"Tess" mi sentii chiamare, ma Dylan O'Brien era davanti a me in tutto il suo splendore, con quel suo magnifico sorriso, e mi stava per chiedere qualcosa, ma quella voce l'ha interrotto costringendolo ad andare via, facendolo diventare nebbia davanti ai miei occhi.
"Cazzo Ariel svegliati" sentii di nuovo obbligandomi così ad aprire gli occhi e farmi capire che quello di poco prima era solo un fantastico sogno interrotto da quel rompi palle di mio fratello.
È da quando ho 7 anni che mi porto quel soprannome, quel giorno di carnevale in cui mia madre decise di mandarmi a scuola vestirmi da Sirenetta Ariel con tanto di parrucca rossa e noci di cocco al posto del reggiseno. Liam ai tempi diceva che quel rosso mi donava e che da adolescente avrei dovuto colorarmi i capelli di quel colore. Ma non era cosa per me. Io adoravo il mio colore di capelli, e avevo sentito dire in giro che piacevano anche un certo ragazzo che aveva catturato il mio interesse, quindi per forza di cose, volevo e dovevo rimanere così.
"Ariel alza quel cazzo di culo e muoviti" sbraitò mio fratello togliendomi le coperte di dosso facendomi contorcere dal freddo, così tale da costringermi ad alzarmi dal letto.
"Sono sveglia adesso stronzo" mi lamentai mentre svogliatamente mi diressi verso lo specchio posizionato proprio di fronte si piedi del letto, con l'intenzione di prepararmi il più velocemente possibile.
Il trucco era il solito: mascara, matita per le sopracciglia e gloss, semplice e veloce sopratutto perché ero sempre, costantemente, in ritardo di mio quindi almeno sul make up ci tenevo a far qualcosa di veloce; sistemai velocemente la divisa e tempo 20 minuti massimo ero pronta. Un tempo da record per me.
E così iniziava il mio primo giorno di convivenza con mio fratello, che a parere dei nostri genitori sarebbe durato solo una settimana, giusto il tempo di divorziare definitivamente."A più tardi. Appena finito qui andiamo diretti agli allenamenti ok?" annunciò Liam una volta arrivati davanti alla caffetteria dove lavoravo da ormai un paio d'anni.
Era un locale piccolo, caratteristico, diverso da tutti i soliti Starbucks che si trovano in giro, ma aveva il suo bel via vai di gente. Dalle cinque alle sette i lavoratori, quelli perennemente incazzati con tutti e con nessuno, quelli che "dovrebbero far estinguere la gente che parla prima delle dieci del mattino", quelli con cui nonostante la precedente affermazione riuscii ad avere le conversazioni più vere e più profonde della mia vita. Dalle sette alle nove gli studenti, che arrivavano che sembrano zombie ma che facevano più casino di un martello pneumatico, io avrei solo avere avuto un telecomando per metterli tutti in muto, oppure dei tappi per le orecchie abbastanza pesanti da non permettermi di sentirmi nemmeno quando respiravo.
Dalle nove in poi gente disoccupata, mamme, nonne e via dicendo. I peggiori clienti. Quelli che non appena mi fermavo un attimo si lamentavano dicendomi che non facevo mai niente e che loro alla mia età saltavano i fossi per lungo, avevano già figli e lavoravano millemiliardi di ore al giorno per uno stipendio minimo e che avrei dovuto essere grata di avere avere un lavoro e uno stipendio vista la crisi e bla, bla bla. Avrei voluto ucciderli tutti quei clienti, peccato che fossero gli abituali, che avrei dovuto sopportare ogni giorno alla stessa ora, puntuali come un orologio svizzero.5:55. Ero in orario perfetto. La giornata era appena iniziata e avevo già fatto due miracoli. Mi aspettavo il diluvio universale da li a poco.
Entrai salutando il mio capo che guardando l'orario rimase stupito del mio strano anticipo.
"Tess se grandina stasera ti vengo a cercare" rise Jason, il mio capo.
Era un ragazzo sulla trentina, con il ciuffo anni cinquanta tinto di grigio, una quantità assurda di tatuaggi sparsi su tutto il corpo, e la capacità di affascinare ogni cliente con la sua parlata sciolta e la parola giusta al momento giusto. Lo adoravo, era il capo perfetto.
"No Tess, devo far vivere ad una donna la notte migliore della sua vita quindi niente pioggia grazie" esordì Keaton, il mio cliente delle sei preferito.
Un uomo affascinante, sulla quarantina, con la fortuna di non avere capelli bianchi, il che giovava molto alla sua immagine, che da quando iniziai a lavorare li, non aveva mai mancato un giorno. Era sempre li, al solito orario con il suo sorriso smagliante e la voglia di rallegrarmi la giornata chiedendomi solo come stavo."Sarà la solita notte in bianco" risi portandogli il suo solito caffè americano e la sua brioche alla crema piena zeppa e appena sfontata, come piace a lui.
Mi sedetti con Keaton a parlare di questa donna che frequentava da qualche tempo e che, dopo la tragica morte della moglie, era riuscita a fargli credere di potersi innamorare di nuovo. Era così bello, così piacevole sentirlo parlare di questo amore che lo aveva trasformato di nuovo in un ragazzino goffo quanto adorabile che iniziò a chiedermi dei consigli su come conquistarla, che a quanto pare sembravano funzionare (per quanto io fossi inesperta in amore).
Le quattordici arrivarono più velocemente del previsto e prima di rendermene conto ero seduta sugli spalti del campo da calcio dove mio fratello era solito allenarsi con la sua squadra, scrivendo su un quaderno le cose che sentivo e che mi venivano raccontate dai clienti che mi capitava di servire, in modo così da ricordarmi i vari avvenimenti e avere qualcosa di cui parlare con loro il giorno dopo.
Qualche minuto più tardi vidi Liam entrare in campo e venire verso di me, e in quel momento la mia sessione di scrittura venne interrotta da una visione celestiale.
L'intera squadra, entrata subito dietro mio fratello, era composta da ragazzi mozzafiato, a parer mio. Fisicamente nessuno peccava di nulla. Erano tutti perfetti con i loro fisici scolpiti al punto giusto.
"Non pensavo che il calcio venisse giocato da persone del genere. Credo che verrò a vedere ogni partita che farete" dissi facendo un sorriso divertito mentre continuavo a fissare quei ragazzi che correvano avanti e indietro.
"Oh ma smettila e pensa ad i tuoi affari da sedicenne, Tess"
Chissà come mai il calcio aveva iniziato improvvisamente a piacermi.
9/7/19
Capitolo migliorato, e per fortuna direi.
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Football player ➳L.T.{Slow updates}
FanfictionDove una ragazza si innamora del compagno di squadra di calcio del fratello maggiore. "Non pensavo che il calcio venisse giocato da persone del genere. Credo che verrò a vedere ogni partita che farete" "Oh ma smettila e pensa ad i tuoi affari da sed...