Prologo

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"Buongiorno Roberto. Come va?". Dante Balestra, stimato professore di filosofia, fa il suo ingresso nel bar teatro delle sue colazioni per 15 anni. "Buongiorno professo'. Oggi è proprio una bella giornata per me. Il solito?". "Sì sì, le abitudini non cambiano, neanche per le occasioni speciali", risponde Dante. "E per te Simò? Sempre il solito cappuccino con cornetto alla crema?"

Simone Balestra, figlio del suddetto professore, guarda il barista e gli sorride "Sì, Roberto, il solito, anche se per l'ultima volta". "Ma tu sei sempre sicuro di andare in pensione oggi, Robè?" incalza il professore. "Ah professò, so' 40 anni che mando avanti questo bar. Non vedo l'ora di alzarmi dopo le 8 ed essere io quello ad ordinare il solito".

I due Balestra gli sorridono, "E adesso chi penserà a due poveri sventurati come noi? Ci hai pensato? Saremo costretti ad accontentarci delle merendine stantie del supermercato e del caffè bruciato di nonna". L'uomo ride per la drammaticità di Simone, "Stai tranquillo Simone, non vi lascerò senza colazione. Ho venduto l'attività e la persona in questione mi ha detto che terrà fede alla tradizione del bar, visto che lei ci è cresciuta qui, quando il bar era ancora di mia madre".

Dante prende parola incuriosito, "E chi sarebbe questa persona? È una persona del quartiere?".

"Lo è stata. Mi ha detto che ha abitato qui fino ai 10 anni, poi la sua famiglia si è trasferita in provincia. Ora vuole tornare in città per dare a suo figlio un'istruzione migliore, ha detto. Vabbè, arriva nel fine settimana e nel giro di un paio di settimane dovrebbe riaprire il bar", spiega l'uomo.

"Ah, Dante, è una donna sola, quindi, mi raccomando a te e a come ti comporti." Dante strabuzza gli occhi, "Che vuoi dire, scusa?". Roberto e Simone si guardano e alzano gli occhi al cielo "Hai capito bene, papà. Lo sappiamo tutti come sei, tu le donne le metti nel mirino".

"Fossi in te farei attenzione, visto che ha un figlio, forse c'ha l'età tua Simò, e non pare molto propenso ad essere amichevole con gli altri esseri umani", aggiunge Roberto. Questa volta ad alzare gli occhi è Dante, "Ho capito và, è una coalizione contro di me la vostra. Meglio che andiamo a scuola. Ah, Roberto, grazie, di tutto".

"Ciao professò, sotto sotto mi mancherete. Magari qualche volta vi vengo a trovare. Simò, tu tieni a bada tuo padre". I tre si salutano, e i due Balestra escono dal bar, iniziando la loro giornata.

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Il rapporto tra Dante e Simone non è stato sempre idilliaco. Anzi, a dirla tutta, non lo è nemmeno adesso. Ma all'inizio della loro convivenza forzata le cose erano catastrofiche. Simone avrebbe preferito seguire la madre Floriana in Scozia, dopo la separazione dei genitori. Ma Simone aveva solo 6 anni e non aveva molta voce in capitolo; aveva iniziato da poco la scuola elementare e i suoi genitori non volevano intaccare il fragile equilibrio che aveva raggiunto.

Sì, perché la separazione dei genitori era avvenuta dopo un evento tragico: la morte del fratello gemello Jacopo a causa di una meningite. Era stato come se la morte di Jacopo avesse mandato in frantumi un puzzle, che Dante e Floriana avevano cercato di riparare, senza riuscirci. Dopo tutto come si fa a ricomporre qualcosa a cui manca un pezzo?

E così Simone era stato costretto a vivere con il padre; e il loro rapporto era stato una montagna russa fatta di alti e bassi – più bassi in realtà – almeno fino a quando Simone non era venuto a patti con se stesso e aveva confidato a Dante di essere omosessuale. Inaspettatamente aveva trovato un alleato in lui e lo aveva aiutato a passare i primi momenti di smarrimento dovuti alla sua nuova consapevolezza.

Ormai erano passati due anni da quel giorno e Simone ha una relazione stabile da più di un anno con Daniele. Entrambi frequentano il Liceo Scientifico "Leonardo da Vinci", anche se Daniele fa il quinto e Simone il quarto. Per il loro anniversario, Daniele ha regalato a Simone una di quelle macchine che si possono guidare anche senza patente: l'ha presa usata e l'ha rimessa a nuovo per il suo ragazzo. Simone è entusiasta di questo regalo, almeno ha un po' più di libertà e non deve farsi scorrazzare sempre dal padre.

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