Il natale mi ha messo di buon umore, e per questo ho deciso di scrivere una cosetta veloce veloce incentrata su Finlandia per l'ennesima volta. Non prometto niente con questa storia, ne che sia scritta bene ne che possa piacere. È stata solo un modo per augurarvi il Buon Natale in ritardo.
Come sempre chiedo di lasciare un piccolo commento, perché mi fa immensamente piacere sapere cosa ne pensate. (Possono pure essere critiche negative, purché siano costruttive e non distruttive).
(Lasciamo stare il disegnino che ho messo come immagine di inizio capitolo, o come si chiama quella roba sopra il titolo)
Let's begin!
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.Era una sera di primavera, l'aria ancora troppo fredda per potersi dire piacevole ma nonostante ciò Finlandia si trovava per le vie di Helsinki. Anche se vi era poca gente, Finlandia trovava la città ancora troppo affollata per i suoi gusti, preferiva quando nessuno era nei paraggi ed era proprio per questa sua preferenza che aveva scelto di andare a vivere nei boschi, lontano dal trambusto umano.
Entrò in un piccolo pub caratteristico, il legno d'abete era stato scelto per il pavimento e i mobili, mentre il più costoso legno di ciliegio era stato scelto per le pareti, il soffitto era di dura pietra verniciata di un caldo verde.
Il bancone, dal quale era possibile vedere la macchina per la birra alla spina, era finemente decorato sui lati, e sopra vi era la cassa. L'illuminazione era molto calda e accogliente, ed era principalmente fornita da piccole finte fiaccole che si trovavano sui lati delle pareti.Finlandia posò gli occhi su Svezia che stava sorseggiando una birra in compagnia del proprietario, probabilmente aveva perso le speranze e si era arreso all'idea del suo non-arrivo. Finlandia si avvicinò sempre di più al tavolo, scusandosi del ritardo, eppure nonstatnte il ritardo Svezia non sembrava affatto turbato. Il proprietario si congedò dopo aver preso l'ordinazione di Finlandia.
<<Immagino tu abbia già mangiato>> disse Finlandia dopo un bel po' di tempo speso ad osservarsi in cagnesco.
<<oh- si- cioè no- quello che->> cercò di dire Svezia preso alla sprovvista dalla scura voce della nazione che gli sedeva di fronte.
<<mh, devi aver mangiato qualcosa quando sei arrivato ma evidentemente ci tenevi a cenare con me>> disse Finlandia con un piccolo sorriso che si affacciava sulle sue labbra, in qualche maniera Svezia era sempre in grado di farlo ridere.
<<Si, esatto, mi hai scoperto>> ammise Svezia scoppiando in una risata, che coinvolse l'uomo glaciale.L'ordinazione di Finlandia arrivò e iniziò a mangiare mentre Svezia ordinava una zuppa, probabilmente perché era la cosa più veloce da riscaldare per il locale o forse perchè sperava che il calore della zuppa potesse arrivare anche al cuore del finlandese.
Purtroppo per Svezia, l'atmosfera allegra che si era venuta a creare si spezzò poco dopo.
<<Svezia, di cosa volevi parlarmi>> chiese Finlandia seriamente, sperando che quella cena finisse al più presto. Non era più il compagno di avventure di Svezia, ora era Finlandia aveva una sua storia personale e dopo tante ferite non voleva più essere coinvolto.
<<Vedi, Finlandia, non è una cosa semplice da spiegare. So che ti farà ribollire il sangue nelle vene, ma perfavore ascoltami. Noi, paesi scandinavi, stavamo considerando di farti uscire dal gruppo. Non fraintendermi. Ma non ci sei mai, non partecipi... sei sparito>> disse tutto d'un fiato Svezia, gli occhi bassi e liquidi fissi sulla zuppa lasciata a metà, i denti che scavavano le sue labbra.
Tutto indicava uno stato di agitazione e disagio.<<Capisco>> è l'unica cosa che il finnico riuscì a dire. Guardò il suo piatto e poi Svezia, la delusione era leggibile nel suo sguardo. Si fidava di Svezia, ma si sbagliava: era l'ennesimo che non capiva il freddo che si era creato in lui. Era stato ferito da quelle nazioni che tanto si proclamavano sue amiche, più e più volte. Aveva paura di essere giudicato, non gli piaceva stare in pubblico e anche se aveva un popolo lo lasciava libero e indipendente, le sue emozioni non erano collegate allo stato d'animo del suo popolo. Era sempre meno nazione e sempre più uomo.
Gli occhi pungevano, e il naso prominemte prudeva. Non riusciva a stare altro tempo fermo, quindi Finlandia si alzò e, mentre Svezia finiva il suo piatto, andò alla cassa e pagò per entrambi.<<Svezia, seguimi>> disse uno volta arrivato all'uscio del pub. Svezia confuso si voltò nella sua direzione e scattò non appena notò che aveva iniziato ad allontanarsi.
Svezia camminava al fianco di Finlandia per le strade deserte e notturne di Helsinki. Finlandia si fermò sotto ad un lampione.
Finlandia si voltò nella direzione di Svezia e con un grande sorriso iniziò a parlare <<Vedi, Svezia, a volte bisogna scegliere. Ed io ho scelto di restare qui, e nulla potrà farmi cambiare la mia scelta. Io non voglio abbandonarvi, ma se abbandonarvi significa scegliere la mia terra... sai la risposta>> un velo di tristezza si leggava nei grigi occhi e il sorriso scompariva dalle sue labbra. Svezia sospirò e una lacrima solcò il suo volto, il gelo stava arrivando anche da lui.
Svezia, tese la mano a Finlandia.
La nazione finnica guardò la mano in cagnesco e non riusciva a capire il gesto.
Lo svedese ritrasse la mano, e si leccò le labbra indeciso sul da farsi, anche lui si era accorto che parlava ormai come un umano.
<<Va bene così, Fin. Io proverò a prendere tempo, ma gli altri insisteranno.>> le parole dello svedese erano dolci e il suo sguardo malinconico.
Gli occhi del finlandese si riempirono di lacrime a quel soprannome che non sentiva da tempo.
Quando trovò il coraggio di alzare lo sguardo la nazione amica era sparita.
Si morse le labbra e si asciugò gli occhi, era ora di tornare nei boschi.