13- What? # 5 ° giorno

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La storia continua per cinque voti e due commenti.

Instagram: amyunicorno

Nel capitolo precedente...

La nostra protagonista si risveglia nella stanza da sola e trova un biglietto sopra le sue ciabatte e dopo un po' Edgar torna con le medicine e trova Rosaline che tenta di farsi del male morsicandosi i polsi ma il ragazzo la ferma e l'abbraccia e qualcosa scatta in Rosaline.

Dopo aver preso le medicine ed essersi riposata nel tardo pomeriggio, Edgar porta Rosaline in una stanza a caso della casa e la ragazza aveva voglia di baciarlo e lo fa, si ribaciano e poi Edgar la ignora e lei torna in camera senza di lui e dopo essersi lavata aspetta Edgar a letto ma senza successo.

♡ Buona Lettura ♡

Mi sveglio a causa a dei rumori che provengono oltre la porta della mia stanza, mi alzo da letto e vado a vedere chi rompe, faccio per aprire la porta ma non si apre. Cosa?! Perché Edgar mi ha chiuso dentro?! Cazzo!

Inizio a tirare pugni sulla porta di legno ma credo che quelli dall'altra parte mi stiamo ignorando, così decisi di tirare pugni più forti -Cosa succede?!- urlo tra un pugno e l'altro.

Dopo un po' mi fermo per il dolore che provo alle mani e non si sente nessun rumore oltre la porta, cosa è successo? Voglio sapere e se fosse una ragazza in pericolo? Ho bisogno di sapere.

L'adrenalina invade tutto il mio corpo a tal punto che senza pensarci due volte mi allontanò dalla porta e inizio a dare spallate su di essa, senza sentire molto dolore do un altra spallata ma la porta non si muove di un centimetro. Cazzo. Non ho più forza e il dolore alla spalla si fa sentire sempre più forte ogni secondo che passa, ma perché l'ho fatto? Perché? Mi allontano dalla porta e mi stendo sul letto massaggiando la zona che mi fa male poi sento qualcuno parlare oltre la mia porta

-Cosa rompi il cazzo, troia?!-

Silenzio, non rispondo, incasso il colpo e sto zitta

-Allora, rispondi?!-

Non voglio risponde ha una voce piena di rabbia, ho paura

-Bene, ora entro-

E dopo aver sentito tali parole la paura presa il sopravvento su di me, non riesco a capire, sono terrorizzata e l'unica cosa che riesco a fare è andare contro il muro dal letto e avvicinare le gambe al petto per sentirmi più... più al sicuro.

La persona che prima mi urlava contro è forse andata a prendere le chiavi per entrare e quando torna la mia vita è finita.

-Allora bambolina...- mi dice e in tanto ha infilato la chiave nella serratura.

-Voglio Edgar, dov'è Edgar?- urlo verso la porta ma non ricevo nessuna risposta.

La persona dietro la porta gira la chiave nella serratura, gira la maniglia e apre la porta.

-Ciao splendore, è da un po' che ti ho adocchiata ed ora sarai mia- dice con un sorriso malizioso chiudendo la porta alle sue spalle.

-Dov'è Edgar?- chiedo disperata e ricevo come risposta una sua risata. Ho davvero tanta paura.

Si avvicina sempre di più, si nordica in continuazione il labbro inferiore, la paura cresce sempre di più, si è seduto sul letto e sta allungando una mano sulle mie cosce ed io rimango paralizzata, non riesco a muovermi.

-Rilassati, non ti mangio mica- dice avvicinandosi a me e prende i mie polsi nella sua mano per impedirmi di ribellarmi, mi fa stendere sul letto e lui si appoggia sul mio corpo, i suoi occhi pieni di lussuria fissano i miei, sta avvicinando le sue labbra alle mie, non voglio.

La porta si apre all'improvviso -Vattene lurido- conosco la sua voce, l'ho già sentita prima, non è quella di Edgar, la persona sopra di me si alza sbuffando lasciandomi sul letto ed esce dalla camera arrabbiato.

Mi siedo sul bordo del letto e appoggiato allo stipite della porta c'é il rosso; Derek.

-Bene bene, pasticcino. Ti sei messa nei guai- dice entrando in camera e chiudendo la porta alle sue spalle. Si siede sul letto di fianco a me e mi abbraccia, perché? Non ho bisogno di un suo abbraccio ma allora perché lo sto contraccambiando?

Si stacca dall'abbraccio e si alza dal letto, mi prende il braccio tirandomi a sé, il mio corpo è contro il suo, -Andiamo- mi sussurra all'orecchio prima di uscire dalla stanza seguito da me, non ho idea di dove mi stia portando ma io lo sto seguendo.

Dopo avermi fatto fare praticamente il giro della casa senza dirmi una parola, Edgar mi porta fuori, nel giardino che è sul retro della casa, era meglio che non mi ci portasse; è una cosa orribile, è un giardino morto, solo erbacce, trasmette tristezza, mi sto deprimendo alla vista di tutto questo.

-Lo so, fa schifo- mi dice Derek avvicinandosi a me e mettendo il suo braccio sulle mie spalle facendomi avvicinate a lui e mi da un bacio sulla fronte.

...

• in camera •

Dopo essere stati a deprimerci in quel cosiddetto giardino, Derek mi ha riaccompagnato in camera ed è entra in stanza con me, chiude la porta alle sue spalle
-Grazie Derek per avermi salvata- gli dico andando in bagno per farmi una doccia fredda ma prima di chiuderlo dentro il bagno prendo un asciugamano, mi chiudo in bagno e non ho neanche notato Derek -Derek sei ancora lì?- chiesi aspettando una risposta -Si, sono sul letto- mi dice, tiro un sospiro di sollievo e dopo essermi spogliata, entro nella doccia e mi lavo con l'acqua gelida, non mi da fastidio, anzi abbracciare, mi ga mettere le spalle contro il muro e mette le sue mani sulle mie, il suo viso si sta avvicinando un po' troppo al mio,

Esco dalla doccia e mi metto attorno al copro l'asciugamano ed esco dal bagno per prendermi qualcosa da mettermi e trovo Derek con dei vestiti ed intimo di fianco a lui -Mettiti questi- mi dice allungandomi un paio di mutande azzurre con con il pizzo e un reggiseno sempre azzurro, li prendo e torno in bagno per indossarli, mi stanno bene,

torno nella camera in intimo e Derek sgrana gli occhi alla mia vista -Non fissarmi- gli dico abbassando la testa -Prendi- mi dice Derek allungandomi un vestito bianco, mo sembra abbastanza corto ma non faccio storie e lo indosso, mi si vedono le mutande e il reggiseno.

Derek si alza dal letto e si avvicina a me credendo che mi volesse abbracciare, sento il suo respiro irregolare sulle mie labbra, ti prego non di nuovo, -Derek no- gli dico quasi sussurrando ma lui mi ignora appoggiando le sue labbra sulle mie e quando vuole il permesso per entrare nella mia bocca;

la porta si apre di colpo e rivela un Edgar che non conosco, sembra arrabbiato, molto arrabbiato, ho paura, Derek stacca le sue labbra da me e si gira per vedere Edgar avvicinarsi a lui tirandogli un pugno sulla guancia e Derek barcolla dopo aver subito quel colpo -Stai lontano da lei, è mia!- gli urla Edgar prendendo per il collo della canottiera Derek e portandolo fuori dalla stanza chiudendogli in faccia la porta.

Si gira verso di me e si avvicina e mi abbraccia -Scusa, non ti volevo lasciare da sola. Cosa è successo? So che uno è entrato in camera- dice e a sentire quelle parole le lacrime non esitano a uscire e a rigarmi il volto -Scusa- dico tra un singhiozzo e l'altro -Sono io che mi devo scusare con te- mi dice prima di baciarmi, perché lo sta facendo, dio quanto mi è mancato, ma io dovrei odiarlo.

*

If our love is tragedy why are you my remedy

If our love's insanity why are you my clarity

*

Ricordo:

La storia continua per cinque voti e due commenti.

Sindrome di StoccolmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora