CAPITOLO CINQUE
Prega.
"Si dice che il destino, perdona solo se,
Aldilà di ciò che abbiamo conta se ami ed il perché
Conta chi ami ed il perché."
Mercoledì 22 Marzo 2023 - Ore 7.45
Giorno di coma numero uno.
Jacopo si era catapultato all'ospedale non appena aveva attaccato il telefono con Carlotta.
Si era fermato a casa solo per lasciare Tequila, giusto il tempo di dargli da mangiare e riempirgli la ciotola dell'acqua, probabilmente si sarebbe intrattenuto tutto il giorno fuori e nonostante la sua poca lucidità, era riuscito a pensare a quella bestiolina che, come se avesse capito la situazione, si era sdraiata a terra sul pavimento di grès senza nemmeno avvicinarsi ai croccantini appena messi dal suo padrone.
Aveva varcato l'androne dirigendosi direttamente all'accettazione, dove un uomo pelato con gli occhi piccoli nascosti dietro una montatura con lenti spesse, simili al fondo di bottiglia, lo stava guardando avvicinarsi quasi correndo, con un sorriso accogliente.
Preso dal panico si era dimenticato di chiedere alla sua amica il reparto nel quale era ricoverata Jennifer e, sebbene durante il viaggio verso la clinica Santo Stefano avesse più volte provato a ricontattarla, aveva sempre trovato la segreteria, presumibilmente non c'era campo là dentro o forse, aveva solo il telefono scarico, visti gli innumerevoli tentativi che la ragazza aveva fatto durante tutta la notte, nella speranza di riuscire a contattarlo.
L'operatore sanitario con l'espressione simile a quella di una talpa, dopo averlo ascoltato, si era fatto subito serio in volto «Dunque, lei è il tipo che mi aveva scambiato per un operatore di call center» aveva detto con tono fermo e dolce da dietro il vetro che li separava. Poi, gli aveva comunicato che sua moglie era in terapia intensiva e che si trovava al terzo piano nel settore B ma, vedendolo spaesato, per paura che potesse perdersi in quei corridoi simili a labirinti, lo aveva accompagnato, con il suo passo lento e zoppicante, fino all'ascensore che lo avrebbe portato dritto dritto davanti all'ingresso del reparto.
L'uomo, che era alto poco più di un metro e sessanta, gli aveva dato una pacca consolatoria sulla spalla, e con un "si faccia coraggio", si era congedato, tornando verso la sua postazione.
Quando le porte del montacarichi si aprirono al terzo piano Jacopo, tramite le pareti in vetro della stanza che fungevano da divisori per i corridoi, vide Carlotta nella sala d'attesa adiacente all'entrata del reparto. La ragazza era seduta con la schiena incurvata e, mentre muoveva nervosamente le gambe, il suo volto rivolto completamente in basso fissava le mani che aveva in grembo: in una teneva stratta la mano di Marcello, nell'altra un fazzoletto zuppo di lacrime e speranze.
Quando pochi istanti dopo i due si accorsero del suo arrivo, si precipitarono ad abbracciarlo e, senza riuscire più a trattenersi, si lasciarono andare tutti ad un pianto inconsolabile.
Ad interrompere quel momento straziante fu un'infermiera che, finito il turno, stava uscendo dalla porta accanto a loro.
«Sono il marito di Jennifer Corsi, la prego mi dica come sta...» Jacopo si era precipitato di fronte alla donna, facendola indietreggiare dallo spavento.
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Adesso. Prima o poi.
RomanceJennifer e Jacopo sono sposati da 6 anni , ma stanno insieme da quasi un decennio. La loro storia nasce per caso, e quella che doveva essere l'avventura di una notte ,si trasforma in un amore inatteso, passionale e sempre più coinvolgente, tanto da...