Epilogo

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Kate camminava per la strada vuota da ormai un pezzo. Era notte e qualcuno si era dimenticato di prenderla dalla biblioteca.
Era infuriata ed era più che giusto. Era la sua ragazza e quel qualcuno doveva venire a prenderla alle otto e sarebbero andati insieme alla fiera d'inverno. Ma lui non era venuto.

Avrebbe potuto chiamare almeno,pensò. Quella sera faceva più freddo, c'era quel genere di vento gelato che ti entrava sotto le sciarpe e i grossi e pesanti maglioni e ti raggiungeva le ossa.

Quella notte ricordava molto quella di molto tempo fa, quando aveva scoperto dell'esistenza degli angeli.
La ragazza quasi non ci credeva che era passato così tanto tempo.
Erano passati 365 giorni dall'ultima volta che Kate Rise aveva visto Jackson Wheeler.

Un anno intero.

Aveva sentito così tanto la sua mancanza i primi mesi. La notte sognava della loro ultima serata insieme, quando lui era venuto da lei e avevano parlato per ore e ore e alla fine Kate si era addormentata. Al suo risveglio era l'unica persona nel letto, il cuscino freddo e una rosa bianca al suo posto.

Si era ranicchiata nel letto tra le coperte e aveva iniziato a piangere. Sapeva per certo che Jackson non sarebbe più tornato. Per la prima settimana si era preoccupata di come fosse andata la guerra. Il fatto che non erano ancora stati sottomessi da angeli diabolici le sembrava una cosa abbastanza positiva. Ma lei non riusciva a smettere di preoccuparsi per il suo Jackson.

Poi un giorno ritornando da scuola trovò una rosa bianca sul suo letto. Aveva chiesto alla madre e ad Aaron, ritornato a casa per le vacanze, se avessero messo loro la rosa lì. Ma entrambi risposero di no e Kate intuì che fosse da parte di Jack.

Da quel giorno, almeno una volta al mese, trovava una rosa bianca sul letto. Forse quello era un modo per Jack di dirle che pensava a lei e che le mancava tanto come lui mancava a lei.

Due fari gialli la distolsero dai suoi pensieri. E poi sentì il suono di una porta chiudersi. Si fermò sui suoi passi e guardò davanti a sé.

"Richard Andrew Owdrel, spero tu abbia una spiegazione adatta per il tuo ritardo. " Disse fredda poggiando entrambe le mani sui fianchi.

Il ragazzo davanti a lei si passò la mano tra i capelli e le spostò davanti a sé in segno di difesa.
"Piccola, devi sinceramente scusarmi. Questo catorcio di macchina si era fermato e ho dovuto chiamare Peter per ripararla. Ero sulla statale e quindi ci ha messo molto ad arrivarci. Pensavo di farcela in tempo per venire a prenderti ma erano quasi le otto quindi avevo deciso di chiamarti. " Disse tutto di un fiato, le guance rosse per la mancanza di ossigeno o per il freddo.

"Non ho ricevuto nessuna chiamata. " Rispose la ragazza.
"Perché il tuo telefono è spento, piccola."
"Non è vero!" Rispose stizzita Kate.
"Katy controlla il cellulare! Non sai quante volte ti ho chiamato e iniziavo a preoccuparmi quando non ti ho visto alla biblioteca.
Poi sono venuto a cercarti e finalmente ti ho trovata." Dichiarò Rick.

Kate prese il telefono dalla tasca posteriore dei suoi skinny jeans e lo controllò. Era vero, al suo cellulare era morta la batteria.

"Oh," disse non guardandolo, "mi dispiace di essermela presa con te."
"Non è niente, piccola. Ora se non ti dispiace possiamo entrare in macchina? Sto morendo di freddo. " Balbettò Rick stringendosi le braccia al corpo.
Kate corse da lui e lo circondò con le sue braccia. Rick era meno alto di Jack ma era comunque più alto di lei e quindi si alzò sulle punte dei piedi e lo bacio sulla guancia fredda.

