Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

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Quando ha la giornata libera, Dante è solito passarla in giro per il quartiere. Va a fare la spesa, si ferma al parco per leggere il giornale, e solo verso l'ora di pranzo torna a casa. È quasi mezzogiorno quando si scontra con Anita sul marciapiede di fronte al bar che la donna ha preso in gestione.

"Mi scusi, non l'avevo vista", subito dice Dante. 

"E se figuri io, co' 'sto scatolone che è più grande de me", risponde Anita, con la voce che le sorride. Dante si offre di aiutarla, le toglie lo scatolone dalle mani, e lo porta all'interno del locale. "Quindi lei è la nuova proprietaria del bar?".

Anita si guarda intorno, come per rendersi conto che quello che ha appena detto lo sconosciuto è vero, poi "Così pare".

"Mi scusi, non mi sono presentato. Dante Balestra, grande frequentatore di questo bar almeno fino alla settimana scorsa. Era il mio posto preferito per fare colazione", Dante le porge la mano; Anita allunga la sua in risposta, "Anita Ferro, nuova proprietaria di questo bar. Spero che vorrà concedere un'occasione anche a me, magari questo posto rimane il suo preferito".

"Lo spero anch'io, non è facile trovare un posto che piaccia sia a me che a mio figlio Simone, e questo era l'unico che ci metteva d'accordo. Ha già pensato al nome da dargli?". Anita guarda la piccola insegna che si trova all'interno del locale, che richiama quella che si trova all'esterno, dalla forma rettangolare, sfondo bianco con scritta blu che recita "BAR Maria" con due tazzine di caffè sui lati, "Penso che conserverò il nome che ha adesso. Sono un'amante delle tradizioni, e poi questo bar mi ricorda la mia infanzia", sorride guardando verso Dante "e per piacere, diamoci del tu, visto che sei il mio primo potenziale cliente".

Dante sbuffa una risata e poi aggiunge "Ma quindi tu sei nata qui? Roberto mi aveva accennato che fossi del quartiere". Anita abbassa lo sguardo, un po' imbarazzata, "Sì, abitavo alla fine di questa strada. Sono voluta tornare qua perché mi ricordo che si stava bene, le persone erano tutte gentili. Spero non sia cambiato tutto in peggio".

Dante osserva meglio Anita ora che lei ha lo sguardo basso. Pensa che sia una bellissima donna, anche se nota che il suo sorriso ha qualcosa di triste; allora inizia a dire "No, no, la gente continua ad essere gentile; anzi, a riprova di questo vorrei invitare te e...Roberto mi ha detto che hai un figlio...". "Sì, Manuel" aggiunge Anita. "Ecco, vorrei invitare te e Manuel a cena a casa mia", riprende Dante, "Tranquilla, non cucino io, per quello ci pensa mia madre Virginia. Così puoi conoscere anche Simone".

Anita sgrana un po' gli occhi, "Ma sei sicuro? Cioè mi farebbe piacere, ma non vorrei creare disturbo". "Nessun disturbo", risponde Dante sicuro di sé, "e poi sono il tuo primo potenziale cliente, non puoi mica rifiutare."

Le guance di Anita cambiano colore e iniziano a tendere verso il rosso "Va bene", risponde, sbuffando una risata. "Domani sera?", chiede Dante; "Domani sera", conferma Anita.

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"Simone, sbrigati che tra poco arrivano gli ospiti".

 Simone è in camera sua e non ricorda che il padre gli avesse detto che avrebbero avuto gente a cena, infatti "Ospiti?", chiede.

Dante si affaccia alla porta della camera, "Sì, ho invitato a cena Anita e Manuel...". Simone socchiude gli occhi, chè quei nomi per lui sono nuovi. "Anita è la nuova proprietaria del bar e Manuel è suo figlio. Mi sembrava una bella cosa invitarli qui per farli sentire ben accetti nel quartiere".

Simone inizia a ciondolare la testa, "Ho capito. Dantenator, il grande conquistatore, è già entrato in azione. Comunque io devo finire di fare gli esercizi di matematica, vi raggiungo tra un po'".

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