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"Tessa, cazzo" sussurrava per l'ennesima volta Isaac ancora sopra e dentro di me, sudato, svuotato e con il fiato corto.

"Vediamoci per una cosa tranquilla. Stavolta niente mani addosso, promesso" cosi diceva nel suo messaggio e come ogni volta, dopo ogni singolo incontro giuravo a me stessa che non avrei mai più creduto a  quella sua cosa tranquilla e che sarebbe sempre finita con noi che fingevamo di diventare una cosa sola.

Ancora una volta mi sentivo il suo giochino sessuale che, una volta averlo soddisfatto, lui avrebbre potuto abbandonare a se stesso senza preoccuparsene minimamente.

Non voglio essere fraintesa, questa specie di patto mi stava a piacendo in quanto mi stavo rendendo conto che anche io con il passare del tempo iniziavo a usare Isaac come gioco per sfogare le mie voglie e poi ognuno a casa sua come se non fosse successo nulla. E di nuovo, finiti i convenevoli, mi precipitavo in doccia per non far sospettare niente a nessuno una volta tornata a casa.

Il getto caldo che si scontrava con la mia pelle non bastava a far scivolare via la sensazione delle sue mani su di me, che premevano il collo e scendevano poi ai fianchi per poi tornare al punto di partenza. Sembravano eseguire una danza sulla mia pelle candida, ripetitiva ma eccitante. Una di quelle che provoca i brividi e fa salire la libido solo al pensiero. Sapevo che non era una cosa esclusiva, qualcosa che faceva solo con me, ma mi andava stranamente bene così perché come lui voleva divertirsi lo volevo pure io

Il getto caldo che si scontrava con la mia pelle non bastava a far scivolare via la sensazione delle sue mani su di me che premevano il collo e scendevano poi ai fianchi, sentendoli strignere e tirare a se con tutta la forza di questo mondo, per poi tornare al punto di partenza. Sembravano eseguire una danza sulla mia pelle candida, ripetitiva ma estremamente eccitante. Una di quelle che provoca i brividi e fa salire la libido solo al pensiero. Sapevo che non era una cosa esclusiva, qualcosa che faceva solo con me, ma mi andava stranamente bene così perché come lui voleva divertirsi lo volevo pure io.

Ero giovane e come tale mi ero imposta di non fare certe cose per non deludere i miei genitori, e spacciandole per cose che non mi sarebbe piaciuto provare, ma mi ero resa conto che non farle era stato l'errore piu grande del mondo.
Per anni non avevo mai toccato alcool o sigarette, non avevo mai fatto le ore piccole in discoteca e non avevo mai avuto relazioni se non con la benedizione dei mie genitori.  E con relazioni intendo conoscenti che mamma e papà spacciavano per grandi amori ma che non erano nient'altro che amicizie forzate con persone che erano lontani anni luce dal mio modo di essere e pensare. Così nel girodi un paio d'anni, con la separazione dei miei, ho capito che tutto quello che ho sempre ritenuto sbagliato, lo era comunque, ma per le motivazioni sbagliate. Questo mi spingeva sempre di più a voler provare quelle cose.

Uscita dalla doccia rimisi la mia maglietta oversize e i miei shorts, mi rilegai in una coda alta i capelli ancora bagnati e andai a salutare Isaac con il solito "ci si vede in giro" per dirigermi nel solito posto dove andavo sempre dopo aver passato il pomeriggio a fare cose. La caffetteria

Dopo aver ordinato mi sedetti accanto alla vetrata che ricopriva un lato del bar e mi misi a guardare all'esterno. Il cielo era sereno, le nuvole bianche come lo zucchero filato e un leggero venticello muoveva i rami degli alti alberi che costeggiavano il marciapiede dall'altra parte della strada. Era proprio una bella giornata, perfetta per uscire. Ma con chi? Non volevo tornare a casa dai miei, e per quanto volessi vedere mio fratello, mi conosceva e vedendomi avrebbe capito cosa fosse appena successo. Non volevo vedere nemmeno Louis che per tutto il tragitto fino al bar aveva abitato la mia mente, e non accennava ad andarsene.

Non lo sentivo ne vedevo da nove lunghissimi giorni, e più volte avevo in rubrica il suo numero sul cellulare, sempre sul punta di chiamarlo, chiedergli scusa pregando che lui perdonasse. Ma ero orgogliosa, e più ero vicina a chiamarlo più mi tiravo indietro dicendo che non era colpa mia, ma alla fine lo era perchè lui aveva detto che provava qualcosa per me, ed ero stata io a fingere che non mi interessasse di lui.

Ricordarlo mi fece sentire in colpa, e dopo nove giorni ero arrivata alla conclusione che non potevamo continuare così a litigare, evitarci, fare pace e poi ricominciare ad odiarci. Quindi doveva sapere che mi dispiaceva, ma che comunque tra noi non ci sarebbe potuto essere niente a causa di Liam: L'iperprotettivo e geloso fratello che mi trattava come se fossi ancora in fasce.

Una volta dopo tutte mi decisi, presi il cellulare e cercai il suo numero e cavolo mi si strinse lo stomaco. La mia testa diceva no, ma il mio cuore mi urlava di farlo e di non pensare alle conseguenze. Velocemente digitai il messaggio in cui gli chiedevo di vederci al campo da calcio dove faceva gli allentamenti alle 17:30 e solo dopo aver ricevuto la sua risposta mi rilassai sedendomi comodamente sulla sedia e sorseggiando il mio caffè. Avevo ancora un'ora, quindi tutto il tempo necessario per prepararmi un discorso per non lasciare spazio più tardi a ripensamenti.

L'orario dell'incontro arrivò velocemente ed io ovviamente ero in anticipo e fu a quel punto che arrivarono i veri ripensamenti. Lui non era ancora arrivato quindi io potevo benissimo andarmene ed inventarmi una scusa poi per giustificarmi e di nuovo la mia testa ed il mio cuore lottavano tra di loro, e la mia testa che mi diceva di andarmene ebbe la meglio, ma quando fui pronta a girare i tacchi lo vidi arrivare in lontananza.

Indossava una semplice maglietta bianca a collo stretto che metteva in mostra tutti i tatuaggi sulle braccia, dei pantaloni neri e le Vans anch'esse nere. I capelli erano portati in su con un ciuffo che gli donava particolarmente, e un accenno di barba gli incorniciava le labbra sottili. Era bellissimo cavolo, e io non potevo fare a meno che seguire ogni suo movimento sia del corpo che del viso.

"Ciao" mi salutò freddo e titubante con un accenno con la mano senza sorridere come faceva di solito quando ci vedevamo.

"Grazie per essere venuto, davvero. Pensavo che mi avresti dato buca" buttai li sul ridere sperando di poter farlo sorridere un po'.

"Sembrava importante"

"E lo è"

"Allora racconta"

Sorrisi e dopo averlo guardato negli occhi un attimo iniziai a parlare mentre, nel frattempo cominciammo a passeggiare nel parco. Era meglio così perchè se fossi stata ferma lo avrei di sicuro guardato negli occhi e mi sarei pentita di ciò che avrei detto, quindi tenni la testa bassa e intanto continuavo il mio discorso senza essere disturbata. Rimasi quasi stupita dal suo strano e frastornante silenzio. Ogni tanto annuiva o emetteva qualche verso, ma non si spingeva oltre. Mi aspettavo di venir interrotta ogni due minuti, che lui avesse da ribattere su ciò che stavo dicendo e invece sembrava silenzioso, calmo, ma si vedeva che qualcosa lo turbava.

Quando riuscii a terminare il mio discorso la voce tremava, ma non stavo per piangere. Ero solo sorpresa da me stessa. Non avevo seguito il discorso che avevo in testa, composto per la maggiore da menzogne, ma lasciai solo che fu la mia bocca a parlare. Dissi ciò che mi saltava in mente, tralasciando alcuni dettagli che non volevo sapesse come la mia attrazione per lui, o Isaac.. Quelli dovevano rimanere in un piccolo angolo della mia mente.

Louis mi guardava dubbioso, ma finalmente vidi le sue labbra incurvarsi in un quasi impercettibile sorriso rasserenante che immediatamente mi fece sentir sollevata.

"Allora amici?" chiesi sorridendo e allungandogli la mano imbarazzata.

"Amici"

Temevo che si fosse messo a ridermi in faccia, o che rifiutasse in pieno la mia amicizia, e invece non fu così. Mi prese la mano stringendola alla sua e mi rivolse un sorriso sincero. In quel momento tutte le mie paure si dissolsero e mi buttai tra le sue braccia stringendolo a me e con voce bassa sussurrai l'ultima parola pronunciata dal Louis: "Amici".

--ME--

VI PREGO PERDONATEMI PER LA LUNGHISSIMA ASSENZA! VI PREGO VI PREGO VI PREGO!!

SONO TORNATA FINALMENTE E NON SO PERCHE' STO SCLERANDO COME UNA MATTA ODDIO. IN POCHE ORE HO SCRITTO DUE CAPITOLI E NON SAPETE QUANTO SIA FELICE, QUINDI OGGI DOPPIO AGGIORNAMENTOOOOO YEEEEE

PERCHE' STO URLANDO!?

Ok ora mi calmo ahaha. Prima ho scritto un messaggio sulla home spiegando il perché della mia lunga assenza e vi chiedo ancora scusa.

Vorrei dirvi così tante cose sia sulla storia sia su altro, ma al momento non mi viene in mente nulla... Sono pessima.

Ora me ne vado a correggere il 13esimo capitolo e poi mi guardo Insurgent aww.

A più tardi bellissime

-Jenna

Football player ➳L.T.{Slow updates}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora