[Premessa: leggere la descrizione della storia.]
"Simo me prendi 'sta scatola? È pesante."
La voce sotto sforzo di Manuel, che proviene dalla porta d'ingresso, attira l'attenzione di Simone, intento a fare spazio nella libreria in salotto per il bottino che Anita gli ha consegnato solo cinque minuti prima - uno scatolone pieno di libri in lingua e qualche sua traduzione a cui avrebbe volentieri dato un'occhiata prima o poi.
''Finalmente lo ammetti!'' gli urla di rimando, mollando tutto per raggiungerlo quasi correndo. Sbuffa nel vederlo appoggiato allo stipite con un altro grande scatolone tra i piedi e il respiro affannato. ''Nun te preoccupa' ce penso io, ma pe' chi m'hai preso, guarda che so' forte io.'' lo scimmiotta, agitando le mani.
''Tre ore fa ce la facevo, va bene?'' risponde l'altro, piccato.
''Ti ho suggerito di smetterla un quarto d'ora fa, Manuel.''
''Pure un quarto d'ora fa ce la facevo.''
Simone gli lancia un'occhiataccia intimidatoria e Manuel sbuffa, rilassando spalle, braccia e tutti i muscoli in tensione per lo sforzo. ''Lo pigli sto scatolo o dovemo blocca' l'entrata?'' lo esorta, frettoloso.
''Tu e tua madre non ce la fate proprio a capire che per una volta potete pure smetterla di affannarvi se ci siamo io e papà.''
Manuel scrolla le spalle. ''Semo testardi, è de famiglia.''
Simone sbuffa una risata e mentalmente gli dà ragione. Da quando li ha visti interagire per più di ventiquattro ore consecutive, non ha potuto non accorgersi di quanto lui e sua madre fossero simili, complici, cresciuti allo stesso modo: con l'amore di pochi e la forza di mille.
''Ma non mi dire!'' commenta, mentre si abbassa per afferrare quel cubo iper imballato. ''Ma che ci tieni qua dentro, pezzi di cadavere?'' gli chiede poi, dopo essersi accorto di quanto davvero sia pesante, anche per uno abituato come lui.
''No, ce sta...roba vecchia.'' farfuglia Manuel, passandosi una mano sulla fronte sudata.
Simone cerca di afferrarlo meglio, per non rischiare che gli caschi sui piedi - o peggio, che qualcosa possa rompersi.
''Vecchia tipo?''
''Umh-giocattoli.''
Manuel riconosce subito quell'espressione di Simone. Di solito è quella che lo fa capitolare, quella che lo rende sempre pronto nel dirgli sì Simo', facciamo quello che vuoi. Solo che, proprio adesso, è convinto che quel ghigno entusiasta, quel fuoco che gli divampa dentro quando vuole scoprire cose nuove - e forse fare casini -, possa rivelarsi più che controproducente.
''Non adesso Simo, no-'' protesta preventivamente, prima che la voce del corvino lo sovrasti con un ''Io e Manuel facciamo pausa!'' e che, con rinnovata forza, scappi con lo scatolone e si getti sul divano, mettendoselo tra i piedi.
Manuel, ancora mezzo affannato, lo raggiunge zampettando, già stanco anche di protestare.
''Ah, proprio comodo.''
Simone già lo sta aprendo con un taglierino e, di tanto in tanto, lo guarda con un sorrisone stampato in faccia. ''Dai Manu, vieni che mi devi raccontare tutto su ogni giocattolo.''
Manuel alza gli occhi al cielo, pensando che non è che ci sia molto da dire. Non sono neanche tutti suoi quei giocattoli, molti gli sono stati regalati quando già erano un po' vecchiotti e usurati. Anita non poteva permetterseli e, per non fargliene mancare, li recuperava dove e come poteva.
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E capirò se capirai che è per sempre | Prompt Simuel 📂
FanfictionRaccolta di OS ispirate ai piccoli prompt richiesti da voi su CC [https://curiouscat.live/uolftreno]. #SimuelCanon