12-Sola # 4 ° giorno

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La storia continua per cinque voti e due commenti.

Instagram: amyunicorno

Nel capitolo precedente ...

Edgar ha messo alle caviglie della nostra protagonista delle "manette" e l'ha mandata in cucina a prendere qualcosa da mangiare a colazione e con molta fatica riesce nella sua impresa, poi Edgar fa indossare un Rosaline un completo da maid e la porta nel bar della casa per farla vedere ai suoi colleghi ma la ragazza si sente male e sviene.

Si risveglia nella sua stanza e sopra di lei c'è Edgar addormentato ma lei ancora stanca si riaddormenta.

Buona Lettura

Apro gli occhi e cerco di ricordare ciò che è successo ieri; febbre, bene, mi siedo sul letto e cerco di svegliarmi, mi stiracchio, faccio per infilare le mie "simpaticissime" ciabatte ma sopra di esse trovo un biglietto, lo prendo e inizio a leggere il messaggio:

<Dato che stai male sono andato a prendere delle medicine poi se starai meglio me la paghi per la tua fottuta febbre. Edgar>

Perché Edgar?! Cosa dovrei Pagare?! Mi alzo da letto e metto quel pezzo di carta sul cassettone, mi dirigo in bagno per rinfrescarmi il volto, mi guardo allo specchio, sto uno schifo, sono solo al quarto giorno è già sto male, voglio andarmene, non ho fatto niente di male per meritarmi tutto ciò,

ho bisogno di una lametta, ne sento il bisogno, la pelle vuole sentire il freddo della lametta, il sangue scorre che nelle vene vuole uscire, macchiare la mia pelle.

Mi metto alla ricerca di qualsiasi cosa che tagli, nel cassettone niente, ritorno in bagno e guardo ovunque e non trovo niente. Cazzo. Ormai ho abbandonato ogni speranza di trovare qualcosa per tagliarmi e mi siedo in fondo al letto, mi fisso i polsi e mi viene voglia di morderli, strappare via la pelle, farmi male.

Avvicino il polso alle labbra e inizio a morderlo, stacco le labbra da esso e quest'ultimo ha i segni dei miei denti, sta diventando rosso, riavvicino il polso alle labbra ma questa volta mordo appena più forte e così andare; sempre più forte fino a farmi scendere alcune lacrime dagli occhi.

Perché lo sto facendo?

Perché tutto questo?

Quando stavo per passare all'altro braccio la porta si apre di colpo rivelando la figura alta di Edgar, chiude in fretta la porta e si precipita verso di me, si mette in ginocchio tra le mie gambe, prende il mio braccio pieni di morsi e senza preavviso tira il mio braccio verso di sé e così mi fa cadere addosso a lui, avvolge le sue braccia intorno a me, mi sta abbracciando?

-Mi dispiace, non mi volevo- sussurra in un orecchio -Non fa niente, ci sono abituata- gli rispondo ma le lacrime iniziano a bagnarmi il viso, non riesco a controllarle poi non potevano mancare quei versi strani che sì fanno mentre si piange ed Edgar a sentire questi miei lamenti mi stringe ancora di più -Non volevo- dice allentando la presa, non voglio che allenti, stringimi ancora di più.

Non posso crederci, voglio che lui; Edgar, mi abbracci? Ma che mi Succede ?!

-Abbracciami- e mi ributto nelle sue braccia in cerca di conforto e lui ricambia il gesto -Ora me la paghi- mi sussurra e si allontana da me, si alza da terra e prende le medicine -Prendile e riposati-

...

• nel tardo pomeriggio •

Dopo aver preso le medicine e sonnicchiato ancora un po ', Edgar mi sveglia dal mio sonno e mi fa alzare da letto e mi porta vero la porta ancora mezza addormentata -Andiamo-, apre la porta e la chiude alle nostre spalle e mi trascina lungo il corridoio, ma dato il ​​che sono ancora addormentata lo seguo senza fare storie.

Mi sono ripresa e siamo davanti a porta una, la apre ed entriamo di fretta, ma perché, che fretta hai? Non bado tanto a come sia arredata la stanza.

Edgar oggi è particolarmente carino, non riesco a trattenere la mia voglia, mi avvicino sempre di più a lui.

Ora ha le spalle contro il muro, ora io comando, mi avvicino lentamente al suo viso, i suoi occhi grigi sono stati la mia rovina, chiudo gli occhi e appoggio le mie labbra sulle sue e quest'ultimo rimane scioccato da ciò ma ricambia il mio bacio, ma che sto facendo? Perchè non riesco a staccarmi da lui? Voglio continuarlo a baciare ma perchè? Che c'è di sbagliato in me?

-Portami in camera- gli dico appena stacco le mie labbra dalle sue ma lui mette le sue braccia intorno alla mia vita e mi fa avvicinare a sé, -Ancora- mi dice ed io rimango perplessa dalle sue parole -Ancora, baciami- e dette queste parole Edgar si fionda sulle mie labbra.

Le nostre lingue continuano a sfiorarsi, voglio che questo momento non finisca mai, vorrei tanto che non fossimo qui, che non mi avesse portata in questa casa, vorrei che ci fossi conosciuti meglio, che fossimo usciti insieme come due normali adolescenti, che ci fossimo innamorati...

E' la sensazione più bella di tutta la mia vita, non riusciamo a staccarci l'uno dall'altro, come se fossimo fatti l'uno per l'altra ma lo so, che non non funzionerebbe tra noi due, cioè io lo odio, mi ha intrappolato qui.

Mi stacco dalle sue labbra -Voglio tornare in camera- gli dico allontanandomi da lui e avvicinandomi alla porta -Vai la strada la sai Rosy-, apro la porta e la sbatto quando esco dalla stanza, e in preda al panico, corro in camera mia, e mi butto sul letto, mi sento così sola, mi manca tantissimo Tiffani e pensare che se uscivo con lei da scuola tutto ciò non sarebbe successo.

Mi alzo da letto e vado a farmi una doccia prima che rientri Edgar e che non mi lasci in pace.

...

Mi sono messa una felpa enorme anche troppo per me, ho fame, Edgar non è ancora tornato e nella noia mi stendo sul letto e guardo quel mio polso dove ormai i segni dei morsi sono spariti.

...

Sarà mezzanotte e voglio aspettare Edgar a tutti costi ma non resisto più, i miei occhi mi stanno tradendo.

*

The night is still young

The night is still young

The night is still young

And so are we

*

Ricordo:

la storia continua per cinque voti e due commenti.

Fatemi sapere in un commento la vostra canzone preferita al momento la mia è The Night Is Still Young- Nicki Minaj

Sindrome di StoccolmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora