First confidences

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Entrando nel locale, tutto sembra non essere cambiato. Il bancone è rimasto lo stesso, gli sgabelli di fronte sono gli stessi, la targa che ricorda il nome del bar è la stessa, le tendine che ricoprono a metà le grandi vetrate sono le stesse. Anche i tavolini e le sedie della sala sembrano uguali, tutti di colori diversi ma in qualche modo cromaticamente perfetti tra loro, ma Simone ha l'impressione che quelli siano stati cambiati; Anita deve avere sostituito quelli vecchi con altri incredibilmente simili, un po' come quando era piccolo e sua nonna Virginia comprava un nuovo pesce rosso ogni volta che ne moriva uno: il bambino Simone non lo aveva mai confessato alla donna, ma lui sapeva che Fulmine era stato sostituito almeno cinque volte.

Ma Simone è attento ai dettagli e sa che il suo tavolo preferito nel locale non era perfetto come quello a cui è seduto adesso: aveva dei pezzi mancanti agli angoli dove la copertura di formica era saltata e aveva inciso una "S" a rimarcare che quello era il suo territorio, il suo posto speciale.

"Allora Simone, il solito?", arriva la voce di Dante a risvegliarlo dal turbinio dei pensieri che sta per portare il ragazzo chissà dove. Simone scuote la testa e spalanca gli occhi, "Magari vedo cosa c'è prima", annuncia prima di avvicinarsi alla vetrinetta piena di cornetti, ciambelle e altri dolci.

Ecco, qualcosa che è decisamente cambiato c'è. Dietro al bancone non c'è più un signore anziano, con i capelli bianchi e gli occhialini, pronto a servirlo con il suo solito cappuccino e cornetto alla crema.

Dietro al bancone ora ci sono una donna che sta sorridendo al padre e un ragazzo che lui fa ancora fatica a capire.

"Che onore, Simone Balestra.", dice trionfalmente Manuel, con un tono amorevole di scherno, accompagnato dallo stesso sorriso luminoso che Simone ha visto prima sul volto di Anita.

"Ciao", risponde, cercando di non tenere in considerazione il tono dell'altro. "Che mi consigli di prendere?"

"Dipende che te magni di solito. Sei 'n tipo da marmellata, cioccolata o crema?" chiede Manuel, prima di aggiungere, alzando l'indice della mano destra, "No, non me lo dì. Un perfettone come te sicuramente mangia dolci alla crema"

Simone vorrebbe dire di no, ma non vuole rischiare di mangiare qualcosa che non gli piace, "Non so cosa centri l'essere "perfettone" con i miei gusti, ma sì, preferisco la crema", ammette.

"Allora, ascoltami bene. Devi assolutamente provare questi cinnamon roll che fa mi' madre, so' alla crema, ma nell'impasto ci sono pure le gocce di cioccolato." Manuel nota che le labbra dell'altro ragazzo si sono accartocciate, "Che è? Troppo avventuroso?"

"No, è che la cannella non è che mi faccia impazzire", specifica Simone.

"Ah. Me sa che non te meriti di assaggià 'ste prelibatezze se non sai cogliere l'importanza della cannella nel mondo"

Simone scoppia a ridere "Addirittura?"

"Addirittura sì, la cannella è speciale perché ne basta un pizzico che po' cambia' il sapore delle cose in meglio. Ma, forse, Simone Balestra, non è ancora pronto a tutto questo", proclama Manuel, come se la cannella fosse qualcosa di intrinseco a se stesso, "per te ancora cornetto alla crema. Siediti, te lo porto al tavolo. Da beve che vuoi?".

"Un cappuccino, grazie", risponde intimidito Simone, ché il discorso di Manuel lo ha fatto, in qualche modo, imbarazzare.

Poco lontano da loro, Dante sta cercando di convincere Anita a fare una festa di inaugurazione per il locale. "Dai, se non inviti tutti al locale, come fa la gente a conoscerti?", le sta dicendo.

Anita non è mai stata tipa da grandi festeggiamenti, infatti "Non sono cose che mi fanno sentire a mio agio, mi sembra una sorta di autocelebrazione. Preferisco entrare nella vita delle persone con calma, senza impormi", dice arrossendo come se si vergognasse di questo suo pensiero.

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