"Ti amo" gli disse. Rick le circondò il piccolo corpo con le sue possenti braccia e l'alzò da terra, baciandola sulla bocca. Kate rise quando Rick cercò di spostare la grossa sciarpa con il mento per baciarla sul collo, fallendo miseramente.

"Ti amo." Rispose lui.

Lei e Richard erano usciti per un appuntamento quattro mesi dopo la partenza di Jack. Poi sono usciti per un altro e un altro ancora. Il loro primo bacio era stato alquanto imbarazzante dato che Richard l'aveva baciata davanti alla porta di casa sua e la madre, con il suo tempismo perfetto, uscì proprio in quel momento.

Ma Rick era un bravo ragazzo ed era anche attraente. Kate si trovava bene con lui e pensava sempre di meno a Jack. Quel mese l'angelo non le mandò nessuna rosa. E neanche il mese successivo. Però un giorno Kate sentiva tanto la sua mancanza e come una stupida pensò che, magari se gli parlava ad alta voce, lui l'avrebbe sentita.
Allora parlò. Parlò di tutto. Di come sua madre aveva conosciuto un uomo ed era felice, di come Aaron aveva ottenuto un lavoro e si era comprato una nuova macchina (aveva lasciato Sophia a Kate) e parlava anche di come Rick era un bravo ragazzo.
Ma nessuna rosa comparve sul suo letto.

E non ne arrivò nessuna per gli altri otto mesi.

Kate non ci pensava più, si era arresa all'idea che Jack le avrebbe mai mandato qualcosa.
Sarah e Josh erano ufficialmente una coppia a tutti i livelli. Quell'estate sarebbero anche andati insieme in un viaggio per la costa occidentale dell'America.

"Sì Aaron. Mi manca ancora un anno di scuola prima che vada al college." Disse esasperata al telefono.
"Sto solo dicendo che dovresti già iniziare a pensare a quale vuoi andare. Non fare il mio stesso sbaglio e ci pensi all'ultimo." Ripeté Aaron.
Kate salì le scale verso camera sua e si fermò a guardare la camera spoglia di suo fratello. "Va bene, te lo prometto. Ti voglio bene." "Anche io, scricciolo. "

Kate era ritornata adesso dall' uscita con Rick, quando aveva ricevuto la chiamata di suo fratello. Le metteva pressione per la scelta del college. La ragazza sapeva già a quale sarebbe voluta andare ma solo che era dall'altra parte del paese. E non si sentiva ancora pronta a lasciare Castle indietro. E poi, c'era ancora tempo.

Entrando in camera sua si fermò sullo stipite. Là sul suo letto c'erano delle rose bianche.
Si avvicinò con gambe tremanti e ne prese una. Le contò e vide che erano otto. Si morse il labbro inferiore per ricacciare le lacrime indietro e si sedette lentamente sul materasso.
Solo dopo si accorse che insieme alle rose c'era anche un foglietto. Era di colore crema e la scrittura era così elegante, di tutt'altra epoca.
Kate lo lesse e comprese subito la citazione. Era dello stesso libro nero che un giorno Jack aveva letto, quello che Kate tanto amava.

Si coprì la bocca con la mano per fermare il singhiozzo che le stava per uscire. Ma infine sorrise. Era così triste e felice in quel momento e non sapeva più cosa provare. Oramai aveva capito che a Jack lei non voleva bene. Era un sentimento troppo superficiale il voler bene. E quello che provava lei era così forte che superava la tristezza e la distanza.
Erano due mondo opposti loro due ma finché c'era quel sentimento tra di loro, non aveva importanza.

"Penso di piacerti, Jackson Wheeler. Tanto. " Disse guardando verso il cielo fuori dalla finestra.

《Devi sapere che non vorrei una vita diversa. Questa vita mi ha portato a te.》

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Sia la citazione di Milton che questa qua sopra sono state prese da "Shadowhunters - Città del fuoco Celeste" Di Cassandra Clare.

The Rescue Fall -La Caduta di SalvataggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora