Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Non parte subito, in realtà.
Le valigie sono già pronte e sono all'ingresso, ha il biglietto last minute comprato con i suoi ultimi risparmi e la chiamata disperata a sua madre per avvisarla del suo arrivo, come in un dejà-vu, brucia ancora nelle recenti del suo cellulare.
Non parte perché vuole prendersi ancora un momento per vedere, dallo spiraglio della porta della sua camera, il momento esatto in cui il suo cuore tornerà a spezzarsi per sempre, dandogli la spinta giusta per andare via, una volta per tutte, carico di quel dolore che sembra essere arrivato al limite e che aveva potuto sognare dissiparsi negli occhi dell'altro solo in un timido sogno, in una fervida immaginazione.
Fare i conti con la realtà, però, risulta a Simone ancora più spaventoso.
Manuel ha le mani che tremano mentre tiene in mano quel foglio, mentre gli occhi percorrono ancora e ancora quelle parole. Una mano finisce sulla sua bocca e preme forte per trattenere i singhiozzi. Scivola, poi, prima seduto sul letto e poi sul pavimento, e si libera per lasciar andare quelle lacrime che teneva dentro forse da troppo.
E Simone non sa come reagire.
Non sa cosa fare.
Non l'aveva messo in conto o probabilmente sta solo capendo male. Non è la spinta di cui aveva bisogno, ma scappa via lo stesso, leggiadro come mai avrebbe pensato di poter essere, tanto veloce che si ritrova già in giardino con la mano a fondersi col manico di quella valigia piena di dolore e confusione quando un "Coglione!" rimbomba dappertutto e lo obbliga a fermarsi anche se vorrebbe solo correre.
Sente in passi veloci sull'erba e il respiro corto e poi sente un "Dove cazzo pensavi di andare?"
Non si volta, quando risponde "Via." cercando una determinazione che la sua voce rotta non trova.
Sente il vuoto nella sua mano e si volta di scatto, nell'esatto momento in cui Manuel ha gettato la sua valigia per terra, con così tanta rabbia e disperazione che non ha neanche il coraggio di chiedergli perché o di incazzarsi per averla quasi rotta. La guarda, sconsolato, poi guarda lui. "Sto perdendo l'aereo."
"E io sto a perde' te." singhiozza Manuel, con le braccia stese lungo i fianchi e i pugni chiusi.
Simone si abbassa per raccogliere la valigia e, assicurandosi non si sia aperta, scrolla le spalle. "Ci farai l'abitudine."
Si volta per andare via davvero, ma un abbraccio da dietro lo costringe a fermarsi di nuovo.
"Non ce la faccio." sente biascicare contro la sua schiena. "C'ho provato ma non ce la faccio."
Simone si libera da quella presa ma si volta, prendendo il viso di Manuel tra le mani.
"Mi spieghi che posso fare per non soffrire più, allora? Me la dai tu una soluzione? Perché io non ce la faccio più." gli dice, sincero.
"Guardame." risponde Manuel, tirando sù con naso. "Te prego guardame, così me vedo felice pure io negli occhi tua."