai?" Disse sbraitando.
"Io non volevo, Fiona calmati voglio spiegar..."
"Era il mio ragazzo, e ora pagherai..."
"Fiona per favore lasciami spiegare..."
Prese il fucile e mi sparò alla gamba, e senza accorgermene mi ritrovai a terra, sentii solo Fiona uscire dalla stanza sbattendo la porta.

"Jaaames, svegliaaa" Fiona mi svegliò sussurando, sentivo il suo fiato sul collo. Piano a piano aprii gli occhi, ero legato ad una sedia, la gamba era stata medicata. Fasci di corda bloccavano i miei arti.
C'era un tavolo vicino alla sedia, bianco e liscio, dalla forma rettangolare. Sopra c'erano diversi arnesi.
"James, sei pronto a pagare il prezzo?"
"Ferma Fiona, possiamo parlarne... slegami forza!"
"No, no no e poi no... non vorrai mica fare la lagna di fronte a lei vero?"
Lei?
"Lei chi? Ti prego non fare cazzate!"
"Di ciao a Jasmine"
Fiona portò Jasmine legata ad una sedia nella stessa stanza, di fronte a me.
"Fermati, non toccarla!" Urlai, ma fu inutile.
"James, ti amo!" Gridò Jasmine
Fiona prese una lametta e ,con un taglio netto, le tagliò la gola.
"Vediamo se ti piace vedere la tua amata morire!" Disse ridendo
"Jasmine, jasmine... nooooo"
Cominciai a vedere rosso.

Fui fermato solo da un suono forte e improvviso. Quel suono mi fece tornare alla normalità, mi ritrovai con la testa di Fiona in mano ed un enorme foro al centro. La gettai via e corsi da Jasmine.
"Jasmine! Jasmine! Svegliati ti prego!"
Mi passarono tutti i pochi ma splendidi momenti passati con lei:
il fiume,la stanza, l'allenamento, la nottata...
La abbracciai, ma lei ormai non c'era più... Era scomparsa, come Fiona.
No, no, NO! Presi a pugni la parete fino a quando cominciai a non sentire più le mani.
Mi accasciai a terra, cominciai a piangere.

Credo di aver passato ore a piangere, forse anche qualche giorno. Non riuscivo a dimenticare, non volevo dimenticarla.

Dopo tanto, i miei pensieri ripercorsero la scena, e mi venne in mente una cosa fondamentale.
Pensai a come mi potessi essere ritrovato la testa di Fiona in mano e per di più bucata dal foro di un proiettile. Il mio sguardo si rivolse alla destra di dove fosse stato posizionato il tavolino. C'era una finestra, con un foro. Qualcuno doveva aver sparato. Spaccai la finestra e uscii da quel posto di merda. Mi misi a cercare qualcuno, guardai l'orologio touch screen, andai sulla lista dei partecipanti.
Jamsine aveva un pallino rosso
Fiona aveva un pallino rosso
Abe aveva un pallino rosso
Wells aveva un pallino rosso
Rebecca aveva un pallino verde
Io avevo un pallino verde
Pensai che il rosso corrispondesse alla morte del partecipante e il verde alla vita.
"James"
"Rebecca sei tu?"
Spuntò all'improvviso da un tetto, aveva un fucile in mano, un M40...
Mi accasciai a terra e cominciai nuovamente a piangere.
"Ehi, basta James... calma, ho visto tutto..."
Saltò giù dal tetto e mi si avvicino.
Calma, ormai è finito tutto.
Prova Terminata
"Cos'è stato?!" Disse Rebecca
Una voce maschile robotica pronunciò quelle due parole, il paesaggio attorno a noi si dissolse, piano a piano anche noi cominciammo a dissolverci.

Ci risvegliammo in una stanza piena di grandi incubatrici, quasi tombe di vetro. Spaccai il vetro nel quale ero disteso e aiutati Rebecca ad uscire dal suo. Avevo indosso gli stessi vestiti della mattina prima di entrare, anche Rebecca. Uscimmo il prima possibile senza tanto guardarci attorno, aprimmo la porta e un enorme fascio di luce ci accecò momentaneamente la vista, co trovammo di fronte un uomo. Con l'adattamento dei nostri occhi alla luce riuscimmo a distinguere l'uomo, era Giuseppe.
"Complimenti, avete superato la prova!" Ci disse con un sorriso sfoggiato a 32 denti. Lo scansai di mezzo e guardai alle sue spalle, vidi Wells, Abe, Fiona e infine vidi Jasmine. Era ancora viva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 12, 2016 ⏰

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